
Larry Stanton | Images
APALAZZOGALLERY inaugura Images, la prima retrospettiva dedicata all’artista americano Larry Stanton (1947-1984).
La mostra, realizzata in collaborazione con l’Estate dell’artista, consiste in un ricco corpus di lavori che unisce schizzi, disegni su carta, dipinti a olio, diapositive e video, molti dei quali sono esposti al pubblico per la prima volta dopo l’anteprima a Venezia durante la cinquantanovesima Esposizione Internazionale d’Arte–Biennale di Venezia.
Giovane e accattivante, Stanton cominciò la sua ascesa negli anni Sessanta entrando nell’orbita di un gruppo di intellettuali, artisti e scrittori, quali David Hockney, Hanry Geldzahler, Christopher Isherwood e Arthur Lambert. Nel corso di pochi anni l’artista riuscì a creare un diario personale e intimo in grado di raccontare la storia di una generazione di uomini le cui vite sono state tragicamente stroncate dalla diffusione dell’AIDS.
La mostra unisce un ricco corpus di lavori unici: schizzi, disegni su carta, dipinti a olio, fotografie e video. Questi ultimi, di Super 8 e realizzati da Stanton a Fire Island tra il 1975 e il 1979, sono in particolare una delicata soggettiva sull’amicizia che univa l’artista a Hockney, il quale è il protagonista del video più̀ prezioso presente in mostra, che documenta l’artista inglese mentre lavora alla celebre serie Paper Pools.
Nella prima mostra personale di Stanton in galleria, le opere sono disposte lungo le pareti come una costellazione di volti, che guardano direttamente lo spettatore o talvolta distolgono lo sguardo per lasciarsi liberamente osservare, consapevoli della loro immutata bellezza. Il taglio fotografico delle composizioni e la semplicità degli sfondi, colorati o neutri, attribuiscono ai soggetti un’aura di delicato erotismo. Le figure, tratteggiate velocemente con matite, pastelli e pennarelli, sono in alcuni casi identificabili da un semplice appunto a margine dell’artista: Chris, Harvey, Arthur, Robbie, Steve, Philip.
Accanto ai disegni e ai dipinti sono esposti per la prima volta una selezione di piccoli schizzi, pagine volanti provenienti dai taccuini che l’artista si portava appresso ovunque andasse, dai bar agli appartamenti degli amici. Abitualmente si aggirava per il Greenwich Village dove si trovava il suo studio, un angusto spazio pieno di tele, fotografie e libri d’arte, ritraendo quasi freneticamente, i suoi abitanti. I piccoli lavori su carta di Stanton colpiscono per il taglio cinematografico delle inquadrature e per la sapiente capacità di raccontare la tensione tra i soggetti.
Dopo la presentazione, che sarà guidata dal regista di opera e di teatro Fabio Cherstich, si terrà la performance teatrale A Visuale Diary, presentata in precedenza alla Triennale di Milano, un lavoro che affronta le paure legate alle prime morti di AIDS e le riflessioni di una comunità vengono riportate alla luce tramite un archivio di materiali in gran parte inediti.
Concettualmente, la mostra non si limita a una tradizionale retrospettiva d’artista: Images è piuttosto un’esperienza visuale che accompagna gli spettatori in un viaggio attraverso un mondo ormai scomparso la cui energia vitale continua a pulsare sotto la superficie delle immagini. Ogni opera esposta diventa una porta d’accesso a ricordi e atmosfere private dell’artista, offrendo non solo una visione dell’arte, ma una connessione profonda con un’epoca e uno spirito che, sebbene lontani nel tempo, riescono ancora a risuonare nell’animo di chi osserva.