
Sophia. Marco Belardinelli
Allo spazio bianco della Fondazione Pescheria, sabato 7 dicembre inaugura la mostra Sophia del fotografo pesarese d’adozione Marco Belardinelli (Senigallia 1976). Le opere selezionate appartengono a diversi cicli, ultimo in ordine di tempo quello denominato Sophia. Le immagini esposte costituiscono una sorta di ordito intimistico che non prescinde dall’indagine critica di questo nostro tempo. La mostra è curata da Giorgio Donini.
La cifra estetica di Belardinelli si coglie nell’utilizzo del bianco e nero, nel rapporto tra gli scuri e la forza della luce e soprattutto della palpabile tensione alla ricerca di una spiritualità pura, intima e scevra da ogni costrutto materialistico.
Le diverse dimensioni delle opere alludono a una ricerca inquieta che tenta di ricondurre nei confini fisici del formato delle immagini una forza intimistica debordante e densa di interrogativi. Nel percorso estetico della mostra si colgono aperture e chiusure, frutto di riflessioni, esperienze, emozioni e molto altro che finiscono per sublimarsi delle immagini.
Quella di Belardinelli è una poetica che svela i legami possibili tra filosofia e misticismo, tra pensiero razionale e spiritualità, e lo fa con la grazia estetica di chi s’interroga sull’essenza con sincero bisogno.
Insieme alle immagini ricorrono anche frammenti poetici a cui l’artista è molto legato, quasi a voler segnare una consequenzialità tra immagine e parola, tra luce e suono.
Molto interessanti anche i cicli di immagini che rimandano ai cambiamenti di stato da corpo a spirito, da forma ed inconsistenza fisica, da oscurità a energia. Ricorre spesso l’idea di una ritualità sciamanica che invita ad immaginare, nel movimento della luce, a una musica solenne idealmente presente ma non udibile, al passaggio lento del tempo in uno spazio che si è dissolto.


La mostra resterà aperta fino al 6 gennaio 2025, nei giorni di Venerdì, Sabato e Domenica dalle ore 17.00 alle ore 20.00, in Via Zongo 45 a Pesaro. Testi e comunicazione Roberta Ridolfi.
