ARCO Lisboa
© Giovanni Sacco, Gibellina Nuova, Trapani

Luogo

Riccardo Costantini Contemporary
Via Giovanni Giolitti, 51 - Torino
Sito web
http://rccontemporary.com

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Data

Dic 05 2024 - Gen 31 2025
Evento passato

Ora

18:30 - 19:30

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Mostra

Giovanni Maria Sacco | Presente Remoto

Il 5 dicembre Riccardo Costantini Contemporary presenta a Torino la mostra fotografica Presente Remoto di Giovanni Maria Sacco a cura di Alessia Locatelli. 16 opere per la mostra che ripercorre la pluridecennale carriera del fotografo e della sua ricerca, da sempre tesa a indagare l’essenza e il
mistero del quotidiano e il senso generale di impermanenza nel mondo.
La ricerca della bellezza. In una natura morta, come in uno scenario di archeologia industriale. Nella precarietà e nel declino silenzioso delle umane cose, come nell’impassibilità delle costruzioni architettoniche. Una selezione dei lavori più significativi di Giovanni Maria Sacco (Roma,1954) per trent’anni professore universitario di informatica, ha seguito la sua vocazione per la fotografia, che
lo accompagna sin dall’età di otto anni. Le sue immagini spaziano tra temi diversi: rovine moderne, con una predilezione per le grandi fabbriche, architettura, nature morte, ritratti, nudi. Costante è la ricerca sull’essenza e il mistero degli oggetti e delle forme del nostro quotidiano e sul senso generale di impermanenza nel mondo.
“Nelle immagini esposte, Giovanni Maria Sacco condensa una ricerca dell’arcano non svelato, coniugata al rafforzato bisogno di realtà”, sottolinea la curatrice Alessia Locatelli. “Le fotografie offrono uno studio
accurato delle tecniche di rappresentazione, attraverso una precisa composizione del frame e l’uso attento e consapevole delle luci. Un connubio tra abilità e creazione che muove verso l’osservazione dettagliata e un’indagine sull’immanenza degli oggetti, in relazione alla loro mistica interiore”.
Presente Remoto propone una raccolta di immagini tratte da alcuni dei progetti più rappresentativi
dell’autore, come la serie Silent Theaters (tratta dal libro pubblicato da Kehrer Verlag, 2023), una narrazione visiva che apparentemente riguarda fabbriche abbandonate nelle quali regna lo stesso silenzio dei teatri dopo l’ultimo spettacolo: luoghi brulicanti di voci, rumori, persone e attività che improvvisamente arrestano la loro corsa, cadendo nell’oblio di un silenzio che avvolge spazi, oggetti, memorie. Dietro le vestigia di un passato industriale emerge il vero soggetto, che Sacco individua nella lenta ma dignitosa decadenza delle cose, delle speranze, l’epilogo delle fatiche umane. Difficile guardarlo dimenticando che è solo la tappa di un viaggio senza ritorno che trasforma tutto in polvere.
È in quel ‘Memento Mori’, che dà anche il titolo alla serie di nature morte, che lo sguardo del fotografo si
sofferma, diventando fotografia del tempo che avanza: lenta, colta, raffinata e curata nei minimi dettagli, come un dipinto fiammingo. Un lavoro sulle immagini che rispecchia una profonda conoscenza della luce e della tecnica.
Sacco con le sue fotografie non vuole stupire, non cerca di sorprendere. Ma misurando perfettamente gli
elementi che andranno a costruire il suo frame fotografico, egli accede a nuove forme caratterizzate da una decisa e profonda connotazione metaforica che provoca uno straniamento. La fotografia di Sacco è sottrattiva ed essenziale: tutto e solo ciò che serve, niente di più, niente di meno. I soggetti non sono colti in un’istantanea, bensì persistono in una condizione di sospensione metafisica, simile a quella realizzata in pittura da Piero della Francesca, Edward Hopper e Vilhelm Hammershøi.
L’assenza del tempo unita ad una grande attenzione per la composizione e la luce rendono le
fotografie di Sacco molto vicine alla pittura classica.

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