
Chris Rocchegiani | Aruspice
Sabato 13 gennaio alle ore 18 torna Sondare l’altrove con Aruspice, personale di Chris Rocchegiani a cura di Milena Becci. All’interno dello studio pesarese del fotografo Michele Alberto Sereni continua il percorso di accoglienza iniziato nel 2018 con un nuovo appuntamento, della durata di una singola giornata, la cui protagonista è una pittrice marchigiana che presenta un progetto installativo di grande intensità. L’evento è patrocinato da Pesaro 2024 Capitale italiana della Cultura e organizzato da Pelicula Studio Fotografico.
L’aruspice, presso gli antichi Romani, era il sacerdote designato all’esame delle viscere, e specialmente del fegato, delle vittime nei sacrifici. Era colui che verificava inizialmente se fossero ritualmente pure e, in seguito, anche per trarne indizi nell’interpretazione di prodigi. Ecco svelata l’origine del titolo di questa personale che prende avvio dallo studio del fegato di Piacenza, un modello bronzeo di fegato di pecora con iscrizioni etrusche, usato per l’appunto dai sacerdoti aruspici per le divinazioni, rinvenuto da un contadino durante l’aratura il 26 settembre 1877 nella località Ciavernasco, in provincia di Piacenza. Il manufatto si presenta suddiviso in 16 regioni marginali (che rappresentano la ripartizione della volta celeste) e 24 regioni interne. Ciascuna regione, sia interna che esterna, riporta inciso il nome di una divinità. Nella superficie del fegato, a destra, emergono tre protuberanze che corrispondono a tre elementi anatomici: la più piccola, di forma semi mammellare, rappresenta il processus papillaris, la seconda, molto simile ad una piramide, il processus pyramidalis, la terza, di forma molto allungata, la cistifellea. Gli etruschi ritenevano che il fegato rappresentasse l’origine del mondo e erano giunti a questa convinzione dopo aver osservato che, in ogni madre, la comunicazione con il feto avviene attraverso il cordone ombelicale che si connette al fegato (inciso sul modello bronzeo). Gli aruspici divisero il mondo in due parti: chiamarono destra quella che stava sotto settentrione e sinistra quella che era sotto la parte meridionale della terra.
Chris Rocchegiani ha deciso di pensare allo spazio dello studio pesarese come se esso stesso fosse il fegato di Piacenza, orientandolo secondo le coordinate nord-sud-est-ovest. È così che in concomitanza delle tre protuberanze vengono installati tre lavori pittorici liberi sul davanti e sul retro che scandiscono lo spazio definendo un percorso, definito e arbitrario nello stesso tempo, in cui è centrale la forte e profonda volontà di connessione tra l’artista e sua figlia Bianca. Il trittico Bianca e i demoni (Favola morale), racconta sicuramente di una battaglia, ma all’immediatezza della scena contrappone forti elementi di ambiguità. Chi combatte contro chi? Chi è il buono e chi il cattivo? Dove sono le frecce dell’arciere e chi ha scoccato le frecce contro l’arciere? Ambigua è la distinzione tra umano ed animale. Quello che ad una prima vista sembra essere l’uomo, l’arciere, nasconde ed in parte ingloba nelle sue forme quelle di un animale. Bianca e i demoni parla del sentimento di chi si sente contemporaneamente nel e contro il mondo, un sentimento che appartiene alla pittrice e che vede riflesso anche in sua figlia Bianca. Questo sentire, e quindi la scena dipinta, si può comprendere solo rimanendo simultaneamente coscienti di entrambi i punti di vista del mondo (del cacciatore e della preda – della disciplina e dell’istinto – dell’umano e dell’animale) perché indugiando in quello spazio si può cogliere qualcosa di più grande che collega e comprende entrambe le posizioni. La pratica pittorica di Chris Rocchegiani riconduce a diversificate visioni che allontanano dalla canonicità e unicità nell’utilizzo del mezzo espressivo. Questa visione, e la personale modalità di inclusione di variegati elementi sulla tela attraverso il colore, anche attraverso la considerazione della luce che li attraversa, l’hanno condotta e la conducono a sperimentare e ripensare continuamente tanto da voler mostrare, in questa occasione, anche il lato B delle opere, quello solitamente celato dalla parete.
SONDARE L’ALTROVE riapre con Aruspice le sue porte per includere, accogliere, comprendere e rigenerare il suo spazio, lo studio fotografico di Michele Alberto Sereni che, con l’artista Nevio Mengacci e la curatrice Milena Becci, ha ideato il progetto con la volontà di attivare connessioni. Il luogo di lavoro, di attività certosina e progettazione avvia un nuovo corso e nuove energie latenti emergono in modo più o meno marcato, sviluppano nuovi piani di profondità e prospettive trasversali, generando un ampliamento del senso comune e della visione.
La mostra sarà visitabile nell’unica giornata di sabato 13 gennaio, dalle ore 18 alle ore 20, a ingresso libero.
Chris Rocchegiani
Aruspice
A cura di Milena Becci
Pelicula Studio Fotografico – Centro Comm.le Mimosa
Via Federici – Pesaro (PU)
13 gennaio ore 18-20
Info: +39 329 4969275 / sondarelaltrove@gmail.com