ARCO Lisboa

Luogo

Mimmo Scognamiglio artecontemporanea
Via Goito 7 -  Milano

Categorie

Data

Dic 12 2024 - Feb 21 2025
Evento passato

Ora

18:00 - 19:00

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Mostra

Checkmate

La galleria Mimmo Scognamiglio presenta Checkmate
(Scacco Matto), mostra collettiva che vede interagire per la prima volta
negli stessi spazi espositivi una selezione di opere più recenti delle
artiste e degli artisti Sara Berman, Rusudan Khizanishvili, Pietro Moretti,
Yuxiang Wang e Alexandra Zarins.
Testo di Giuliana Benassi.
Il titolo della mostra evoca senza equivoci il gioco degli scacchi che nella
storia delle immagini viene spesso confinato a concetti di logica e strategia matematica, ma che in questo caso viene utilizzato per evocare una svolta definitiva, “la morte del re” (scacco matto deriva dal persiano “Shāh Māt” (هاش تام(, che letteralmente significa “il re è morto”): la
fragilità del potere al cospetto delle pulsioni interiori. Scacco matto è la
mossa prima di un cambiamento definitivo, è la magia inaspettata che
anticipa una trasformazione, è tutto ciò che viene dopo la razionalità, la
logica, la matematica. E’ uno spartiacque tra un prima ed un dopo.
Nella mostra le opere sono in dialogo, si guardano, indifferenti, come i
fanti e i re, ma sono tutte pronte a instaurare una rivoluzione d’intenti.
Ciascuna viene da molto lontano, si fa carico del proprio bagaglio culturale, dissolvendosi senza confini come avviene dopo lo scioglimento di un potere. Le opere si fanno testimoni della trasformazione del corpo tinta di magia, di un salto onirico oltre la struttura razionale di una
evoluzione conoscibile.
Qui la solitudine prima di una mossa premeditata, lascia spazio
all’imprevedibilità dell’osservatore-sognatore nello scorgere rifrazioni
personali.
Lo scacco matto è la malattia che trasuda dalle opere di Pietro Moretti,
l’esorcizzazione di uno stato di cambiamento. La melancolia delle
figure di Sara Berman lascia intravedere la meditazione solitaria, prima
di un gesto definitivo. I dipinti di Rusudan Khizanishvili invece portano in
scena una componente più archetipa e incarnano le libertà inaspettate
dopo la fine di una costrizione. Le opere di Alexandra Zarins portano la
nudità verso un limite viscerale, incarnano la disinvoltura del disvelamento delle imposizioni. Tramite i loro dipinti, le immagini primordiali
contenute nell’inconscio collettivo risalgono sulla superficie, riunendo le
esperienze della specie umana e della vita animale attraverso gli
elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni. Nel percorso
espositivo si intromettono poi i lavori di Yuxiang Wang, ulteriore “scacco
matto” alla mostra. Queste giocano con i materiali, lasciando emergere
la forza propulsiva di un’azione estremamente libera: come quella delle
leggi della fisica che agiscono al di là di ogni controllo.
Il complesso sistema di relazioni che viene innescato in questa mostra
vuole suscitare nell’osservatore una domanda che rimane aperta ma
che ci vuole far fare esperienza dell’intricata rete di forze che giocano
all’interno dell’universo, oltrepassati i limiti strutturali delle società. Una
miscela che pare costruire un mondo alchemico al di sopra della narrazione coerente con il mondo reale.


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