Immagini pittoriche astratte e manie figurative monocrome: sono le due anime rappresentative del sentire artistico di Ettore Pinelli (Modica, 1984 – vive e lavora a Modica). Proprio su questi due differenti modalità espressive s’impernia la sua ultima personale “Iconofilia Fantasma”, a cura di Milena Becci e Gabriele Salvaterra,presentata presso la Traffic Gallery di Bergamo.
Una produzione affatto scontata che pone l’osservatore di fronte a tematiche apparentemente lontane che raccontano l’orientamento e la direzione della ricerca intrapresa negli ultimi anni dell’artista: immagini, video ed iconografie ricavate dai media in cui evidenzia il rapporto interpersonale, portato allo stremo, che l’uomo contemporaneo ha con l’informazione.
Articolata e complessa, l’esposizione si rivela essere, in realtà, doppia. Appositamente ideata dall’artista e dai due curatori per essere esposta nei due ambienti complementari della galleria, “Iconofilia Fantasma” propone al pubblico tele di formato medio osservabili già nel contesto urbano grazie alle vetrine e agli affacci su strada dichiarando così il conflitto che si genera all’interno dello spazio espositivo.
In primis “Iconofilia”, a cura di Milena Becci, analizza la questione figurativa del lavoro di Pinelli attraverso alcune delle sue ossessioni pittoriche, come le scene concitate all’interno dei parlamenti e di guerriglia urbana. Opere composte da complesse rappresentazioni in cui si registrano istintivi ed irruenti gesti che popolano tali circostanze, quotidianamente veicolate dai mass media. L’essere umano, presente nella sua nuda e cruda realtà, fa da contraltare al supporto che, come fosse un display, accoglie tali figure investigate e restituite solo dopo averne offerto una sua interpretazione psicologica del fatto accaduto. Ciò che emerge da questi lavori è la forza dei nostri più bassi istinti di supremazia. Opponendosi al concetto bizantino di Iconoclastia, dottrina che vietava di esporre l’immagine umana in contesti sacri, Pinelli, analizzando questi convulsi scenari, suggerisce il suo pensiero. Le tele, prodotte in formato 16:9, fanno il verso alle reali immagini trasmesse dalla televisione col fine di trasformarle ed elevarle da profani episodi di vita ad icone sacre.
Mentre la seconda sala accoglie “Fantasma”, a cura di Gabriele Salvaterra, ove immagini coperte, celate, poste tra parentesi danno luogo a spazi vuoti, di sospensione col fine di rispondere ad un’esigenza distruttiva in perfetta antitesi con la necessità costruttiva osservabile in “Iconofilia”. Partendo da un dipinto figurativo perfettamente concluso, l’artista procede ad una continua e violenta velatura pittorica che rende il tutto come apparizioni sfuggenti, fantasmi visibili soltanto dall’occhio più attento. Procedimento che ricorda certe produzioni di Franco Angeli degli anni Sessanta come La Lupa Capitolina anche se il concetto di “cancellazione dell’immagine” lo avvicina, ma solo idealmente, a quella letterale effettuata da Emilio Isgrò. Contrariamente alle intenzioni dei due artisti sopracitati, Pinelli attua il processo del cancellare non solo come negazione o critica dell’immagine contemporanea bensì con l’intenzione di metterci davanti ad icone la cui presenza, seppur invisibile, svela la loro aura di potenza, la loro natura di feticcio.
La mostra è un invito ad andare oltre l’apparenza del vedere per riappropriarsi del proprio “sentire” ovvero, come direbbe Wittgenstein, del proprio “vedere come”.
“Iconofilia Fantasma” di Ettore Pinelli
fino al 25 settembre 2021
Traffic Gallery
Via San Tomaso, 92 – 24121 – Bergamo
Tel. +39 035 060 2882
email: info@trafficgallery.org
website: https://www.trafficgallery.org/