Enzo Cucchi, senza titolo, 2009. Olio su cartoncino nero, cm 25x32.5

Enzo Cucchi accende Tirana con “I soli di tutte le terre”

Inaugurata il 5 giugno 2025 presso il COD di Tirana, I soli di tutte le terre segna l’ingresso potente e poetico di Enzo Cucchi nel panorama istituzionale albanese.

Promossa dall’Istituto Italiano di Cultura e curata da Spazio Taverna, I soli di tutte le terre segna di Enzo Cucchi propone un viaggio affascinante attraverso l’universo visivo di uno dei protagonisti indiscussi dell’arte contemporanea italiana.

L’esposizione si articola in due sezioni principali che tracciano un percorso vivo e coerente: da una parte, una selezione di opere storiche degli anni Ottanta, come Quadro santo (1980), Carro di fuoco (1981), Paesaggio barbaro (1983) e Il miracolo della neve (1986), provenienti da una collezione privata e raramente visibili insieme; dall’altra, un focus dedicato al disegno, inteso da Cucchi non come pratica marginale ma come fondamento espressivo e meditativo della sua poetica.

Il dialogo costante con le Marche, regione natale e spirituale dell’artista, attraversa l’intera mostra. Nei piccoli dipinti e nei disegni esposti, si ritrovano colline, cipressi, luce e silenzi che rievocano un paesaggio interiore prima ancora che geografico. Cucchi non rappresenta le Marche, le evoca: ne trasfigura la presenza attraverso la materia pittorica, caricandole di una tensione metafisica che si fa linguaggio universale.

I soli di tutte le terre è anche un ponte simbolico: tra l’Italia e l’Albania, tra la pittura e il pensiero, tra il Mediterraneo reale e quello poetico che, come ricordano i curatori citando Matvejević, è “il mare dell’intimità”. Ed è proprio questa intimità, luminosa e arcaica, che Cucchi riesce a trasmettere al visitatore, con la forza quieta di un’arte che non ha mai smesso di interrogare il sacro, la natura e l’uomo.

In un’epoca in cui spesso l’arte sembra rifugiarsi nell’effimero o nel concettuale più rarefatto, la mostra di Cucchi a Tirana è un gesto controcorrente: un ritorno alla pittura come esperienza sensibile e spirituale, capace ancora di creare legami profondi tra i luoghi, le culture e le generazioni.

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