Trittico “d'aria d'acqua di terra” elaborazione fotografica cm 220 x120

Daniela Monaci: “COSMOGONIA”

Cosmogonia, una mostra avvincente e sconcertante, centrifuga e centripeta, composta di sequenze e cicli, accenni fugaci e affondi taglienti, l’alto e il basso, la materia naturale e la materia tecnologica, le parole e le immagini

Tre sono le componenti artistiche che si rivolgono a costruire questa mostra mettendo in atto una sinergia che deriva da percorsi diversi e che è in continuo movimento. Daniela Monaci con le fotografie, la creta, la carta, la pittura e il video. Sonia Gentili con le poesie – alcune nate per questa mostra. E il collettivo “l’uomo che non guarda” (Sonia Gentili e Ambrogio Palmisano), rivolto a elaborare i rapporti discontinui tra i diversi testi artistici. Perché di testi si tratta, nel senso etimologico del termine – textus, “tessuto” – applicato a immagini, parole e spazi. Cosmogonia è l’ordito concettuale di un desiderio irraggiungibile – un archetipo disomogeneo e sfuggente che nella declinazione della mostra configura messaggi destinati a scomporsi e ricomporsi senza fine. Come nel progetto di un viaggio che si indugia a intraprendere.

Daniela Monaci non esita a mettere in campo un repertorio di suggerimenti visivi differenziati accorpandoli e nominandoli in serie: Smarrirsi, uno sfondo monocromo e indistinto su cui transitano figure solitarie, solo per poco tempo, forse, e forse destinate a essere riassorbite in una dimensione indefinita di spazio/tempo. Arcipelago, un sistema di frammenti geologici – isole di creta che emergono dai segni astratti di mappe cartografiche degli oceani, quasi materia eruttiva di un mondo antico, fossilizzato. Acque e nuvole, profili di onde e montagne che forse sono dettagli di corpi immoti e giganteschi nella serie D’aria d’acqua e di terra. E Vertigine, in sequenza rami e tronchi che capovolgono terra e cielo.

Le poesie di Sonia Gentili si incidono e svaniscono nei riquadri allestiti sulle pareti, dettagli di un mondo che sembra via via vacillare, lentamente, incessantemente. Perché “negli occhi dell’uomo che non guarda / niente ha fine perché niente / ha inizio” come scrive Sonia Gentili mentre le sue parole fluttuano sugli schermi di un libro-installazione che non è un libro ma contiene testo e pagine come un libro.

Il percorso verso il mito della cosmogonia coincide con un pensare frammentato, che esige attenzione, concentrazione. E anche l’accettazione dell’imprevedibile. Come in una forma di meditazione chi percorre le sale del museo Bilotti è indotto a rallentare e a interrogarsi da un lato sugli intrecci dell’arte dall’altro sull’instabilità del proprio ruolo di osservatore e lettore.

Cosmogonia

di Daniela Monaci

a cura di Lorenzo Canova

Museo Bilotti – Aranciera di Villa Borghese

dal 16 giugno 2022 all’8 gennaio 2023