Un divano, due persone, un tempo per parlare. Sembra la premessa per una scenografia dove due personaggi vedono nell’elemento del divano la possibilità per entrare in intimità, intessere un dialogo e lasciare spazio alla profondità dei propri pensieri.
La Galleria Umberto Benappi, dal canto suo, vede il divano come centro nevralgico dove si possono incrociare le vite e le esperienze dei personaggi che gravitano, o hanno gravitato, attorno alla propria attività, addetti del settore che si fermano, si siedono, si guardano in faccia e parlano.
Crossroads è il titolo di questo progetto che vede le porte della galleria aprirsi ad un medium come YouTube, dove è possibile assistere ad una serie di incontri tra artisti, curatori, galleristi, collezionisti e giornalisti. Seduti su un divano rosso, queste personalità si trovano a discutere su vari temi e questioni attuali che riguardano l’arte ai giorni nostri, spesso a partire dalla pratica artistica degli autori scelti per costituire la mostra esposta in galleria.
Elena Bellantoni + Iole Pellion di Persano; Domenico Borrelli + Lisa Parola; Gisella Chaudry + Paola Stroppiana; Carlo D’Oria + Monica Trigona; Enrico T. De Paris + Roberto Mastroianni; Francesca Dondoglio + Olga Gambari; Daniele Galliano + Luca Beatrice; Paolo Grassino + Sofia Manfredi Grassino; Nicus Lucà + Enrico Remmert; Francesco Maluta + C. Zunino e F. Pistoi; Andrea Mastrovito + Giuseppe Pero; Frédérique Nalbandian + Yvette Bernizan; Piergiorgio Robino + Riccardo Ronchi; Marco Rubiola + Guido Andruetto; Jessica Wilson + Marco Niccoli.
Crossroads vuole altresì riportare l’attenzione al luogo fisico della galleria inteso come crocevia, luogo d’incontro e di scambio di opinioni e pensieri, che continua a vivere oltre il momento dell’inaugurazione. Spesso infatti nelle gallerie d’arte di oggi è difficile riscontrare un flusso corposo di persone che vanno e vengono durante tutto il periodo della mostra.
L’auspicio di questo esperimento è proprio quello di ripopolare gli spazi espositivi a prescindere dall’evento in sé, di proporre cultura e di mostrare un dietro le quinte che le opere da sole non lasciano sempre evincere. Un tentativo di dimostrare che il mondo dell’arte non deve essere percepito come una galassia lontana e per pochi.