Corinna Gosmaro, Aria calda, 2020 Olio e spray su filtro di poliestere, 180 x 800 cm Veduta dell'installazione alla Fondazione Memmo Courtesy: l’artista e The Gallery Apart   Foto: Daniele Molajoli.

Conversation Piece | Part VI

La Fondazione Memmo presenta Conversation Piece Part VI, il nuovo appuntamento del ciclo di mostre, a cura di Marcello Smarrelli, dedicate agli artisti italiani e stranieri temporaneamente presenti a Roma.

L’esposizione vede protagonisti Corinna Gosmaro (artista, CRT Italian Fellowship in Visual Arts presso l’American Academy in Rome), Philippe Rahm (architetto, borsista presso l’Accademia di Francia – Villa Medici nel 1999/2000 e attualmente residente a Roma) e Rolf Sachs (artista e designer svizzero, che ha da poco stabilito il proprio studio a Roma). Il sottotitolo della mostra, La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci, è una citazione contenuta nel saggio Come costruire un universo che non cada a pezzi dopo due giorni (1978-1985) dello scrittore Philip K. Dick, che ribadisce una visione positivista del reale, ancorata alla concretezza degli oggetti. La natura della realtà è anche il nucleo della ricerca del filosofo Maurizio Ferraris e del suo Manifesto del nuovo realismo (2012), secondo cui la realtà – contraddicendo alcuni “dogmi” del postmodernismo – non sarebbe infinitamente manipolabile, segnando il ritorno della “verità” e dell’“oggettività” quali strumenti validi per la lettura del presente. La mostra, nata da una serie di conversazioni con Philippe Rahm (Pully – Svizzera, 1967) e dalla sua ricerca tra architettura, arte e design (che l’autore stesso indica come vicina alle teorie del “nuovo realismo”), testimonia, anche attraverso le opere degli altri artisti coinvolti, una fiducia negli oggetti come possibili agenti di cambiamento. Le opere, quasi tutte realizzate appositamente per la mostra, sembrano reagire a queste sollecitazioni concettuali, cercando un dialogo tra loro, con gli ambienti della Fondazione Memmo e con la città. Rahm, noto per le sue innovative teorie sull’architettura, in linea con i principi della termodinamica, presenta Climatic Apparel, due capi d’abbigliamento unisex, due prototipi di quella che l’artista definisce “moda del Nuovo realismo” e che riflettono i principi del pensiero di Ferraris: la fiducia nella possibilità di poter incidere sul reale attraverso l’unione di tecnologie, studio dei materiali e formalizzazione estetica. I due abiti – realizzati in collaborazione con la socia Irene D’Agostino e con il brand francese About a Worker – capaci di reagire alle condizioni atmosferiche, richiamano il tema dei cambiamenti climatici, campo di ricerca dell’artista da diversi anni. Saranno allestiti in un set che riproduce la variazione di luce stagionale – invernale ed estiva –, esaltando le proprietà tecniche dei tessuti e saranno indossati da due modelli in una sfilata/performance che animerà l’inaugurazione. Il giorno successivo, mercoledì 15 gennaio alle ore 18.00, saranno gli stessi Maurizio Ferraris e Philippe Rahm a confrontarsi sui temi della mostra in un incontro ospitato all’Istituto Svizzero di Roma.

Corinna Gosmaro (Savigliano – Italia, 1987) sperimenta come il dato reale possa costituire il senso più profondo di un’opera d’arte attraverso l’installazione Aria calda. In un perimetro delimitato da un tappeto rosso sono esposte due tipologie di lavori: dipinti realizzati su filtri per l’aria e sculture prodotte con dei corrimani in ottone. Opere create attraverso il riscorso a oggetti d’uso comune, che si caratterizzano per la loro estrema concretezza e si muovono su un terreno liminare tra pittura, scultura e design. L’artista sfrutta le caratteristiche fisiche dei filtri (porosità, trasparenza, leggerezza, ma anche le notevoli dimensioni) per restituire immagini liriche, reminiscenze di paesaggi colti da un mezzo in movimento, mentre le sculture in ottone creano architetture ascensionali con cui il pubblico può interagire. Dipinti e sculture nascono da una presa diretta del dato reale e rimandano alla possibilità di registrare e trattenere traccia dei fenomeni connessi al loro essere in uno spazio fisico, in particolare il passaggio dell’aria e delle persone. Spiazzante e non privo d’ironial’intervento di Rolf Sachs (Losanna – Svizzera, 1955), che presenta opere realizzate a partire da oggetti di uso quotidiano o elementi naturali, trasformati e riassemblati, capaci di manifestare lo spiccato interesse dell’artista per la componente manuale e la sperimentazione sui materiali. Una dichiarazione di adesione al “nuovo realismo”, così come lo studio fotografico temporaneo allestito durante l’inaugurazione in cui l’artista realizzerà i ritratti dei visitatori, immediatamente stampati e appesi a parete, coinvolgendo il pubblico in maniera attiva, trasformandolo da spettatore ad artefice e soggetto stesso dell’opera d’arte. All’ingresso Sachs collocherà inoltre dei container colorati, identici a quelli utilizzati per la raccolta differenziata; ogni container sarà contraddistinto da un’etichetta legata a uno stato d’animo negativo, invitando così il pubblico, nel momento in cui getterà un rifiuto, a liberarsi metaforicamente di quei pensieri.

INFORMAZIONI

Mostra: Conversation Piece | Part VI – La realtà è ciò che non scompare quando smetti di crederci

Curatore: Marcello Smarrelli

Assistente curatore: Saverio Verini

Luogo: Fondazione Memmo, via Fontanella Borghese 56/b, 00186 Roma

Inaugurazione: martedì 14 gennaio 2020, ore 18.00

Apertura al pubblico: 15 gennaio 2020 – 22 marzo 2020

Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 18.00 (martedì chiuso)

Ingresso libero

Informazioni: Benedetta Rivelli: +39 06 68136598 | info@fondazionememmo.it | www.fondazionememmo.it