Ci lascia Lucia Spadano, fondatrice e direttrice di Segno

Si è spenta nella notte del 22 febbraio Lucia Spadano, fondatrice e direttrice della nostra rivista, lasciando un vuoto incolmabile, non solo nella famiglia della vita ma anche e soprattutto in quella più grande di Segno, fatta di tanti amici, artisti, critici, collezionisti e amanti dell’arte.
Una vita, per l’appunto, dedicata all’arte, dove con la sua penna inconfondibile ha raccontato e descritto l’opera di tanti artisti oltre a essere stata testimone di momenti cruciali che hanno scritto la storia dell’arte contemporanea.

Amante delle lettere, aveva frequentato il liceo classico, fine conoscitrice dell’opera, giornalista da quarant’anni (nel 2019 l’odg  d’Abruzzo le assegnava un importante riconoscimento alla carriera) nel 1976 con l’amato Umberto, sempre al suo fianco, ha l’intuizione di fondare una rivista che avrebbe fatto storia e compiuto mezzo secolo fra due anni appena. Purtroppo Lucia non vedrà questo traguardo ma a lei, alla sua tenacia e intuizione si deve questa lunga e splendida storia della rivista.

Nella Pescara della fine anni ‘70, dopo avere abitato a Torino, torna con il marito Umberto trovando una situazione effervescente che convince entrambi a realizzare un prodotto che potesse infornare gli appassionati d’arte su quanto accadeva nelle grandi città, ma non solo. Anche Pescara a quel tempo mostrava quanto la provincia potesse offrire tanto. Ricordiamo qui come in quel momento le esperienze di galleria come quella  di Mario Pieroni, ad esempio, offrisse le prime occasioni per vedere le opere di artisti quali Luigi Ontani, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Gilberto Zorio, tanto per citarne alcuni, all’epoca giovani del cui lavoro Lucia ha scritto articoli memorabili fissandone il valore nel contesto della critica d’arte.

Artisti divenuti famosissimi e legati a lei e alla rivista Segno da una profonda e sincera amicizia. Ancora, si pensi alla presenza di Beuys in quegli anni con il quale Umberto e Lucia avevano dato alle stampe lo storico numero dedicato alla Difesa della Natura.
Infine, ricordiamo gli scomparsi Franco Summa e Ettore Spalletti lanciati dalla rivista, fraterni amici di un’avventura straordinaria.

Non finisce qui. Fra le firme di Segno ci sono i più importanti nomi della critica d’arte:  Achille Bonito Oliva, Tommaso Trini, Filiberto Menna, Germano Celant, Francesco Vincitorio, Enrico Crispolti, Giorgio Di Genova, Pietro Marino, Rossana Bossaglia sono solo i primi di un lungo elenco che continua ancora oggi. Fra quelli della generazione successiva , Laura Cherubini, Barbara Tosi, Marco Meneguzzo, Giorgio Verzotti, Titti Danese, Antonio d’Avossa, Angelo Trimarco e Paolo Balmas.
E ancora, Francesco Moschini, Italo Mussa, Maria Luisa Frisa, Flaminio Gualdoni, Giuseppe Frazzetto,  Demetrio Paparoni, Viana Conti, Marisa Vescovo, Giacinto Di Pietrantonio.

Grande merito di Lucia è stato senza dubbio dare spazio a giovanissimi studiosi, intuendone capacità e talento fino a vederli crescere poi non solo nei più importanti quotidiani d’Italia ma anche come curatori d’arte di fondamentali mostre e biennali.

Tanti sono anche i galleristi del cui esordio Lucia è stata testimone: Ugo Ferranti, Fabio Sargentini, Pio Monti, tanti quelli diventati amici: da Lia Rumma, Pasquale Trisorio, Lucio Amelio,  Peppe Morra fino a Paola Verrengia e molti altri.

La vita di Lucia legatissima alla rivista dove vita e arte di sono sempre sovrapposte e confuse, non si è fermata mai al solo territorio italiano. Anche all’estero è il caso di dire che ha lasciato il segno. Sempre presente nelle più importanti fiere d’arte, da Madrid a Parigi fino a Basilea, grazie a lei, alla sua empatia e curiosità oggi Segno è conosciuta in tutta Europa.

Si potrebbe raccontare molto di più della vita di questa donna straordinaria, ma senza dubbio ciò che vale ricordare è la sua immensa generosità. Non c’è persona nel mondo dell’arte contemporanea, artista, collezionista, gallerista o critico, che non debba a lei un grazie o un ricordo giocoso.

Vale la pena ricordarla per come è stata. Bella con la sua inconfondibile chioma rosso fuoco, sorridente e affettuosa con tutti. Nelle mostre, nelle fiere la sua assenza fisica di percepirà ma la sua eredità resta nelle pagine di una rivista che ha scritto e continua a scrivere la storia dell’arte.

Umberto, i figli Roberto, Massimo, Paolo e Davide, tutta la famiglia e tutti gli amici di Segno oggi si stringono a lei in un abbraccio infinito.

Maria Letizia Paiato

Storico, critico dell’arte e pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, insegna Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Dottore di Ricerca (Ph.D) in Storia dell’Arte Contemporanea, Specializzata in Storia dell’Arte e Arti Minori all’Università degli Studi di Padova e Laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Ferrara, è ricercatore specializzata nel campo dell’illustrazione di Primo ‘900. La trasversalità d’interessi maturata nel tempo la vede impegnata in diversi campi del contemporaneo e della curatela, della comunicazione, del giornalismo e della critica d’arte con all’attivo numerose mostre, contributi critici per cataloghi, oltre a saggi in riviste scientifiche. Dal 2011 collabora e scrive con costanza per Rivista Segno, edizione cartacea e segnonline. letizia@segnonline.it ; letizia@rivistasegno.eu

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