Christina Zurfluh

Christina Zurfluh

Fino al 27 marzo la Mario Mauroner Contemporary Art di Vienna propone il lavori dell’artista Christina Zurfluh

Al AAA Design + Projects Space del Mario Mauroner di Vienna, Christina Zurfluh ci seduce ancora prima di entrare in galleria. Dallo schermo in vetrina che proietta per i passanti, l’artista armata di scalpello e carta vetrata, sventra minuziosamente una tela imbevuta di vernice blu, tormentando a martellate il dipinto in un atto di trasformazione che avviene tra le mura del suo studio. Lo scontro tra la pittrice e il materiale grezzo si riconcilia negli strati spessi dell’opera, attraverso lo sfogo fisico e le resistenze dei tessuti, tramite immagini consapevolmente rielaborate negli strappi, nei lembi e nelle strisce di pittura. I numerosi livelli di vernice asciutta, sovrapposti e amalgamati, combaciano in un ibrido che incorpora il quadro, la scultura e il collage in un’unica struttura.

Making the Blue, è un video filmato durante il lockdown che racconta la creazione di Blue Monochrome, una delle otto sculture esposte al MAM. Nelle composizioni monocromatiche, le tinte acriliche e ad asciugatura rapida reagiscono ai materiali di contatto, distribuiscono il colore in discordanze, riverberi e nervature che potresti analizzare per ore. Attraverso la luce, mi spiega Judith Radlegger, Gallery Director al MAM, accompagnandomi per lo spazio espositivo, la scultura assorbe lo spazio circostante e la nostra presenza nel valore figurativo, trasformando il delicato ordine monocromatico, e riflettendo nuovi colori, incessantemente: una gamma di verdi nel nero di Black in Black, una ricchezza di rosa in Yellow in Yellow. Nella pura astrazione, la tridimensionalità si trasforma in surrealismo: i quadri sgocciolano pittura, lasciano  trasparire la funzione dell’opera nei dettagli, arrestano il tempo, la gravità e lo spazio nella solidificazione simbolica dei bordi delle sculture. 

«L’astrattismo di Christina sembra quasi ricalcare la bizzarria dei tempi che stiamo vivendo» – ammette Judith, raccontandomi di come il project space, normalmente dedicato all’incontro tra design, architettura e arte, abbia in questo caso  fornito un valore aggiunto alla mostra. «La gente ultimamente ha paura di entrare nelle gallerie, vuole vedere qualcosa di nuovo ma non vuole interagire. Il secondo lockdown ci ha costretti a chiudere la galleria fino a fine febbraio. Ma durante questi mesi, abbiamo iniziato a notare come molte persone si fermassero per strada per osservare il video proiettato dalle vetrine, regalandosi un piacere puramente estetico e di contemplazione del quale abbiamo tutti certamente bisogno». Il design della poltrona rosso fiammante The Big Easy, opera del designer londinese Ron Arad, arricchisce lo spazio espositivo, invitando l’osservatore a entrare e diventare partecipante attivo in un futuro post Covid dove la galleria torna a essere salotto, cullando il visitatore in una dimensione quasi spirituale. E non sorprende come si possa rimanere conquistati dalle vetrine per ore: nell’opera GREEN IN GREEN il concetto stesso di pace contemplativa sembra essere custodito nella gamma cromatica, in una totalità finita da sembrare il risultato di una coincidenza lasciata al caso.  Ma Christina è ben lontana dal non sapere cosa stia facendo, conosce i materiali e sa come tenerti incollato ai suoi quadri finché fa buio, anche con un video proiettato 24 ore su 24, anche quando fuori c’è il coprifuoco.

Christina Zurfluh
MAM VIENNA – AAA
19 Dec 2020 – 27 Mar 2021