Chiaroscuro appuntamento fisso col quale Galleria Studio G7 è solita concludere la stagione espositiva, quest’anno affronta un tema fortemente attuale: l’importanza che ricoprono le immagini ed il loro conseguente impatto ed influenza nel nostro quotidiano perlopiù cadenzato dalla loro pervasività ed onnipresenza.
Un tema di grande attualità se solo si pensa al periodo di distanziamento sociale che abbiamo vissuto nei mesi appena trascorsi costringendoci a casa spesso davanti ai media. Un ragionare dunque sulla centralità dell’immagine, attraverso opere diversificate, selezionate tra quelle di alcuni artisti che collaborano con la galleria, sia essa scultorea, sensuale, legata alla memoria, alla traducibilità di un’astrazione, ad una presenza- assenza o in transito.
La mostra curata da Leonardo Regano sotto la direzione artistica di Giulia Biafore, già durante i primi momenti di visita, mette il visitatore nella condizione di vivere quello scarto tra virtuale e reale, esperito durante il pre ed il post lockdown. Il visitatore accolto nell’ingresso dell’ufficio è invitato ad accomodarsi su una seduta ed indossare un visore per vedere in anteprima la mostra accompagnata dalla voce narrante del curatore in un’esperienza da“déjà vu da quarantena”, per poi essere condotto nella sala principale dello spazio espositivo e fruire delle opere senza filtro per una visione diretta e non mediata e ritrovare dunque un personale modo di vedere.
Le opere scelte appartengono a sette artisti diversi per età e percorsi, accomunate da un senso di leggerezza, quasi i lavori si muovessero nella dimensione della sottrazione, piuttosto che sull’accumulo, sull’equilibrio, sul tracciare l’ineffabile. È il caso delle opere geometriche smaltate su specchi argentati di Jacopo Mazzonelli che replicano graficamente tre tipi differenti di sonorità (suono acuto, dolce e piatto) o dei vapori su garza, carta e nero fumo di Gregorio Botta tracce di una visione che emerge, o di Spie, interventi mutuati dalla tecnica di restauro di Franco Guerzoni su libri dalle estetiche pompeiane che riecheggiano storia e memoria, o di Bow Tie Lesson, gigantografia fotografica di Bill Beckley, i cui nastri in movimento creano vortici e sinuosità astratte da sembrare frutto di sapienti pennellate. Si muovono nella stessa direzione di cui si accennava poc’anzi le nuvole in viaggio immortalate tramite la tecnica della fotografia stenopeica da Mariateresa Sartori durante una residenza in Francia, i lavori facenti parte della serie Soggetto assente di Daniela Comani che in un sovvertimento del senso comune, ritaglia la figura umana dal quadro cosicché la mancanza diventa presenza conferendo alla bidimensionalità dello scatto un aspetto volumetrico, ed Estensione, geroglifico scultoreo a parete di Eduard Habicher giocato sulla coesistenza di materiali dicotomici come vetro e metallo che si fondano in una enigmatica osmosi . Una mostra questa che – dopo il sovraccarico di immagini che ha caratterizzato il nostro isolamento nel periodo di lockdown spesso proposto in maniera esasperata forse per colmare e sopperire ad una mancanza effettiva determinata dal contingente – testimonia l’esigenza di levità , per attuare quasi una sorta di controbilanciamento, una necessità di sgravio, dove il vuoto diventa pieno, la pausa risuona, e l’ombra rivela una luce.
L’esposizione rientra nel progetto Gallery to Gallery che sino al 24 luglio vede la partecipazione di 6 gallerie bolognesi – Galleria Astuni, Car DRDE, De’ Foscherari, Gallleriapiù, Otto Gallery e Studio G7 – impegnate in sinergie ad accogliere lo spettatore in un percorso a sorpresa (con prenotazione obbligatoria) in cui sa dove parte ma non dove arriva, che lo metta finalmente in relazione con le opere dal vivo dopo due mesi di distanziamento sociale. Le gallerie che aderiscono a questa iniziativa sono mosse da ideali comuni e dalla volontà di fare rete in un momento particolarmente delicato per l’intero sistema culturale come quello odierno: “portare la bellezza nei momenti difficili è necessario e lo è ancora di più sostenere gli artisti e tutto il meraviglioso ecosistema del contemporaneo così fragile allo stato attuale”.
CHIAROSCURO
28.05-18.09-2020
Galleria STUDIO G7
Via Val D’Aposa 4/A
40123 Bologna BO
051 2960371 – +39 3398507184
info@galleriastudiog7.it
La mostra è visitabile su appuntamento.