A George piaceva mangiare il muro della stanza. “Smettila” gli diceva il padre. Ma George continuava. Suo padre andò in farmacia e comprò un flacone di pillole di muro. George le ingoiò tutte e la testa gli diventò una casa. George era contento di giocare con la sua testa-casa, il padre invece era triste, perché tutti gli dicevano “Ma che strano bambino che ha”.
Leonora Carrington
La visionarietà di Leonora Carrington, autrice del testo “Il latte dei sogni”, ha ispirato Cecilia Alemani, curatrice della 59a Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia 2022. Il latte, il bianco, non esaurisce mai le proprie potenzialità narrative. Dagli Achrome di Piero Manzoni alle Superfici bianche di Enrico Castellani il desiderio di catalizzare la luce, che nella sintesi additiva di Newton è la sintesi di tutti i colori, ha percorso la storia di artisti e scrittori.
Il Bianco a Oleggio, nella mostra curata da Risha Paterlini, in un palazzo storico neoclassico di grande prestigio, oggetto di un importante e accurato restauro filologico e conservativo a cura di Lorenzo Bini dello studio Binocle, ha un valore e un rimando concettuale ancora diverso. Il Bianco qui è veramente il fil rouge perché appartiene alla storia dei collezionisti Laura e Luigi Giordano.
Luigi Giordano è l’erede di un’importante azienda casearia, fondata dal padre Amedeo originario della Costiera Amalfitana, in una cittadina come quella di Oleggio considerata la “Città del latte”, come recita l’insegna di ingresso al complesso urbano. La sua lungimiranza, e quella della moglie Laura, è dovuta ad una esperienza maturata già in età precoce. Da giovane, l’imprenditore frequentava Enzo Cannaviello e con lui visitava gli studi d’artista, frequentava le mostre e le gallerie napoletane come quelle di Lia Rumma e Alfonso Artiaco.
La sua formazione, il suo spirito curioso, lo hanno portato a pensare che l’arte non ha nulla a che fare con la decorazione ma ha la proprietà di rivelare l’aspetto invisibile delle cose, è un fatto mentale ed ha profonda connessione con la dimensione psichica, ci rende liberi e ci permette di conoscere a fondo noi stessi.
Lo spazio espositivo privato di Oleggio risponde ad una vera vocazione locale. La destinazione data a Palazzo Bellini è infatti quella di dare visibilità all’arte contemporanea per farla diventare arte pubblica in un territorio che necessita di offerte di questo tipo.
L’acquisto di Palazzo Bellini è stato il coronamento di un sogno: finalmente la collezione avrebbe potuto trovare una vetrina importante. Qui sono abbinate la residenza storica e uno spazio adatto per l’arte contemporanea, un dono della famiglia Giordano alla città di Oleggio.
Nel palazzo, accanto alle raffinate decorazioni pittoriche del Settecento, agli stucchi, nelle sale con tappezzeria ottocentesca, trovano posto le opere di artisti come Anselm Kiefer, Anne Imhof, Vanessa Beecroft, Pascale Marthine Tayou. Lo stupore cresce quando si scoprono al secondo piano Untitled #3 di Giulia Cenci, Fade to Black, con inchiostro fosforescente, di Philippe Parreno e Milkstone di Wolfang Laib, un marmo bianco di Carrara che raccoglie in un leggero incavo una porzione di latte fresco. Nell’intuizione dei collezionisti non basta la presentazione delle opere in questo straordinario contesto e pertanto hanno pensato di affidare ad una storica dell’arte, Francesca Valentini, e a Federica Mingozzi, responsabile Educazione e rapporti con il territorio, la realizzazione di un Public program, ARTESOFIA, dedicato a filosofia, arte e letteratura, al quale si aggiunge un progetto per le scuole. SPA si configura così nella sua completezza, un centro d’eccellenza per l’arte contemporanea.
Bianco
SPA Spazio Per Arte
Palazzo Bellini Oleggio NO
Dal 25 novembre 2023 al 31 luglio 2024