Beyond Binaries, Ginevra Petrozzi, Propethai, photo credits Chiara Cor, courtesy Erinni

Beyond Binaries,
l’identità umana fluida nelle relazioni aperte

A Roma da AlbumArte, fino al 28 settembre 2022, è Beyond Binaries, con le artiste Mara Oscar Cassiani, Collettivo Call Monica, Ginevra Petrozzi e Giulia Tomasello, a cura di Erinni, collettivo curatoriale fondato nel 2021, dalle curatrici Arianna Forte e Daniela Cotimbo e dalla studiosa ed esperta di tematiche di genere Cinzia Forte.

La mostra Beyond Binaries da Albumarte a cura dell’Associazione Erinni è la restituzione del progetto omonimo nato a seguito di un programma di residenza e frutto di un’esperienza umana di arte partecipativa e transfemminista svoltosi nel quartiere romano di Torpignattara lo scorso giugno. Le azioni delle artiste tradotte in opera, nel rispetto delle molteplici identità che le hanno vissute, intendono in questa collettiva aprire nuovi orizzonti e condurre sempre più persone a una visione del sentire, dell’attraversabilità e del cambiamento come comprensione della diversità che siamo e viviamo.

Bisognerebbe avere la possibilità di modificare il proprio corpo a seconda della moltitudine di identità che la mente produce, bisognerebbe avere la possibilità di non lasciarsi riconoscere, una Babele di volti cangianti, di essere in continua metamorfosi. Una nuova era, un’era in cui il corpo non è più una dichiarazione: di appartenenza, di razza, di sessualità. Estendersi, modificarsi, disperdersi, moltiplicarsi: dei mutanti potenziali, cosi già siamo dal punto di vista della biologia, della genetica e della cibernetica, ma è a partire dal desiderio, dalle passioni, che è possibile la mutazione che stacca l’essere da qualsiasi localizzazione, da qualsiasi definizioni e lo proietta nello spazio incerto e affascinante delle possibili modificazioni e delle aspirazioni evasive.   

Francesca Alfano Miglietti, Identità mutanti, dalla piega alla piaga: esseri delle contaminazioni contemporanee, 1997

Un testo che ben esplicita un concetto forse ancora poco compreso, ovvero l’idea di cambiamento come principio immanente la vita stessa. Bisogna capire che senza questa visione prospettica trasformativa siamo destinati a restare isolati poiché cambiare significa anche mettersi in gioco e, soprattutto, farlo con gli altri, insieme, in relazione. Senza alterità non esiste identità.  In quest’ottica è, a mio avviso, il progetto Beyond Binaries curato dalle Erinni, che nella loro identità nominativa, perfettamente incarnano la forza mitologica di rispondenza a quesiti esistenziali, essenziali e urgenti che, oggi più che mai, richiedono un impeto trans_umano che attinge a sfere più alte/altre. Ebbene, oltre i binari nasce la volontà di indagare nuove e differenti traiettorie, affrontare sfide non ordinarie e attraversare i territori intricati del corpo, dell’identità, del genere, anche mediante l’esplorazione di dispositivi multimediali, per ritrovarsi e identificarsi in quella dimensione di bellezza varia e unica, di bene fragile. La mostra, oltre a restituire un progetto di residenza ci rende partecipe dell’esperienza che fluisce e ci unisce nell’identità umana, stimola quindi interessanti riflessioni sul corpo, sull’identità e sulla dimensione relazionale…sul presente futuro.  

Il corpo, oltre il binarismo, ha una fonte autentica come bisogno nella forma artistica, siamo bi_esseri in un contesto uni_versale. Bisogna partire da ciò che vediamo per dare un “senso” di cambiamento nel corpo che, trasformato, rispecchia una identità in mutamento. Ma l’identità diviene possibile solo se c’è la consapevolezza della relazione desiderata. È necessario quindi aprire se stessi alla dimensione altra, a tutto ciò che non siamo, tessere quella relazione con la diversità che è insita in ognuno di noi ma che temiamo nel riflesso altrui. D’altronde di fronte a uno specchio siamo i primi a non riconoscerci, vediamo un’immagine che non corrisponde al nostro io, spesso è questo primo passaggio a chiuderci nei nostri involucri che ci abitano ma che non abitiamo, ed è questa paura della nudità che ci porta all’eliminazione del reale, fuori controllo, e dell’Altro che, in quanto specchio, non accettiamo ma distruggiamo.

Tutte le artiste coinvolte, con linguaggi e pratiche differenti, hanno presentato un’indagine interessante che ha posto in evidenza varie tematiche emerse dalla relazione con le persone che abitano e attraversano il territorio. La traduzione delle esperienze laboratoriali in un percorso espositivo è risultato, in modalità sempre interattiva, stimolante; ha senz’altro ampliato visioni e aperto nuovi punti di osservazione. I lavori hanno focalizzato altresì l’attenzione sull’importanza corale e congiunta di un unicum progettuale orientato all’attivismo e alla vera partecipazione, andando ben oltre la sensibilizzazione specifica di tematiche femministe, rimarcando la forza dell’unione, essere e fare insieme per far valere valori umani universali.  

In particolare le artiste hanno cosi tradotto in opere le azioni realizzate durante la residenza: Mara Oscar Cassiani presenta, in una veste rinnovata, Nuovo Habitat, una video installazione con degli elementi site specific relativi alla performance avvenuta il primo luglio presso la terrazza di Casilino Sky Park, il progetto aspira alla costruzione di nuove forme culturali in contrapposizione agli stereotipi di genere, avvalendosi della cultura del gaming. Call Monica— composto da Barbara Bordoni, Est Coulon, Gaia Ginevra Giorgi, Alessandra Grieco e Theresa Maria Schlichtherle— collettivo di performer che indaga lo sguardo patriarcale come costruzione culturale e vettore di potere ha realizzatoPolitics of walking, una mappa affettiva del quartiere romano. Ginevra Petrozzi ha presentato, durante l’opening, la performance Prophētaiin cui confronta la funzione degli algoritmi con quella predittiva di alcune tecniche divinatorie, dando la possibilità al pubblico di interagire e alterare l’algoritmo. Infine, Giulia Tommasello, artista e designer, esplora il mondo della salute intima femminile con l’installazione site specific Chi è Louisa (?): attraverso “oggetti parlanti”, testimonianze dirette e progetti di biohacking, l’artista indaga come sovvertire i protocolli e i tabù inerenti al sistema medico e alla conoscenza relativa al corpo femminile, rivelandone la natura patriarcale.

Beyond Binaires è un progetto che ci porta a guardare oltre, a sondare nuove e differenti possibilità virtuali, reali ma soprattutto umane…nell’ottica di un ritorno al nostro essere primigenio, unico e indistinto, a quell’idea che in ciascuno di noi ci sia ogni genere perché solo pensandoci indifferenziati possiamo realmente accogliere qualsiasi relazione e, attraverso la stessa, affermare quella che chiamiamo identità. Perché è l’altro, non io, che riconosce che ci siamo. La relazione è la via per comprenderci e accettare la diversità e il cambiamento, l’umanità universale.  

Beyond Binaries è vincitore del bando VitaminaG nell’ambito del programma Generazionigiovani.it, finanziato dalle Politiche Giovanili della Regione Lazio con il sostegno del Dipartimento per la Gioventù.

Beyond Binaries | Mara Oscar Cassiani, collettivo Call Monica, Ginevra Petrozzi, Giulia Tomasello
a cura di Erinni
Mostra visitabile fino al 28.09.2022
Albumarte, Via Flaminia 122, Roma
Orari: dal martedì al sabato dalle 15:00 alle 19:00
Contatti: info@albumarte.org 
Tel 06 2440 2941