Il workshop si inserisce all’interno delle attività scientifiche ed eventi culturali, organizzati dal Dipartimento di Architettura in collaborazione con la Fondazione No Man’s Land – della quale Mario Pieroni è il presidente – nell’ambito di una convenzione, in essere, che li vede protagonisti. La Fondazione prende il nome dall’installazione realizzata nel 2016 da Yona Friedman e Jean-Baptiste Decavèle presso Loreto Aprutino (Pe), in località Contrada Rotacesta.
L’iniziativa è totalmente incentrata sul rapporto intimo, necessario e senza tempo tra Arte e Architettura, e sul ruolo del progetto, considerato strumento di responsabilità sociale in sintonia con la natura e l’uomo. In virtù di ciò, l’obiettivo del workshop è la realizzazione, presso No Man’s Land, de “La città dei rifugiati”, su progetto e disegno di Yona Friedman.
Il seminario di ieri ha contato sulla presenza di molteplici figure, a partire dall’apertura e dai saluti istituzionali di Lorenzo Pignatti, Direttore del Dipartimento di Architettura, e di Mario Pieroni, presidente di “No Man’s Land Foundation”, il quale ha condotto, inoltre, l’introduzione al tema.
Roberto Sala, docente all’Accademia di Brera e Direttore editoriale della rivista Segno, ha illustrato e descritto le varie fasi, dall’origine a oggi, di No Man’s Land, del quale fa parte – come detto poco sopra – il workshop dell’installazione “La città dei rifugiati”. A seguire, infatti, vi è stata la presentazione e descrizione della suddetta installazione da parte di Jean-Baptiste Decavèle, artista e coordinatore del progetto di Yona Friedman, il quale affiancherà il gruppo degli studenti selezionati per realizzare l’opera. Il workshop “Architettura Mobile” e l’iniziativa progettuale si legano, in realtà, a una serie di eventi culturali precedenti: a dimostrarlo, ieri, Concetta D’Aurelio e Alessandra Gabriele, docenti dell’Istituto Comprensivo di Loreto Aprutino, le quali, oltre a descrivere le esperienze passate, hanno gettato uno sguardo sul futuro, in attesa di nuove occasioni e collaborazioni. L’intervento di Federico Bilò, architetto e docente del Dipartimento di Architettura di Pescara, si è incentrato invece sul rapporto, necessario e complesso, tra le due parole chiave dell’iniziativa: Arte da una parte e Architettura dall’altra.
Nella parte conclusiva del seminario, è stata introdotta la Call for student: Pasquale Tunzi e Alberto Ulisse, architetti e docenti del Dipartimento di Architettura, hanno descritto le varie parti che compongono il bando, rivolto a tutti gli studenti Ud’A. I candidati selezionati – in numero di massimo 20 – saranno suddivisi in due gruppi: il primo, affiancato dai docenti referenti dell’evento e da Jean-Baptiste Decavèle, sarà chiamato a realizzare l’opera “La città dei rifugiati”; il secondo gruppo, guidato da Roberto Sala e Gino Di Paolo, esperto di comunicazione e fotografia, si dedicherà, invece, alla comunicazione e divulgazione dell’evento.
No Man’s Land, la Terra di Nessuno: ove, però, ciascuno è chiamato a esprimere se stesso.