Per l’iconografia medievale, più bianco del bianco è l’oro. In quanto luce abbacinante, l’oro è mezzo di astrazione dal terreno, strumento capace di eternare, esso definisce il divino, partecipa allo scambio con il celeste. È dilatazione del tempo.
La serie dei Ravennati possiede i caratteri degli equilibri articolati, multiformi, non riducibili alla somma delle loro parti in quanto esperienze di ordine autonomo retto dalle sue stesse variabili. Le fotografie, materia prima dell’opera di Anna Dormio, sono selezionate, archiviate dall’artista nelle città vissute, raccolte come reperti secondo una logica personale guidata da sensibilità e minuzia archeologiche. Sono immagini analogiche, in bianco e nero, atti di persistenza della memoria che, con l’intervento artistico, subiscono un processo di stilizzazione rendendo possibile per il pubblico l’appropriarsi della memoria altrimenti arginata entro i confini del privato. La foglia d’oro con cui l’artista interviene cela i connotati dell’immagine, ne fa icona, allegoria. Si attua così una forma di sacralizzazione del quotidiano attraverso i parametri ripensati di un’iconografia storicizzata, come quella della tradizione musiva ravennate appunto, dove l’oro consegna vite e vissuti alla continuità del tempo, dunque all’eternità. La memoria, così slegata dalla sua specifica appartenenza, diventa ambigua e mutevole, e, pertanto, eredità comune. Le variabili dell’esperienza sono ancora rintracciabili nei dettagli esclusi dal processo di cancellazione garantendo, con la loro presenza solida ma decontestualizzata, molteplici raccordi con la memoria intima e peculiare del singolo, insinuandosi in essa, divenendone parte e portavoce. L’esserci stato, garanzia della natura fotografica dell’immagine, e la luce di un tempo eternato uniti sullo stesso piano definiscono un nuovo codice attraverso cui leggere il rapporto con il susseguirsi di istanti. Della precedente esistenza dei Ravennati è possibile in parte ottenere informazioni da ciò che sul retro delle immagini è ancora visibile, immutato dall’intervento artistico: nomi, date, poche parole a definire precisi istanti e che, paradossalmente, ora esercitano il potere di narrare storie universali in quanto parte di un linguaggio nuovo e riadattato.
Continuum è un ripensare il tempo e le relazione che esso intreccia attraverso interventi meticolosi sul suo lascito; è occasione per ridefinire l’idea stessa di memoria soggettiva rendendola parte di un organismo più complesso e determinando nuovi codici per eternarla. Le declinazioni fotografiche di vita narrano il suo dipanarsi, l’oro il suo essere imperitura.
Anna Dormio – Continuum
A cura di Riccardo Pavone e Marialuisa Sorrentino
con il contributo critico di Nicola Zito
Fino al 19 giugno 2021
MICROBA
Via Giambattista Bonazzi 46 – 70123 – Bari
Da martedì a sabato, dalle ore 17 alle ore 20 – si consiglia prenotazione
tel: +39 3927385558
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