All’ombra delle Fanciulle in Fiore e There are Gosths di Franco Summa

Chi è Franco Summa e cosa rappresenti la sua opera nel mondo dell’arte sono fatti assodati da tempo, rappresentante di un movimento dedito al dialogo con l’urbano e l’ambiente che in Italia ha fatto storia tracciando la via di un agire che, ancora oggi, resta ai vertici della ricerca in questo campo. E cosa rappresenti oggi, più di ieri, per la città di Pescara, alla quale generosamente continua a donarsi, lo è ancora di più, grazie a particolari spaccati di mostra che, come è nel caso dell’esposizione attualmente in corso presso il Museo Casa Natale di Gabriele d’Annunzio a cura di Lucia Arbace e l’appena conclusa, a questa stessa legata, all’Alviani Art Space a cura di Lucia Zappacosta, mostrano un’inesauribile freschezza creativa. Con una ricerca approfondita in anni di lavoro e verifiche – così scriveva anni fa Enrico Crispolti che, sin dagli esordi, affiancò criticamente il lavoro di Summa – e una peculiare capacità di originare opere attraverso la conoscenza della storia e della cultura, All’ombra delle fanciulle in fiore si colloca nel solco della poesia e della memoria che, ancora oggi, aleggiano fra le stanze della casa natale del Vate.

Qui vediamo, infatti, il volo su Pescara del 1981 quale replica di quello su Vienna del 1918. Di cosa si tratta esattamente? Ebbene l’opera trae origine da Martyr (Il Testimone) del 1981, opera d’arte di matrice performativa realizzata in 24 ore su 270 metri quadri di pittura su carta adiacente casa d’Annunzio e progettata a partire dalla consapevolezza della specificità di un luogo. Un’opera, per essere precisi, più vissuta che progettata, rimembrante la vita dei prigionieri del Bagno Penale Borbonico quando essi erano mandati a spazzare Via delle Caserme dove, per ricordare proprio queste persone, Summa indossò in quell’occasione la medesima divisa gialla fortemente distintiva. Questa grande pittura storica-memoriale fu in seguito tagliata in pezzi di 25×25 cm di lato lanciati da un piccolo areo levatosi sulla città di Pescara e in quello stesso tempo un’auto munita di altoparlante invitava i cittadini a recuperarne i frammenti per portarli al Museo Civico d’Arte “Basilio Cascella” sicché da generare un’azione partecipativa e collettiva al contempo dove, artista e spettatore, finivano all’epoca per sovrapporsi e confondersi. In questo modo Summa implicitamente stimolava alla conoscenza della storia della propria città i cittadini pescaresi e che, oggi, invita nuovamente, cosciente del fatto che la memoria contemporanea è breve e distruttibile e che più di ieri necessita di essere stimolata per affrontare la desolazione del presente. La mostra prosegue, infine, con le immagini di dodici “fanciulle”, dodici come sono gli apostoli ma al femminile, il cui titolo proustiano che è anche quello che interessa l’intera esposizione, si configura come traccia di un filone di ricerca solo apparentemente slegato dai principali interessi dell’artista. Summa, infatti, vede nel femminino, l’ipotesi, non solo di una spiritualità più profonda, futurista e seducente al contempo, ma anche la strada per un riequilibrio fra forze che tengono conto, così come da decenni tutta la sua opera narra, dell’ambiente circostante. 

All’Alviani Art Space, infine, fino alla fine di luglio era installata l’opera Il Fantasma dell’opera, un lavoro inconsueto per Summa che, da sempre, ci ha abituati a cromie fortemente ritmiche e accese ma che, per questa occasione, ha scelto di misurarsi con i concetti di nascosto e svelato. L’opera di Diego Velázquez “Las Meninas” è il soggetto scelto dall’artista, visibile soltanto al buio grazie all’uso di particolari pigmenti luminosi che, metaforicamente, si concentra sul senso dell’apparenza. O meglio, per essere più precisi, Franco Summa, oltre a focalizzarsi sul senso scenografico di questo capolavoro di Velázquez, afferra, nel breve tempo in cui la sua opera si rende visibile, il medesimo momento dell’apparenza naturale ricercata nella velocità e nel vaporizzarsi della pittura del maestro spagnolo, riportando quello spirito all’attualità, all’oggi dove, tuttavia, è richiesto allo spettatore uno sforzo che prima che visivo, culturale.

Franco Summa – All’ombra delle Fanciulle in fiore

Fino all’8 settembre 2019

Museo Casa Natale d’Annunzio

http://www.casadannunzio.beniculturali.it

Franco Summa – There are ghost

Mostra chiusa il 27 luglio 2019

Alviani Art Space

http://www.alviani-artspace.net

Maria Letizia Paiato

Storico, critico dell’arte e pubblicista iscritta all’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, insegna Storia dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata. Dottore di Ricerca (Ph.D) in Storia dell’Arte Contemporanea, Specializzata in Storia dell’Arte e Arti Minori all’Università degli Studi di Padova e Laureata in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Ferrara, è ricercatore specializzata nel campo dell’illustrazione di Primo ‘900. La trasversalità d’interessi maturata nel tempo la vede impegnata in diversi campi del contemporaneo e della curatela, della comunicazione, del giornalismo e della critica d’arte con all’attivo numerose mostre, contributi critici per cataloghi, oltre a saggi in riviste scientifiche. Dal 2011 collabora e scrive con costanza per Rivista Segno, edizione cartacea e segnonline. letizia@segnonline.it ; letizia@rivistasegno.eu