Alberto Giacometti
Alberto Giacometti, Portraits René Wehrli (esquisses) / Portraitskizzen René Wehrli (retro), 1964 Penna a sfera su busta 22 x 26,5 cm Kunsthaus Zürich, Grafische Sammlung, Alberto Giacometti-Stiftung, Zürich (©ProLitteris)

Alberto Giacometti. Grafica al confine fra arte e pensiero

Al m.a.x. museo di Chiasso dal 9 giugno, fino al 10 gennaio 2021, una visione globale dell’opera grafica, con oltre quattrocento fogli, di Alberto Giacometti.

L’arte mi interessa molto, ma la verità m’interessa infinitamente di più.
Alberto Giacometti

Quella di Alberto Giacometti (Borgonovo, 1901 – Coira, 1966) è una costante e spasmodica  ricerca mirata a cogliere l’essenza più pura ed assoluta della vita. Le oltre quattrocento opere di grafica esposte nelle sale del m.a.x. museo di Chiasso evidenziano da un lato come il disegno costituisse uno strumento di cui l’artista svizzero si serviva per cercare di conoscere la realtà e dall’altro la consapevolezza delle difficoltà insite nel tentativo di coglierne l’intima sostanza.

Nel suo approccio fenomenologico Giacometti riteneva che per cogliere l’essenza di un’immagine fosse necessario astrarsi dai preconcetti mentali insiti in ciascuno, attuando una vera e propria critica dello sguardo, affinché la superficie delle cose potesse diventare visione del “nocciolo” del reale.

Il percorso espositivo – organizzato secondo un criterio tematico e cronologico – si sviluppa in quattro sezioni, ciascuna delle quali offre al visitatore la possibilità di confrontare il lavoro di indagine che l’artista compie attraverso differenti tecniche grafiche – dalla xilografia all’incisione a bulino, dall’acquaforte alla litografia – a cui vengono affiancate opere di natura pittorica e scultorea, così da costruire un sistema radiale che permetta di applicare una lettura a tutto tondo del modus operandi di Alberto Giacometti.

Così sia la rappresentazione grafica di oggetti ritratti nel suo atelier – quali bottiglie, sculture, quadri, stufe, mobili, uomini e donne – che le visioni di vie, caffè, e paesaggi generano campi di forze la cui lettura approfondita rivela come la ricerca dell’essenza dell’immagine coincida per l’artista svizzero con lo stupore per il mondo e l’impossibilità di rinchiuderlo in un sistema significante unico.

La comprensione della natura dell’essere raggiunge l’apice della tensione emozionale nell’ultima sala espositiva dove alle singole presenze umane, rappresentate attraverso tratti inquieti imprigionati nelle opere su carta, si affianca la scultura in bronzo di un corpo appena accennato e molto assottigliato Figurine (1956): è qui che emerge in tutta la sua forza travolgente il senso di solitudine e l’infinita e mai conclusa ricerca di Alberto Giacometti.

Angela Faravelli

Dopo la laurea in Scienze dell’Architettura presso il Politecnico di Milano ha approfondito ulteriormente la progettazione museale e l’exhibit design con un focus specifico sull’arte contemporanea conseguendo la laurea magistrale in Visual Cultures e pratiche curatoriali all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano. Attualmente svolge attività giornalistica per testate multimediali e cartacee di settore, collabora con enti pubblici e privati in ambito curatoriale e di ufficio stampa, inoltre si occupa di coordinamento editoriale e della gestione di archivi d’artista. Penna della Rivista Segno cartacea, è referente per la zona Milano, Lombardia e per la Svizzera italiana per Segnonline. angela.faravelli@segnonline.it

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