Curata da Giuseppe Donnaloia e Alberto Mattia Martini, la mostra riunisce le opere pittoriche e scultoree di undici artisti italiani nati tra gli anni ’50 e i primi anni ’70, evidenziando l’apertura espressiva tipica della ricerca artistica italiana degli ultimi decenni.
La rielaborazione contemporanea della tradizione figurativa incontra riflessioni sull’arte come metodo di registrazione della realtà o come viaggio in dimensioni altre, delineando una sorta di mappa che raccoglie una scena espressiva variegata ma accomunata da un virtuoso rapporto dialettico con la stratificazione storica, non a caso quasi tutti gli autori coinvolti sono anche docenti in diverse Accademie di Belle Arti.




Marco Cingolani (Como, 1961. Vive e lavora a Milano).
Negli anni ’90 è già tra i protagonisti della scena artistica milanese, dove si era trasferito fin dal 1978. Caratteristica della sua pittura è una lavorazione dominata dal colore -soprattutto nella produzione degli anni duemila- dove le forme si sfilano e si assottigliano in favore di sensazioni ed emozioni. Tra le principali esposizioni personali in prestigiose istituzioni italiane ricordiamo: Museo Guttuso, Bagheria (2018); GAMEC, Bergamo (2016); Palazzo della Ragione, Mantova (2003); Palazzo Strozzi, Firenze (2002); MAN, Nuoro (2000). Sue opere sono state esposte anche al Musée d’Art Contemporaine di Gent (Belgio), alla Neue Galerie, Graz (Austria). Nel 2009 ha partecipato alla 53esima Biennale di Venezia.
Fulvio Di Piazza (Siracusa, 1969. Vive e lavora a Palermo).
Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Urbino nel 1993, dal 1995 si dedica totalmente alla pittura e nel 1996 da vita con gli amici e conterranei Alessandro Bazan, Francesco De Grandi e Andrea Di Marco alla cosiddetta Nuova Scuola di Palermo. Nel 2003 inizia la collaborazione con la galleria Bonelli (nella sua prima sede a Mantova), mentre negli ultimi anni si intensificano le esperienze all’estero: nel 2017 alla Jonathan LeVine di New York (dove aveva già espostonel 2010 e nel 2012); Nel 2014 all’Istituto di Cultura di Los Angeles (USA); nel 2010 al Neuerkunstverein diAschaffenburg. Tra le principali mostre personali ricordiamo quella presso la GAM di Palermo del 2014; Spazio CUBOUnipol di Bologna (2013); Museo Riso, Palermo (2011). Negli ultimi anni partecipa a prestigiose collettive sulla pittura in sedi istituzionali italiane quali: GAM di Palermo (2018) e Galleria Civica di Trento (2020)
Giuseppe Donnaloia (Duisburg,1967).
Inizia la sua formazione artistica nel 1981 a Firenze e la concluse nel 1984 all’Istituto d’Arte di Monopoli (BR). Si è poi formato come fonditore di bronzo a Colonia (1985-1986) e di seguito ha ottenuto il diploma come scalpellino e scultorein pietra presso la Camera dell’Artigianato di Colonia (1986-1990). Nelle sue opere, temi, colori, tecniche e composizioni vengono elaborati meticolosamente utilizzando una formula matematica. Partendo da un singolo dettaglio, vengono realizzate grandi opere secondo regole chiare. Le sue opere sono caratterizzate da paesaggi, sagome umane e animali. Donnaloia unisce la percezione alla fantasia, il naturalismo all’astrazione.
Giovanni Frangi (Milano, 1959).
Nelle sue opere Giovanni Frangi sintetizza tradizioni storico-artistiche della pittura di paesaggio e dell’espressionismo astratto. Formatosi nella sua città natale con una formazione classica, Frangi utilizza i colori a olio, estraendone le proprietà luminescenti in un modo che ricorda i dipinti del Rinascimento nordico, nonostante il suo contenuto astratto. Isuoi dipinti attingono alla natura come soggetto, distillando i paesaggi nelle loro proprietà formali fondamentali di linea ecolore. Ogni dipinto di Frangi ruota attorno a una particolare palette cromatica, che sembra catturare concettualmente lo scenario naturale che lo ispira. Eppure, l’elemento caratterizzante della sua opera non è la natura in sé, ma la manipolazione del colore e dei colori a olio, come testimoniato da ogni gesto pittorico.
Daniele Galliano (Pinerolo, 1961. Vive e lavora a Torino).
Esordisce nel panorama artistico torinese nei primi anni ’90 e già nel 1996 tiene la sua prima personale presso la galleria Annina Nosei di New York. Nello stesso anno si tiene anche la sua personale alla Galleria Nazionale di Roma. Figura sempre a confine tra più mondi culturali segue con passione il cinema, la letteratura, il fumetto, la musica. Tra lenumerose collaborazioni con realtà “parallele” al mondo dell’arte ricordiamo: collaborazione per due cover dei MarleneKunz a fine anni ’90; nel 2003 il video dei Subsonica “Dentro ai miei vuoti” viene realizzato interamente con i suoi quadri; insieme a Davide Borsa creerà un film di animazione che sarà esposto nel 2013 alla GAM di Torino e al Festivaldi Lubiana. Nel 2017 collaborerà con Saturnino Celani per una live performance musicale che sarà presentata anche in Triennale a Milano.
Massimo Kaufmann (Milano, 1963. Vive e lavora a Milano).
Massimo Kaufmann si è sempre definito un pittore ma ha utilizzato i più disparati mezzi espressivi nel corso di tutta la sua produzione artistica approdando alla pittura canonicamente intesa soltanto alla fine degli anni ’90. Nei lavoripittorici si evince, dopo la prima fascinazione strettamente estetica, l’esistenza di una disciplina rigorosa che genera vere e proprie atmosfere cromatiche. Insegna Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Francesco Lauretta (Ispica- Ragusa, 1964 – vive e lavora a Firenze).
Artista poliedrico, spazia dalla pittura alle installazioni, utilizzando spesso materiali eterogenei e di recupero e seguendo di volta in volta il filo rosso di un progetto che quasi mai si esaurisce entro lo spazio della tela. Per la sua prima personale nella Galleria di Milano, che si articolava in un percorso complesso di opere su tela e disegni, oltre ad alcune installazioni, l’artista ha messo in atto una riflessione, con le sue crisi ed i suoi successi, sul fare e sul farsidella Pittura, quesito che da secoli si ripropone imponendo i propri arcani a pittori o poeti con l’animo e la sensibilità disposti ad accoglierne le domande.
Luciano Massari (Carrara, 1956 – vive e lavora tra Carrara e Torino).
Titolare della cattedra di Scultura presso l’Accademia Albertina di Belle Arti di cui è stato anche direttore. Luciano Massari inizia la carriera artistica nel 1980, quando vince il concorso per la realizzazione dell’opera “Icarus Millenovecentottantaquattro” a Trinidad and Tobago. Ha partecipato a numerose mostre (personali e collettive) e concorsi di rilevanza internazionale.
Le sue opere sono esposte in collezioni pubbliche e private italiane ed estere.
La produzione artistica recente di Luciano Massari nasce da una ricerca dai forti toni progettuali: da questa indagine prendono vita gli interventi ambientali, il serrato dialogo tra la scultura e la poesia, le collaborazioni con altri artisti.
Alessandro Papetti (Milano, 1958, dove vive e lavora).
Artista in gran parte autodidatta, le opere più riconoscibili di Papetti sono ampi dipinti cinematografici incentrati sull’archeologia industriale, paesaggi urbani, ritratti e studi di nudo, spesso dipinti da una prospettiva dall’alto. Milano è stata uno sfondo importante per il suo lavoro: tendo a usare colori monocromatici. La luce delle mie città è piuttosto nordica perché sono nato a Milano e questo ha sicuramente avuto un’influenza. Questi sono i colori della mia città,dell’aria che ho respirato.
Ha esposto ampiamente per quasi 30 anni, in particolare alla Biennale di Venezia nel 2003 e nel 2011, nei principali musei di Milano, Parigi, Mosca e Tokyo, e in gallerie di tutto il mondo.
Alex Pinna (Imperia, 1967. Vive e lavora a Milano).
Diplomato all’Accademia di Brera di Milano -dove oggi detiene la cattedra di scultura- , ha fin da subito orientato lasua produzione sulla scultura ricorrendo a materiali eterogenei quali la corda, il vetro, il bronzo, l’alluminio. I suoi lavori sono stati esposti in numerose gallerie italiane e spazi pubblici italiani ed internazionali tra i quali segnaliamo: Palazzo Bentivoglio, Bologna (2022); Palazzo Bevilacqua Ariosti, Bologna (2018); Museo Marca, Catanzaro (2018); MOAH Museum, Los Angeles (2017); Museo Vigado, Budapest (2017); Museo di Arte contemporanea di Cassino (2013); Fondazione Rotella, Catanzaro (2012); Palazzo Collicola, Spoleto (2012); Fondazione Arnaldo Pomo- doro, Milano (2010). Nella nostra galleria Alex ha esposto in numerose collettive negli ultimi cinque anni e questa è la sua prima personale nella sede di Milano.
Fabio Sciortino (Monreale, 1971).
Nella sua attività artistica di ricerca nell’ambito della pittura, scultura ed installazione, sperimenta la poetica dei diversi materiali analizzandone il valore espressivo e soggettivo. Le sue opere sono strettamente legate alla memoria del paesaggio, un paesaggio in continua mutazione in cerca di un nuovo equilibrio di una nuova ripartenza, denso di segni brulicanti che cercano di restituire all’occhio il godimento della pittura, nella ricerca di un viaggio per nuove terre inesplorate.
Espone in Italia ed all’estero collaborando con istituzioni sia pubbliche che private.
Milano-Düsseldorf 865
A cura di Giuseppe Donnaloia e Alberto Mattia Martini
Dall’11 aprile al 13 aprile dalle 14.00 alle 21.00
Marco Cingolani, Fulvio Di Piazza, Giuseppe Donnaloia, Giovanni Frangi, Daniele Galliano, Massimo Kaufmann Francesco Lauretta, Luciano Massari, Alessandro Papetti, Alex Pinna, Fabio Sciortino
ES365, Erkrather Straße 365, Düsseldorf