Visitabile fino 15 Dicembre la mostra accoglie nelle immense e luminose stanze del moderno museo oltre 100 opere di 20 straordinari artisti italiani ognuno dei quali si è distinto per la propria unicità, ha offerto uno sguardo sulla pluralità di stili e tecniche; è stato così possibile presentare un ampio ventaglio di espressioni artistiche che vanno dalla pittura ad olio, tecniche miste, incisione, fino alla scultura e fotografia. Con grande onore e rispetto per il pubblico, hanno permesso alla Cina di conoscere la molteplicità di esperienze artistiche del nostro territorio.
Consapevoli del forte valore simbolico dell’arte, tale mostra è stata l’occasione per creare un momento di scambio e apertura, auspicando alla crescita di un più solido legame tra le culture per creare un ponte tra due popoli in un mondo sempre più globalizzato.
L’ampiezza del museo, ha consentito ad ogni artista di sfruttare al meglio uno spazio personale dove esporre e far risaltare la propria espressione.
Dei 20 artisti esposti nel giorno dell’inaugurazione erano presenti Andrea Lelario, Ottavio Celestino, Gaetano Fanelli e Paolo Laudisa, accolti calorosamente dalle autorità culturali e politiche del distretto di Shanghai.
Tra questi Paolo Laudisa, pittore astratto che con abile uso del colore da forma a radiosi monocromi che sembrano emanare luce propria, questi campi di colori sono interrotti da segni come indici di una storia universale che viene raccontata attraverso evocative tele di luce e materia cromatica. Una pittura che emerge in tutta la sua potenza, dove la figura si fa muta per lasciare la parola a strati di colore sovrapposti.
Ottavio Celestino, artista-fotografo che da diversi anni lavora attraverso il medium fotografico sperimentato le modalità di manipolazione dello stesso.
Prendendo le distanze dal mero descrittivismo fotografico, ci invita a riflettere sulle molteplici sfumature narrative che il mezzo può cogliere e esprimere.
Le sue sono opere impegnate che vogliono raccontarci la complessa coabitazione tra uomo e mondo vegetale, ponendo al centro dei suoi lavori la consapevolezza di come l’Antropocene sia una rete di relazioni che ci connettono alla natura con un legame simbolico. Nella sua ricerca estetica la realtà viene trascesa, fantasticata, reindirizzata, contrastata, decostruita e riassemblata: sempre messa in discussione.
Artista che lavora tra Milano e Bari è Gaetano Fanelli, docente presso l’Accademia di Brera, ha portato nel distretto di Shanghai la sua poetica fatta di segni che si uniscono e allontanano, che si abbracciano e dialogano tra loro, facendo risuonare l’eco di una pittura primordiale fatta da incisioni rupestri.
Notiamo una grazia estrema nei suoi segni tracciati finemente su lastre d’ardesia. Nei suoi lavori spicca una grande attenzione verso la perizia pittorica, volta a sottolineare le sue competenze tecniche-operative, qualità queste, proprie dei grandi maestri del nostro passato rinascimentale. Notiamo infatti una grande sapienza sull’uso e il comportamento dei materiali, che inserisce nel suo lavoro attraverso processi lunghi e meditativi che coniugano disegno, progetto, pittura, spazio.
Anche Fanelli usa la materia per conoscere nel profondo la natura con le sue reazioni e trasformazioni, proprio così le sue sculture sono un approccio alla materia in modo investigativo: questa viene scavata, modellata e rimodulata, restituendo memoria e profondità al peso dell’ardesia.
Lo stesso avviene negli altri lavori dell’artista in cui il tratto si articola in armoniche tessiture di rigore segnico meditato ma al tempo stesso spontaneo.
A richiamare una primordiale arte rupestre sono anche i lavori di Andrea Lelario, anche lui artista romano e Docente presso l’Accademia di Belle Arti di Roma che in questa occasione ha voluto meravigliare il pubblico con la sua grande dote da incisore. Incisioni in grande formato dove forme avanzano tra luce e oscurità, conducendo l’osservatore in un viaggio onirico nel cosmo. La sua è una poetica che oltrepassa la realtà tangibile e si immerge nell’immenso spazio della mente, fatto di luci, ombre e forme indefinite che ci introducono ad una soggettività condivisa.
Grazie ad un’elegante tecnica incisoria l’artista è in grado di trasmetterci tutta la profondità della sua esperienza artistica, unendo una minuzia tecnica fine e capillare e una grazia formale e evocativa al tempo stesso.
Ognuno di questi artisti ha inoltre personalmente introdotto il proprio lavoro al pubblico e alle autorità presenti nel giorno di apertura della mostra, rafforzando così questo scambio tra culture mediante un dialogo diretto e un libero confronto, contribuendo così alla crescita di un nascente e si spera duraturo connubio tra le parti.
Gli artisti in mostra: Andrea Granchi, Andrea Lelario, Antonio D’Acchille, Ferdinando Fedele, Francesco Cervelli, Francesco Roviello, Franco Marrocco, Gaetano Fanelli, Giorgio Cattani, Julie Polidoro, Laura Barbarini, Luigi Doni, Marco Colazzo, Marilù Eustachio, Marina Bindella, Maurizio Pierfranceschi, Ottavio Celestino, Paolo Laudisa, Pietro Capogrosso, Vincenzo Scolamiero.