Giovanni Gaggia, Quello che doveva accadere, particolare dell'opera, cm 300 x 150, 2020

Giovanni Gaggia | Quello che doveva accadere

Il ricordo della strage di Ustica del 27 giugno 1980 rimane ancora vivo nell’opera dell’artista Giovanni Gaggia, il quale sviluppa un percorso aperto al pubblico dal 27 dicembre 2020 presso lo spazio ‘900 e Contemporaneo del Museo Tattile Statale Omero.
La mostra presenta anche alcuni contributi sonori di persone attive nel mondo dell’arte e della cultura.

Il Museo Tattile Statale Omero è una realtà unica nel suo genere, un museo accessibile nel più ampio dei significati in cui l’arte può e deve essere esplorata con tutti i sensi. In questa occasione lo spazio ‘900 e Contemporaneo si apre all’esperienza della memoria con un’opera indissolubilmente legata alla storia della di Ancona, al quartiere del porto e ai luoghi circostanti la Mole Vanvitelliana attuale sede del Museo: “Quello che doveva accadere” un arazzo di Giovanni Gaggia che chiude un ciclo di lavori che ha impegnato l’artista e performer marchigiano per dieci anni.

Una serie di azioni, di mostre e di opere che si completano idealmente con questo evento espositivo inaugurato nel 2020, anno del quarantesimo anniversario della strage di Ustica e in Ancona, la città della famiglia Davanzali, armatori e azionisti di maggioranza di Itavia il cui DC-9 fu abbattuto da un missile, in circostanze non ancora del tutto chiarite, il 27 luglio del 1980. Una tragedia che causò 81 vittime cambiando la sorte di molte famiglie e lasciandosi dietro uno strascico di segreti e di dolore.

Giovanni Gaggia, Quello che doveva accadere, particolare dell’opera, cm 300 x 150, 2020

Quella di Giovanni Gaggia è una riflessione sull’arte e sul concetto di memoria civile che a volte proprio l’arte è chiamata a mantenere viva nella collettività. Un percorso intimo che si sviluppa nella lentezza e nella processualità del ricamo trasformando l’azione artistica in un atto di meditazione, in cui l’artista sublima i fatti che sfumano sul piano della storia e della politica, mettendo in luce la pluralità delle storie, delle voci, delle vite, dei sentimenti.

Questo nuovo lavoro riprende concettualmente quello realizzato nel 2017 sotto l’Arco di Traiano, a pochi passi dalla Mole, ma in questo caso la frase “Quello che doveva accadere” – frase che Daria Bonfietti (presidente dell’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica), suggerì all’artista durante il loro primo incontro davanti all’installazione di Boltanski a Bologna – viene transilettarata in braille e accompagnata da una serie di contributi sonori, in cui persone attive nel mondo dell’arte e della cultura italiana propongono una propria personale riflessione sul rapporto tra arte e memoria.

Giovanni Gaggia, Quello che doveva accadere, 2020

Un ricamo su un panno di lana follata di oltre tre metri, che rimarrà sospeso nello splendido spazio del Museo fino al prossimo 15 febbraio per poi essere chiuso in un tubo di metallo con una scritta braille sovrimpressa e lasciato nella collezione permanete dello stesso a beneficio dei visitatori. Fino alla riapertura dei musei, l’arazzo sarà visibile e i contenuti sonori disponibili sul sito del museo, all’indirizzo https://www.museoomero.it/mostre/mostra-quello-che-doveva-accadere/ .

Così Aldo Grassini, Presidente del Museo Omero, accoglie l’opera:

“L’arte è gioco che cerca la bellezza. Quando l’arte incontra l’impegno civile, s’accende un’emozione bivalente: il gioco e la commozione. L’arte è il gioco di inventare la verità; la verità è commozione che non ammette il gioco. Ma il piacere dell’arte umanizza il ricordo aspro e terribile della tragedia di Ustica; il gioco dell’arte si fonde col pensiero di valori profondi, di moniti assoluti, di appelli inderogabili e produce il piacere affascinante, come la vertigine, di camminare su un filo teso tra la memoria del disumano e la luce di una giustizia riconquistata almeno nella coscienza del cittadino.”

Giovanni Gaggia, Quello che doveva accadere, particolare dell’opera, cm 300 x 150, 2020

Ad accompagnare l’opera anche una serie di contributi sonori, in cui persone attive nel mondo dell’arte e della cultura italiana proporranno una propria personale riflessione sul rapporto tra arte e memoria. Tra questi, Milena Becci, Daria Bonfietti, Cristiana Colli, Mario Consiglio, Luisa Davanzali, Tommaso Evangelista, Pietro Gaglianò, Laura Garbarino, Azzurra Immediato, Juan Pablo Macías, Paola Nicita, Maria Letizia Paiato, Maria Savarese, Simona Spinella; nelle settimane successive verranno caricati i contributi di Francesco Arena, Elena Bellantoni, Luca Bochicchio, Daniele Capra, Rossana Ciocca, Tiziana Davanzali, Elena Forin, Donatella Ferrario, Lucia Giardino, Desiree Maida, Davide Mariani, Massimo Mattioli, Paolo Mirti, Santa Nastro, Emilia Pignatelli, Filippo Riniolo, Mustapha Sabbagh, Livia Savorelli, Cosimo Terlizzi, Sabrina Vedovotto, Cesare Viel, Alice Zannoni, Patrizia Zelano.

A causa delle restrizioni dovute alle norme di contenimento dell’epidemia Covid-19 l’opera corredata dai contributi sonori sarà disponibile online sul sito del Museo Omero www.museoomero.it e poi in presenza appena permesso. Nel corso di un’azione, programmata a conclusione dell’esposizione, l’opera sarà chiusa in un tubo di metallo con una scritta Braille e rimarrà permanentemente al Museo Omero.


Giovanni Gaggia è nato nel 1977 a Pergola (PU), dove vive e lavora. Nel 2008 fonda Casa Sponge luogo di accoglienza e rifugio di artisti. Nel 2016 pubblica il libro Inventarium, presentato in molte istituzioni italiane. Ha partecipato a mostre personali, collettive, progetti di residenza e conferenze su tematiche sociali e politiche. Le sue performance sono state presentate in teatri, gallerie e festival. Nel 2019 apre con una performance il padiglione di Beverly Pepper, collaterale della 58ª Biennale di Venezia. Nel 2020 inizia con il MUSMA Museo della Scultura Contemporanea di Matera il laboratorio COMPLEX APARTMENT, per lo stesso museo realizzerà l’opera Stanze complesse immagine scelta per la XVI giornata del contemporaneo promossa da AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani.


Quello che doveva accadere
Un intervento personale a più voci di
Giovanni Gaggia
a cura di Stefano Verri
dal 27 dicembre 2020 al 15 febbraio 2021
Museo Tattile Statale Omero