Si tratta di un evento di grande importanza poiché Gilbert and George – sulla scena artistica da oltre cinquant’anni – hanno eccezionalmente accettato di esporre le loro opere a Locarno, dopo aver tenuto mostre nei più prestigiosi musei del mondo, dal Centre Pompidou di Parigi all’Art Museum di Shangai, dalla Tate Gallery di Londra, al MoMA di New York.
The Locarno Exhibition, progettata in stretta collaborazione con Gilbert & George, si concentrerà su cinque gruppi di opere realizzate tra il 2008 e il 2016 che vertono, come spesso accade nei loro lavori, su tematiche controverse del dibattito odierno. Una selezione di sessanta opere imponenti e dirompenti, scelte con cura appositamente per ogni spazio del Museo, caratterizzate da immagini intense e cromatismi accesi, dominate da una caleidoscopica simmetria speculare, trasformerà ogni sala in un grande affresco dalle violente cromie, dando vita ad un’esperienza affascinante e coinvolgente, che comunicherà al pubblico l’essenza del lavoro del duo artistico inglese.
L’esposizione di Casa Rusca si apre con la serie UTOPIAN PICTURES (2014), caratterizzata da un proliferare di proclami e insinuazioni. Gilbert & George fissano lo spettatore mascherati e/o con delle corone. I loro corpi sono parzialmente oscurati dalla calligrafia che riproduce le iniziali del monarca Re Giorgio VI. In sovraimpressione appaiono degli avvisi che trasmettono un’atmosfera cupa di minaccia e di sfida, tra le voci dell’ordine civico e l’esortazione a ribellarsi, tra l’accettazione e la sicurezza delle regole e il volatile libero arbitrio dell’individuo. Le Utopian Pictures forse intendono suggerire che la cosiddetta “società perfetta” sia in realtà frutto della tolleranza, dal permettere e dal coesistere di dissonanza e dissenso.
Il percorso espositivo continua con le JACK FREAK PICTURES (2008), dove la bandiera britannica (nel linguaggio comune “Union Jack”) è ridotta a pattern decorativo all’interno di un mondo denso di figure specchiate e di simboli enigmatici. Ogni opera è costituita da più livelli in cui si giustappongono i corpi degli artisti in molteplici pose: distorti, smembrati, strizzati o abnormi. Il cerchio e la croce ricorrono in maniera quasi ossessiva, avviluppate con degli elementi materici (medaglie e amuleti). La serie Jack Freak è invadente, mostruosa e claustrofobica e suscita l’impressione che Gilbert & George celebrino tutto ciò che è intrinsecamente strano (tradotto dall’inglese, freak indica appunto qualcuno o qualcosa di inusuale, singolare).
Nelle SCAPEGOATING PICTURES (ossia capro espiatorio) Gilbert & George compaiono invece insistentemente in una successione di forme mascherate o come se fossero stati fatti esplodere in mille pezzi. Protagoniste delle composizioni sono le bombolette di gas esilarante all’ossido d’azoto, conosciute come hippy crack. Queste “bombe”, sinistramente onnipresenti, sembrano asserire le conseguenze del dare la colpa ad altri: la produzione costante di odio e risentimento, la determinazione ad aggredire, a schierarsi, a radicalizzarsi. Le Scapegoating Pictures raccontano la complessa coesistenza di fedi, politiche e stili di vita, in tutte le loro sfumature, dal fondamentalismo religioso al laicismo capitalista.
Si prosegue con il risultato di una collezione pluriennale di “strilli” giornalistici: le LONDON PICTURES (2011), che riportano annunci di violenza, passione, squallore e avidità. Ogni pannello allinea titolazioni accomunate da un termine forte (per esempio ACCUSED, PERVERT, HATE, KILL) accompagnate da una raffigurazione della Regina Elisabetta II, tratta da una moneta. Gran parte dell’impatto e dell’intensità della serie deriva dalla schiettezza e dall’immediatezza dei titoli di giornale e dall’accostamento sorprendente del ritratto di Sua Maestà, potente per fasto e autorità, con l’indice alfabetico dell’oltraggio, catalogato per argomento dalle London Pictures.
Sempre più ultraterreni nell’abitare i loro quadri, nella serie conclusiva BEARD PICTURES (2016) Gilbert & George sono raffigurati con il volto e il corpo di un rosso vivo, gli occhi ombreggiati e imperscrutabili, circondati da recinzioni di filo spinato, spesso dinnanzi ad uno sfondo nero che evoca il vuoto. Indossano barbe follemente esagerate, vividamente colorate di un color malva-verde-viola, congiunte in strane forme architettoniche. Oppure assumono le sembianze di personaggi fumettistici dai corpi piccoli e dalle teste enormi. Dietro di loro uno stravagante fogliame ornamentale, numeri di telefono di escort, allarmi di vigilanza consumati dalle intemperie, profili numismatici di papi, monarchi o eroi. Lo spettatore può anche vedere in quest’ultimo sviluppo il rafforzamento dell’atmosfera di chiusura che permeava le Scapegoating Pictures del 2013. È come se il loro universo visionario sia andato verso un mondo squilibrato, inquietante e paranoico che comunica attraverso l’alienazione, l’artificialità, il metallo, la luce argentata e le messinscene grottesche. Ma perché le barbe? La barba pervade la storia religiosa, culturale e sociale, dall’induismo agli hipster. Fin dagli inizi, l’arte di Gilbert & George è coincisa con questo teorema: riunire elementi semplici, diretti e normali che, combinati, ottengono una formidabile accensione dello stato d’animo.
Le allucinanti Beard Pictures sono un’intensificazione di temi e sentimenti che gli artisti testano, esplorano e ritraggono da più di cinquant’anni. Per Gilbert & George l’arte non è altro che una rielaborazione della vita e deve necessariamente avere anche una funzione educativa, indicando la strada per superare qualsiasi tabù, religioso, culturale o sociale.
Gilbert & George. The Locarno Exhibition
16 maggio – 18 ottobre 2020
Proroga dell’apertura fino al 6 gennaio 2021
Museo Casa Rusca, Locarno
A cura di Gilbert & George e Rudy Chiappini