
Rosa Barba | The Ocean of One’s Pause
Vistamare presenta la mostra personale di Rosa Barba, The Ocean of One’s Pause, al MoMA di New York, che sarà inaugurata il 3 maggio 2025. Per Rosa Barba, il cinema “permette al tempo e allo spazio di vibrare, collassare, sovrapporsi ed estendersi”. Le esplorazioni concettuali di Barba sul cinema sondano i documenti storici, le narrazioni personali e l’esperienza sensoriale della celluloide, spesso documentando paesaggi naturali e cambiamenti dell’ambiente causati dall’uomo. Questa installazione abbraccia 15 anni di lavoro di Barba, con film, sculture cinetiche e suoni. Un’opera di recente commissione, Charge, costituisce il nucleo dell’installazione ed esamina la luce come fonte di cambiamento ecologico e innovazione scientifica.
La mostra è organizzata da Stuart Comer, capo curatore di The Lonti Ebers Chief Curator of Media and Performance, con Gee Wesley, curatore associato, Department of Media and Performance. Queste opere sono accompagnate da una serie di performance concepite da Barba come un “poema esploso”. In ogni evento, le frequenze sonore del percussionista Chad Taylor, della vocalist Alicia Hall Moran e della stessa Rosa Barba attiveranno una sinfonia di immagini lungo tutta l’installazione. Da oltre 15 anni, Rosa Barba sonda i confini tra cinema, corpo e voce umana attraverso performance immersive che fondono film, installazioni, musica e testi. The Ocean of One’s Pause prosegue l’uso dell’audio come mezzo per la creazione di immagini e materiale per modellare lo spazio. “Un film è un performer”, dichiara Barba. “Manipolando gli aspetti del funzionamento del proiettore, cerco di introdurre la relazione tra l’immagine proiettata e la meccanica della proiezione, allestendo una serie di palcoscenici… carichi di elettricità”. Anziché svolgere un ruolo di accompagnamento dell’immagine in movimento, in questo lavoro Barba pone il suono al centro della scena, dando vita a una collaborazione dal vivo tra luce, voce, ritmo e film che sottolinea l’interdipendenza di ciascuno.
In concomitanza con la mostra, Barba ha curato una selezione di film, tra cui alcuni tratti dalla collezione del MoMA. Carte Blanche: Rosa Barba presenta film e video d’avanguardia e sperimentali che hanno influenzato la sua carriera. In queste opere, i paesaggi segnati dall’estrazione e dall’espansione urbana sono costellati di possibilità radicali, i viaggi di trasformazione sono tracciati attraverso realtà ultraterrene e il linguaggio diventa un materiale visivo e fisico che può frammentarsi, vibrare o essere lanciato nello spazio. Questa serie, che attraversa generi e formati diversi nel corso di quasi 70 anni, traccia i contorni della singolare pratica di Barba attraverso le opere di immagini in movimento che hanno ispirato il suo approccio concettuale al cinema.
In corso al 2° piano, sala 213, l’installazione cinematografica Aggregate States of Matters di Rosa Barba è esposta nella collezione del museo. Con questa installazione l’artista si pone una domanda: Come può una forma di espressione visiva trasmettere l’impatto ambientale e sociale di una questione così spinosa come il cambiamento climatico?
Per questo lavoro, l’artista ha intervistato i membri delle comunità indigene quechua in Perù, che hanno dovuto adattare le loro pratiche quotidiane a causa dello scioglimento di un ghiacciaio vicino. Abbandonando le convenzioni giornalistiche come la narrazione con voce fuori campo, l’artista intreccia testo e immagini dell’ampio territorio del paese. In questo modo, mette in discussione il tradizionale binomio natura-cultura, confrontandosi con approcci filosofici, spirituali e culturali al cambiamento dell’ambiente e al tempo stesso.
Attraverso la tecnologia utilizzata, Barba esplora anche il modo in cui il cinema archivia e trasmette la conoscenza e l’informazione; il suo uso della celluloide – un materiale sempre più obsoleto che si degrada a ogni passaggio attraverso un proiettore – risuona con la fragilità della memoria culturale e del paesaggio naturale.