
Linda Fregni Nagler | Playgrounds
Playgrounds è un progetto fotografico iniziato da Linda Fregni Nagler nel 2005 e ancora in corso. La serie, esposta nel 2023 in occasione della VI Biennale di Fotografia dell’Industria e del Lavoro promossa dalla Fondazione MAST e qui arricchita di scatti inediti, è incentrata su immagini di parchi gioco scattate durante la notte in diversi luoghi del mondo, dalla provincia di Milano a New York, dalla Svizzera a Cuba.
In questi scatti notturni realizzati con un apporto minimo di luce, l’artista non aveva piena consapevolezza dei dettagli che sarebbero rientrati nel campo visivo: “nell’immagine di Atlantide a Metaponto, tra Puglia e Basilicata, non c’era luce artificiale né ambientale. Ricordo che guardando nel visore del banco ottico non vedevo niente, era tutto nero. Un paio di amici mi hanno aiutata andando da una parte e dall’altra della struttura con delle torce con cui mi facevano dei segnali. Quei due puntini luminosi mi davano l’idea dello spazio occupato dall’oggetto dell’inquadratura”.
Per ogni scatto la posa estremamente prolungata avrebbe lasciato emergere solo in seguito, in fase di sviluppo del negativo, tutti i particolari: “mi è sempre interessata molto la proprietà dell’ottica di consentire una sorta di ipervisione. Per Playgrounds ho usato il banco ottico per ottenere un negativo di grande formato con una definizione altissima e grande leggibilità di dettagli”.
La lunga esposizione costringe a sintetizzare l’esperienza di una intera notte di lavoro in un unico scatto, che non sempre restituisce il risultato desiderato. Attraverso questo progetto, l’artista si ricollega alle origini della fotografia, quando appunto erano necessari tempi di posa molto lunghi per catturare l’immagine, e riflette sul mezzo fotografico stesso, esplorandone gli elementi fisici costitutivi, il tempo e la luce, nonché il potere trasformativo e la capacità di generare nuove visioni.
Davanti a queste immagini facciamo fatica a riconoscere la realtà per come ci è nota. In un processo straniante, allontanandosi dall’immaginario comune dei luoghi che raffigurano, le fotografie in bianco e nero di Fregni Nagler suscitano uno stupore inatteso. Nell’assenza del pubblico infantile che normalmente li anima, i parchi gioco smettono di funzionare come siti di intrattenimento e si tramutano in oggetti misteriosi dalla fisionomia ambigua e solitaria. La vivacità cromatica tipica di queste aree ludiche lascia il posto ad un’atmosfera di sospensione, enigmatica e oscura.