Manca sempre meno a quella settimana dell’anno in cui tutto il mondo dell’arte (e della musica) guarda a Torino. I preparativi sono quasi ultimati, c’è fermento in città e alcune iniziative aprono le danze in anticipo.
Con Dove finiscono le tracce, la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, in collaborazione con Artissima, preannuncia al pubblico l’inaugurazione della trentesima edizione della fiera di arte contemporanea più importante in Italia. Un progetto diffuso in città, ospitato da cinque edifici cardine per la storia e la cultura torinese: Palazzo Perrone, Teatro Carignano, Museo Nazionale del Risorgimento, Palazzo Madama e Teatro Regio. Ad ogni luogo è affidata la cura momentanea di altrettante opere d’arte provenienti dalla collezione che la Fondazione negli anni ha sapientemente provveduto ad ampliare e conservata nelle sedi della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea e del Castello di Rivoli Museo di Arte Contemporanea.
Da un’idea della Presidente in uscita della Fondazione Luisa Papotti, portata avanti e concretizzata da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, a lei succeduta a luglio di quest’anno, il progetto è stato curato dal direttore di Artissima Luigi Fassi. Un dialogo a più voci ha condotto alla selezione di cinque opere acquistate nelle precedenti edizioni della fiera, coincidenza che sottolinea ancora una volta il legame tra le due istituzioni del territorio.
Le coincidenze continuano poi nelle tappe della mostra stessa, dove opere e luoghi si incontrano e inaspettatamente si riconoscono. Non si tratta di lavori site-specific, come si può ben intuire, eppure è interessante ammirare il rapporto instauratosi anche grazie alla supervisione degli artisti, interpellati per capire come meglio proporli alla fruizione del pubblico.
Palazzo Perrone di San Martino, sede della Fondazione CRT, ospita nel suo cortile Contrazione della metafisica n. 2 (2007) di Francesco Gennari – Pesaro, 1973 – una scultura in marmo bianco di un osso appartenente ad un animale immaginario, nonché autoritratto dell’autore in quanto frutto della propria realtà interiore.
Teatro Carignano è la cornice perfetta per City of Moscow (Map: Geodetic Bureau for the planning of the City of Moscow, 1940 (2009) di William Kentridge – Johannesburg, Sudafrica, 1955 -, un arazzo realizzato su commissione della Metropolitan Opera di New York, che si rivolse a lui per la regia di Naso, opera lirica di Dimitrij Šostakovič.
Il Museo Nazionale del Risorgimento fa risuonare nel suo portico d’ingresso l’installazione sonora Soundtrack for a Troubled Time (2017) di Cally Spooner – Ascot, Regno Unito, 1983. Due tracce audio si mescolano rendendo difficile la comprensione delle parole pronunciate da un performer che conta fino a venti in spagnolo. L’artista rivolge così la sua denuncia all’uso aggressivo e insensato del linguaggio che in quel periodo stava conducendo a una realtà degradata.
Palazzo Madama – Museo Civico d’Arte Moderna e Antica accoglie Failed States (2011) di Peter Friedl – Oberneukirchen, Austria, 1960 – un collage di venti bandiere cucite assieme da detenute ed ex detenute del carcere Le Vallette di Torino. All’interno della prima sede del Senato del Regno d’Italia, affiancate le une alle altre, è possibile ammirare una selezione di bandiere di alcuni stati esistenti e altri frutto della fantasia dell’artista, riprendendo e al contempo criticando il report annuale dell’organizzazione statunitense no profit Fund for Peace.
Teatro Regio di Torino, ultimo ma non per importanza, si offre come casa per Four Thousand Seven Hundred and Twenty Five (Motion Control / Mollino) (2007) di Simon Starling – Epsom, Regno Unito, 1967 -, un omaggio alla personalità eclettica di Carlo Mollino, designer, fotografo, architetto italiano autore dell’attuale progetto del Teatro Regio, all’interno del quale è in corso una mostra a lui dedicata. L’opera di Starling, originariamente filmata in 35 mm e riproposta in questa sede in versione digitale, idealizza Mollino e lo fa rivivere attraverso una sua sedia del 1959, offrendone un ritratto a dir poco realistico.
L’arte esce in questo modo dai musei e dalla fiera, si disperde in città donando – e al contempo trovando – nuove espressioni di sé ai più, in nome di quelle relations of care centrali in questa settimana dell’arte torinese del 2023.
Dove le tracce finiscono – Opere dalla collezione della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT
dal 25 ottobre al 12 novembre 2023
info: www.artissima.art/dove-finiscono-le-tracce/