Vik Muniz, "The Birth of Venus, after Botticelli (triptych) (Pictures of Junk), 2008. Courtesy Ben Brown Fine Arts London.

Botticelli – Il suo tempo. E il nostro tempo.

Al Mart prosegue la linea di indagine che pone a confronto artisti e movimenti di epoche diverse, superando i confini temporali.
Protagonista indiscusso del “suo tempo e del nostro tempo” è Sandro Botticelli presente a Rovereto con un significativo nucleo di capolavori proveniente dagli Uffizi, la Venere della Galleria Sabauda di Torino e il Compianto di Cristo in prestito dal Mu-seo Poldi Pezzoli di Milano. La Firenze rinascimentale riecheggia nelle opere degli artisti contemporanei, da Giosetta Fioroni a David LaCha-pelle, da Michelangelo Pistoletto a John Currin. Nel cinema e nella moda, dalla Venere alla Ferragni.

Botticelli al Mart
In collaborazione con Associazione MetaMorfosi, la mostra muove dal progetto scientifico di Alessandro Cecchi,studioso e direttore della Fondazione Casa Buonarroti a cui si affianca la curatela di Denis Isaia, responsabile del contemporaneo e del public program del Mart.  

Il suo tempo
Il percorso è costituito da tre sezioni che presentano in modo chiaro ed esaustivo la figura e l’opera di Botticelli, tra i prediletti di Lorenzo il Magnifico. 
I capolavori in mostra danno conto delle diverse fasi della vita dell’artistaautentico interprete dei profondi mutamenti sociali, politici, culturali e artistici che si registrarono a Firenze nella seconda metà del Quattrocento, Botticelli negli ultimi anni attraversò una crisi esistenziale e religiosa e divenne devoto seguace delle idee del predicatore domenicano fra Girolamo Savonarola. 
La fase giovanile e i rapporti con Filippo Lippi portano alla realizzazione, per esempio, del Ritratto di fanciullo con mazzocchio di Palazzo Pitti degli Uffizi; della piena maturità sono Pallade e il Centauro ancora degli Uffizi e la Venere della Galleria Sabauda di Torino. 
Seguono le opere della fase più tarda e tormentata come il Compianto di Cristo del Museo Poldi Pezzoli di Milano, il pathos religioso che contraddistingue la Flagellazione e l’Andata al Calvario, fino all’incompiuta Adorazione dei Magi, entrambe degli Uffizi.
In mostra sono presenti anche opere di Filippo Lippi, di Filippino e di altri grandi artisti, come Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio che, insieme, portarono la Firenze del Magnifico a essere considerata la culla del Rinascimento italiano. 

E il nostro tempo 
La seconda parte dell’esposizione testimonia, attraverso indiscussi capolavori dell’arte contemporanea dagli anni Sessanta a oggi, come Botticelli sia l’artista a cui tutta la nostra cultura visiva fa riferimento, il perno attorno al quale far ruotare il concetto stesso di bellezza.
A lui hanno guardato artisti della Pop art italiana, come Mario Ceroli, Giosetta Fioroni e Cesare Tacchi, ma anche in anni immediatamente successivi figure come Michelangelo Pistoletto e Renato Guttuso
Le influenze di Botticelli si ritrovano nelle opere di artisti internazionali come Fernando Botero, David LaChapelle, Oliviero Toscani, John Currin, Vik Muniz, Awol Erizku o nel cinema di Federico Fellini; rivivono negli abiti della stilista e sindacalista Rosa Genoni e nelle collezioni della Maison Valentino, invadono le riviste patinate su cui posa Kate Moss e sono co-protagoniste alle foto dell’influencer più importante del mondo, Chiara Ferragni.
Tra riferimenti formali e tematici, la mostra conduce a inevitabili riflessioni sulla narrazione e sulla rappresentazione del corpo della donna. 
A far da padrona è l’immagine della Venere, fra tutte la più frequentata dalla contemporaneità. Come un’ossessione ricorrente che attraversa i secoli, tra canoni immutati e nuovi paradigmi estetici, in mostra la Venere è bianca, nera, grassa, magra, transgender, eterea o popolare, quasi sacra e mondana, a seconda dell’artista che la cerca. 

La mostra è accompagnata dalle video introduzioni alle opere di Vittorio Sgarbi, Alessandro Cecchi, Elisa Infantino, Riccardo Venturi e da un volume pubblicato da Silvana Editoriale.

Outdoor | Venus di Marco Lodola
Invitato dal Presidente del Mart, Vittorio Sgarbi, a contribuire alla mostra di Botticelli con un intervento nello spazio cittadino, Marco Lodola ha proposto una riproduzione luminosa della nota Venere di Botticelli. Successivamente l’artista ha raccolto lo spunto giunto dal Comune di Rovereto e dalla APT – Azienda di Promozione Turistica di Rovereto e Vallagarina a installare la Venere nel suggestivo scenario della fontana che chiude il corso intitolato ad Antonio Rosmini.
L’opera rientra nel ciclo delle sculture elettriche divenute la cifra stilistica dell’artista che, nel corso degli anni, ha omaggiato con il suo tratto distintivo le icone della cultura popolare come la Vespa, i Beatles, gli eroi dei fumetti, i volti più noti della politica o, come in questo caso, la caratteristica siluetta della Venere di Botticelli. 
Influenzato dal pensiero della Pop art, indifferente ai confini tra la cultura alta e la cultura bassa, e vicino alle libere trasfigurazioni inaugurate in Italia dal Futurismo, Lodola fa sua ogni possibile immagine nota, semplificandola nelle forme e inserendola nel paesaggio urbano senza disdegnare l’idea di strizzare l’occhio alla tradizione delle insegne luminose che rendono festoso il panorama notturno delle città contendendosi il genuino stupore del pubblico.

Sandro Botticelli, Venere, 1495-1497 c., Musei Reali, Galleria Sabauda, Torino
Giosetta Fioroni, Particolare della nascita di Venere, 1965. Collezione Intesa San Paolo
Gallerie d’Italia – Piazza Scala Milano

Mart Rovereto
Corso Bettini, 43 – 38068, Rovereto
Botticelli – Il suo tempo. E il nostro tempo.
fino al 29 agosto 2021
info: dal martedì alla domenica, 10.00 – 18.00; venerdì fino alle 21.00
www.mart.trento.it