A corollario della mostra su Van Gogh che si terrà fino al 6 giugno nelle sale espositive del Centro Culturale padovano, Marco Goldin torna a occuparsi di pittura contemporanea chiamando a raccolta otto voci contemporanee per tracciare un solco di continuità figurativa. La mostra titola Attorno a Van Gogh. Otto pittori e i colori della vita e si snoda a partire dalle sale dedicate alle temporanee fin sul ballatoio del Centro Culturale, creando una dimensione impattante e immersiva che contamina di vitale contemporaneità anche la discussione attorno al genio olandese. Gli artisti scelti da Goldin per questa collettiva sono: Laura Barbarini, Franco Dugo, Attilio Forgioli, Matteo Massagrande, Cetty Previtera, Giuseppe Puglisi, Laura Villani e Piero Zuccaro. Accanto agli otto adesso riuniti, vanno ricordati i due – Piero Vignozzi e Andrea Martinelli – cui Goldin aveva affidato il potente “prologo” del progetto e che, con le loro opere, hanno accompagnato la prima parte della mostra su Van Gogh. Ogni pittore espone sette opere. Unico il focus che il curatore ha proposto a tutti gli artisti coinvolti nel progetto: Van Gogh. Non per copiare le sue opere, ma per interpretare i temi, i luoghi, le emozioni, con il filtro dell’emozione e della sensibilità personali. Visioni diversissime, temi e tagli assolutamente personali, dal figurativo all’astratto. Gli artisti coinvolti nella mostra, sono stati capaci di uscire dal giogo dell’imitazione, presi piuttosto dal restituire quel fiato di vento che hanno sentito scendere dalle montagne del destino. O vibrare in mezzo ai campi di grano, magari sotto un cielo stellato. Hanno sentito che si può fare ancora pittura come dichiarazione d’esistenza e d’amore.
Tra gli otto pittori esposti Laura Villani spicca senz’altro sia per la contemporaneità contenuto-stilistica ma anche per quella sua scurissima cifra cromatica che prende decisamente le distanze dai cromatismi accesi di Van Gogh. La pittrice inscena una narrativa simbolica che alluna in mondi sonnambuli dove gli oggetti che include all’intreccio sono sì quelli cari a Van Gogh ma hanno vita propria. Diventano simboli che rientrano più in un ambito alchemico, spettrale e notturno. Una sorta di oggetti fantasma, feticci che sembrano aver abitato es convolto la mente di Van Gogh non meno di quella di chi abita il sogno incastonato dalla tela di Villani. Senz’altro una prospettiva originale, vuoi per la presenza di un nero assoluto che diverge massimamente dal suo interlocutore d’origine, vuoi perché la pittura di Villani riverbera di un incantesimo del femminile: un guardare di sguincio, in bilico tra conosciuto e allucinato, che accoglie ripara conserva ed espelle dallo stesso sguardo.
Uno sguardo femminile magico e vibrante è quello di Cetty Previtera che usa la magmaticità della pennellata e il cromatismo acceso del colore per narrare di mondi vivi e accesi, un trionfo di energie sottili che popolano il sottotraccia, vivono tra pelle e carne di montagne e luoghi fatati. La sua pittura luminosa ci proietta in una dimensione “favolosa” e apre al sogno.
Giuseppe Puglisi è invece il pittore del cielo. Difficile restare in equilibrio sulla punta delle stelle. Ma Puglisi si fida dell’universo, si affida all’universo, naviga senza timore tra visibile e invisibile e ci fa perdere tra le sue costellazioni, ricordandoci di alzare lo sguardo ben oltre il nostro infinitamente minuscolo ego.
Sono molte altre le voci in campo, tutte intonate tra loro a comporre una melodia che pur omaggiando il pittore olandese spingono in avanti, intrecciando pensieri che più che al passato convergono sul futuro della figurazione italiana.
Attorno a Van Gogh diventa allora occasione per andare oltre a Val Gogh.