Installation view, "WE HYBRIDS!", Istituto Svizzero, Roma. OKNO studio

WE HYBRIDS!

WE HYBRIDS! è una mostra collettiva che raggruppa sei giovani artisti(e) della Svizzera che affrontano il concetto dell’ibridismo attraverso diverse modalità mediatiche e narrative.

WE HYBRIDS! è una mostra collettiva che raggruppa sei giovani artisti(e) della Svizzera che affrontano il concetto dell’ibridismo attraverso diverse modalità mediatiche e narrative. Le interazioni e le connessioni tra l’uomo e la tecnologia, così come la fusione di corpi organici, microbici o meccanici, sono i temi posti al centro del lavoro di Vanessa Billy (*1978 Ginevra, vive e lavora a Zurigo).

Nella mostra l’artista espone, tra le altre opere, cromosomi potenzialmente geneticamente mutati e un’installazione con impronte in silicone che potrebbero provenire dall’uomo, dall’animale e dalla macchina. Chloé Delarue (*1986/Le Chesnay, FR, vive e lavora a Ginevra) è interessata sia ai racconti cyberpunk, sia all’influenza degli sviluppi tecnologici sul corpo e sulla mente umana. Dal 2015 lavora al suo complesso corpoTAFAA (Toward A Fully Automated Appareance), composto da un assemblage ibrido di materiali organici e inorganici che evocano per somiglianza resti archeologici del futuro. Florian Germann (*1978/Kreuzlingen, vive e lavora a Zurigo) sperimenta con differenti materiali e le loro “energie” (come lui stesso le definisce), e conferisce alle sue sculture storie e aneddoti particolari. È affascinato da Blade Runner, dai cyborg e dagli alieni. I due oggetti da lui creati appositamente per la mostra risultano da combinazioni tra uomo, animale e macchina.

Nelle vene calde, scintillanti, color simil pelle e geometricamente ridotte di questi ‘esseri’ scorrono benzina e olio. Influenzata da forme narrative speculative della letteratura di fantascienza, nella quale finzione e realtà si mischiano, la serie di foto Fook Moon (2017/2020) di Gabriele Garavaglia (*1981/Vercelli, IT, vive e lavora a Zurigo) prende spunto da una performance e mostra una serie di ritratti di creature simili a esseri umani con occhi, però, spaventosamente disumani. Allo stesso tempo, un grande simbolo graffitato sul muro ci ammonisce contro il ‘biorischio’ (‘Biohazard’).

Progettato negli anni ’60, il simbolo avverte dei pericoli derivanti da sostanze o organismi di origine biologica – rifiuti sanitari, virus o campioni contaminati da microrganismi. Mette quindi in guardia contro l’infezione e di conseguenza anche contro la mescolanza di materia umana e non umana, l’essere ibrido. Nel suo video Holobiont SocietyDominique Koch (*1983/Lucerna, vive e lavora a Basilea e Parigi) traccia i rapporti di potere del presente capitalista, che funge da sistema ibrido, talvolta conflittuale. Così facendo, l’artista richiama l’idea biologica dell’olobionte, ovvero un organismo in cui convivono ospite, microbi, batteri e virus. Infine, Pamela Rosenkranz (*1979/Altdorf, vive e lavora a Zurigo e Steinhausen) presenta due nuovi dipinti della serie Sexual Power, realizzati sotto gli effetti del Viagra, sostanza prodotta sinteticamente che, una volta assunta, la trasforma in un essere ibrido, combinando le sue capacità umane con quelle di una sostanza prodotta artificialmente.

Istituto Svizzero
via Ludovisi 48, Roma
WE HYBRIDS!
fino al 12 febbraio 2021
info: martedì 14:00-18:00, mercoledì-venerdì 11:00-18:00
www.istitutosvizzero.it