Daniel Spoerri. Prova d’artista, non realizzata, per l’Ultima Cena, 2000

The Last Supper recall

La mostra “The Last Supper recall” approfondisce il tema dell’Ultima Cena e il confronto con il genio Leonardesco attraverso un percorso che si snoda tra le opere di artisti contemporanei.

Riapre al pubblico la mostra “The Last Supper recall”, esposta presso la Galleria Credito Valtellinese fino a venerdì 26 marzo.

Il fitto programma del re-opening presenta un talk con gli artisti Filippo Avalle, Bruno Bordoli, Elia Festa che offrono un’approfondita lettura delle loro opere, accompagnato dalla presentazione del catalogo e dalla proiezione del film di Andy Warhol “Salvador Dalì”.

A partire dalla nuova apertura dell’esposizione e per le due settimane successive sono organizzati incontri, con prenotazione obbligatoria, dedicati alla visione delle opere filmiche di Andy Warhol.

La Galleria del Credito Valtellinese – in Corso Magenta, 59 – impegnata da sempre nella promozione di iniziative artistiche e culturali, grazie a questa rassegna rinnova il collegamento istituzionale con la Direzione regionale Musei Lombardia, istituto che coordina e gestisce 12 musei statali sul territorio lombardo – fra cui il Museo del Cenacolo Vinciano e il Creval – per la realizzazione di azioni di rete sul territorio.

La mostra The Last Supper recall approfondisce il tema dell’Ultima Cena e il confronto con il genio Leonardesco attraverso un percorso che si snoda in due sezioni: un nucleo di opere di Daniel Spoerri e di artisti contemporanei quali Filippo Avalle, Bruno Bordoli, Elia Festa accanto a una selezione di proiezioni, filmati accompagnate da un consistente corpus documentario.

Daniel Spoerri, importante esponente del Nuoveau Realisme, è rappresentato da una duplice espressione creativa: un olio su tavola e due proiezioni. Ne La Céne del 1988 figure naif e applicazioni a collage di pentole, piatti e bicchieri emergono da un piccolo supporto di legno convesso. I soggetti della rappresentazione, a differenza della tradizionale iconografia dell’Ultima Cena, sono ripresi dall’alto e Gesù siede a capotavola mentre gli apostoli ai lati.

Fanno invece parte della sezione proiettiva la “prova d’artista”, esposta in questa occasione per la prima volta al pubblico, dove a ogni personaggio dell’Ultima Cena leonardesca, riprodotta sullo sfondo, corrisponde un posto nella ricostruzione plastica della tavola apparecchiata sottostante e le Tavole con le Ultime cene di personaggi illustri, tredici lastre in marmo di Carrara dalle quali emergono in altorilievo suppellettili e vivande consumate fra gli altri da Cristo, Oetzi, Buddah, Socrate, Goethe e Freud, attualmente esposte in permanenza presso il giardino del Grand Hotel della Posta di Sondrio.

Con Ultima Cena del 2007, una composizione stratigrafica in metacrilato dal sorprendente magnetismo prospettico ad effetto ologramma e dai colori cangianti, Filippo Avalle propone una lettura in chiave simbolica, rappresentata da un’esplosione che parte dal centro per espandersi in tutta l’opera, alla cui base si intravedono piccole figure in movimento, che ricordano gli apostoli. Accanto ad essa è esposto il disegno preparatorio su carta dal titolo Ultima Cena: inizio di un viaggio infinito nel cervello-mente, realizzato nello stesso anno.

Bruno Bordoli offre la sua interpretazione dell’Ultima Cena nell’opera di matrice figurativa intitolata Cenacolo, che lascia emergere in maniera evidente la condizione umana, attanagliata da dubbi esistenziali. Il lavoro, di grande formato (cm 194×252) realizzato nel 2007 con olio e acrilico su tela grezza è accompagnato da due schizzi che hanno contribuito alla composizione definitiva.

Da uno sfondo nero da cui emergono un aggregato spiraliforme con filamenti brulicanti che tracciano il profilo dell’iconica immagine dell’Ultima Cena, Elia Festa rappresenta attraverso il movimento e l’energia un momento specifico dell’evento biblico: la rivelazione dell’imminente tradimento. I fili di luce che si stagliano nella grande stampa su tela cm 140×280 offrono inoltre il commento iconografico dell’artista sul binomio Cristo/Luce.

Parte integrante della sezione adibita alle proiezioni sono i film in pellicola 16mm di Andy Warhol, fra cui “Kiss”, “Haircut#1”, “Eat”, “Restaurant (aka l’Avventura)”, “Soapopera”, “Salvador Dalì”, in prestito dal dipartimento di audiovisivi del MoMA di New York. La selezione, curata da Cineteca Milano, riguarda film realizzati da Warhol dal 1963, anno in cui l’artista decide di cimentarsi nell’arte cinematografica con la sua prima cinepresa Bolex 16mm, fino al 1966. I film di questo primo periodo si possono definire minimali, sono infatti girati a inquadratura fissa, raccontano storie e stralci di vita incentrati sulla sua celebre Factory, situata al quinto piano del 231 East 47th Street, composta da pittori, musicisti, attori improvvisati e scapestrati con il sogno di diventare stelle del firmamento hollywoodiano. La tecnica utilizzata da Warhol è semplice ed elementare, film muti o con suoni minimi in presa diretta, utilizzo esclusivo del bianco e nero, montaggio basilare e drastico, spesso orientato a infrangere le regole dell’unità di azione e contenuto del linguaggio cinematografico. Anche nell’utilizzo abituale del piano-sequenza Warhol suscita nello spettatore una sensazione di snervante attesa davanti a sequenze colme di immobilità e di perdita del concetto di tempo.

Di particolare interesse sono il corpus documentario e i materiali di repertorio conservati negli archivi del Creval parallelamente alla produzione delle mostre, tenutesi in più di trent’anni nelle Gallerie di Milano, Sondrio, Acireale e Fano. Si tratta una serie di cataloghi commissionati dalla Fondazione Gruppo Credito Valtellinese, fra cui si annoverano importanti testimonianze come la ristampa anastatica dell’albo “Il Cenacolo” edito da Mondadori con la Galleria Philippe Daverio, per la cura di Alexandre Iolas; l’opera di Damien Hirst “The Last Supper® Damienhirst” del 2000, una serie di 13 screenprints da 152,5×101,5 cm tirata in 150 stampe offset per The British Council e presentata in esclusiva al Refettorio delle Stelline all’inizio del millennio; il ciclo pittorico di Marthial Raysse dal titolo “Hereux Rivages”, raccolto in 13 riproduzioni offset contrassegnate con numeri romani, dedicato all’installazione specifica di una grande opera su tela esposta nel 2007-2008 nell’abside settentrionale di Santa Maria delle Grazie; i fascicoli monografici dedicati alle opere di Antonio Recalcati “L’ombra della Croce”, 2007 di Daniel Spoerri “Ultima Cena”, 2007 e di Velasco Vitali “Ultima Cena”, 2007; il reprint del catalogo della mostra di Hermann Nitsch “L’Ultima Cena” tenutasi alle Stelline e al Centre Culturel Français de Milan nell’anno 2000; la ristampa del progetto fotografico di Dominique Laugè e Valeria Manzi dal titolo “Voies d’Hommes”, 2007; una selezione di numeri del magazineAndy Warhol’s Interview” contrassegnati da un timbro a tampone – anch’esso presente in mostra – emesso dalla Galerie Alexandre Iolas in occasione della vernice milanese di Warhol del 1987. Questo straordinario avvenimento è ricordato inoltre da una serie di vintage prints di Maria Mulas con ritratti di Warhol.

La rassegna dei documenti, degli oggetti e dei memorabilia collezionati attorno all’icona leonardesca – e al suo recall warohliano – culmina con l’esposizione del poster della mostra “Andy Warhol. Il Cenacolo” e del suo bozzetto a mano libera, elaborato dall’artista e grafico greco Petros su incarico di Iolas e del Credito Valtellinese nel 1986.

Warhol Andy, The Last Supper, 1987, acrilico su tela, cm 100×100

THE LAST SUPPER RECALL
Galleria Credito Valtellinese – Milano, Corso Magenta 59
23 febbraio – 26 marzo 2021
mercoledì – giovedì – venerdì ore 14 – 19 con prenotazione