Fino al 20 dicembre 2024 gli spazi del brand di design tedesco ospiteranno il giovane artista bresciano Marco Paghera, noto per la sua abilità nel combinare metallo e pietra per dare forma e colore alla complessità della sua interiorità. Le pietre rare, come marmi e onice, utilizzate nei suoi lavori, rappresentano il punto di partenza, l’impulso irrefrenabile del subconscio, mentre il metallo, lavorato con una precisione quasi maniacale, non è solo un contenitore, ma diventa esso stesso portatore di significato e metafora del pensiero razionale, ovvero della lotta titanica dell’essere umano per elevarsi e migliorarsi continuamente.
“L’arte,” spiega il curatore Sabino Maria Frassà, “è soprattutto riuscire a dare forma, custodire e condividere un pensiero”. Il termine “pensum” deriva dal latino e indicava originariamente un “peso” di materia preziosa ancora informe, da valutare e lavorare. Per Paghera, la materia grezza più preziosa è il subconscio, poiché l’esistenza umana è un’intersezione in continuo divenire tra ragione e istinto, che l’artista trasforma in qualcosa di nuovo e complesso, un peso-pensiero contemporaneo, una tangibile “Parola” ricca di significato.
Il progetto espositivo promosso da Gaggenau si inserisce in un percorso che esplora l’eccellenza artistica e il saper fare, l’homo faber. Come sottolinea Frassà, “L’arte di Paghera non è solamente espressione concettuale, ma diventa una forma e una materia di un nuovo pensiero. Un pensiero tanto puro quanto pesante, irreversibile e capace di trasformare tutto ciò che incontra. Questo processo creativo rappresenta per l’artista un ritorno all’ordine dal caos interiore, un percorso di catarsi e autoanalisi indispensabile per non essere dominato dal subconscio, ma per emergere da esso arricchito.”
Come spiega Mistral Accorsi, brand manager del marchio tedesco Gaggenau, che dal 1683 crea elementi di design raffinati per la cucina, “Gaggenau, anche attraverso questa mostra, si fa promotore della materia che si trasforma in arte e pura bellezza grazie al genio umano. Il lavoro di Paghera incarna e condivide con noi questa ricerca della perfezione che arricchisce la nostra vita quotidiana, riuscendo a dare corpo e materia all’invisibilità del pensiero così dirompente e rivoluzionario”. “La pietra, simbolo delle profondità della terra e metafora del subconscio umano,” continua Frassà, “pervade tutta la ricerca artistica di Paghera. L’artista combina tecniche tradizionali e industriali per coniugare natura e ingegno umano, in un processo che riflette il tentativo di comprendere il pensiero come ponte tra subconscio e coscienza. Questo percorso si esprime in opere come “Introspezioni cerebrali”, “Assenze”, “Archeologie del futuro” e “Memory Box””.
Nello spazio meneghino di Gaggenau, in dialogo con la geometria essenziale degli elementi di design, le opere di Paghera offrono al pubblico una visione che consente di esplorare e comprendere la complessità della vita senza banalizzarla. “La sua parola-pensiero-peso, in continua evoluzione, interpreta le molteplici sfaccettature dell’esistenza umana, componendo un’armonia di contraddizioni che rappresentano il nostro shakespeariano “Essere”. Un’esistenza che non solo merita di essere capita e accettata, ma anche raccontata, fino a trasformarsi in opera d’arte. In fondo, l’opera d’arte siamo noi, la nostra essenza”.
Marco Paghera
Pensum
Gaggenau DesignElementi Hub
Corso Magenta 2 (cortile interno citofono 33), Milano
Dal 12 settembre al 20 dicembre 2024