ARCO Lisboa

Luogo

Dipartimento di Architettura
Viale Pindaro - Pescara

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Data

Mar 23 2022
Evento passato

Ora

17:30

Un maestro contemporaneo: Guillermo Vázquez Consuegra

Domani, 23 marzo, alle ore 17.30, Guillermo Vázquez Consuegra, uno dei più autorevoli architetti spagnoli contemporanei, terrà una lectio magistralis presso il Dipartimento di Architettura di Pescara.

Nato a Siviglia nel 1945 e laureatosi nel 1972 presso la Scuola di Architettura della sua città, Consuegra è Architetto a trecentosessanta gradi: progetta, disegna, viaggia, osserva, scrive, insegna. Soprattutto, la sua curiosità per l’architettura non ha fatto altro che crescere nel tempo, come lui stesso ha affermato durante il discorso di premiazione dell’Arpafil Award 2006, esordendo con le seguenti parole: “mi sento all’inizio della mia attività professionale”.

Eppure, la sua vita da architetto, estremamente intensa, è cominciata ben prima del 2006: Consuegra ha costruito innumerevoli opere, tra le quali ricordiamo i progetti d’abitazione popolare a Siviglia, Cadice e Rota (tra il 1987 e il 2004); il Padiglione della Navigazione per l’Expo a Siviglia (1992); il pluripremiato restauro del Palazzo di San Telmo (2010); il Centro Congressi di Siviglia (2012). Ha partecipato a numerose esposizioni internazionali, tra le quali le Biennali di Venezia (1980 e 2004); la Triennale di Milano (1988), il Centre Pompidou Paris (1990), The Art Institute of Chicago (1992). Ha ricevuto innumerevoli riconoscimenti e premi: Medaglia d’Oro per l’Architettura Spagnola 2016; Premio Architettura Spagnola 2005; Premio Architettura Andalusa 2007 e molti altri. Ha ricoperto il ruolo di visiting professor in università internazionali: ricordiamo la Facoltà di Architettura e Urbanistica di Buenos Aires (1993), la Scuola di Architettura di Navarra (1998 e 2021), la Syracuse University School of Architecture, New York (2001). Inoltre, è protagonista di molte pubblicazioni e monografie.

Ma ora domandiamoci: quale tipo di sguardo Consuegra offre al mondo? In quale maniera egli si avvicina e opera nel contesto contemporaneo? Rispondiamo, innanzitutto, definendo la sua architettura a misura d’uomo e a misura dei luoghi. E, riportando gli aggettivi da lui adottati, quella di Consuegra è un’architettura “pacata, lontana dagli eccessi retorici e modaioli, densa, adeguata al luogo, opportuna.” Progettare, dunque, a partire da un’attenta osservazione del mondo – che è il nostro oggetto di lavoro – e da una lettura consapevole della realtà, la quale è frutto di tradizioni, consuetudini e modi di abitare, legati in una continua e dinamica interdipendenza.

Tuttavia, proprio tale interdipendenza è, ormai, dichiaratamente messa in crisi dalle condizioni sociali, economiche, ambientali del nostro presente, tanto da divenire sempre più sfuggente e, talvolta, incomprensibile. E l’architettura, che disegna i nostri contesti fisici, spesso provoca solo rumore assordante e spettacolarizzazione fine a sé stessa. Ma, come ha specificato Consuegra durante un intervento sulla figura di Luigi Snozzi, una delle qualità essenziali dell’architetto risiede nella volontà e capacità di lottare. Una forza necessaria per recuperare un atteggiamento etico nei confronti dell’architettura, affinché questa torni a essere radicata nel luogo, nella topografia, nella storia, nella cultura.

Le opere di Consuegra lo ribadiscono continuamente: non si tratta di produrre oggetti isolati, egocentrici, autistici. Al contrario, è necessario dar vita a una nuova architettura, che rintracci le sue basi nell’esperienza dell’esistente e nella relazione dialettica fra gli uomini, gli oggetti e i luoghi: uno sguardo completo, dunque, che abbracci l’intero contesto relazionale e non il singolo oggetto in sé. Tale riflessione ci avvicina a uno dei caratteri essenziali dell’opera di Consuegra: la qualità urbana dell’architettura.

È anche necessario, però, con un approccio innovativo, interpretare i messaggi della tradizione nel contesto contemporaneo, per evitare di “cadere nella tentazione della riproduzione letterale o del mimetismo”: il divenire e il cambiamento sono aspetti naturali e imprescindibili di qualsivoglia esistenza. Secondo Consuegra, infatti, la relazione fra architettura e luogo non dev’essere di sottomissione, né deve condurre a risposte automatiche. Come anticipato poco sopra, si tratta di una vera e propria dialettica, di un confronto nel quale, a volte, viene formulato un giudizio in antitesi al luogo. Non solo: è vero che l’architettura esprime il suo tempo, ma non è detto che debba rileggerne passivamente il caos o l’instabilità. Il progetto, così, è chiamato a trovare uno stato di equilibrio fra tradizione e innovazione, fra lettura e interpretazione.

E questa vocazione, propria di un buon progetto d’architettura, viene raggiunta dall’architetto spagnolo attraverso un uso consapevole di tutti gli strumenti del mestiere: la luce, le proporzioni, i materiali – ai quali dedica particolare attenzione -, i dettagli costruttivi, i colori, i suoni. Ed ecco, allora, che nel Caixaforum di Siviglia (2017) la luce del sole diviene uno dei protagonisti, illuminando gli spazi sotterranei attraverso la pensilina d’ingresso che fa da filtro. Nel Museo del Mare e della navigazione a Genova (2004), Consuegra offre un nuovo volto all’antico Galata, assemblando l’antico e il nuovo con naturalità e armonia, senza alcun rapporto di sottomissione. L’intervento nella Cartuja di Siviglia (1987) mantiene la qualità del complesso esistente – una sorta di piccola città, cresciuta nell’arco di cinque secoli e racchiusa nei suoi recinti-, costruendo, però, nuovi bordi, aprendo spazi e visuali, completando frammenti, intensificando le relazioni tra dentro e fuori.

L’operare di Consuegra è, perciò, teso a una continuità dinamica e sempre attuale con la natura e la città, nella quale si registra l’abitare dell’uomo sulla terra. Come ha affermato l’architetto stesso durante la premiazione dell’Arpafil Award: lungo questa linea “continuerò, perché l’architettura è un’ossessione straordinaria che ti circonda e non ti abbandona”.

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