Alvin Curran, Roma, 1980. Ph. Adriano Mordenti

Luogo

MACRO - Museo dell'Arte Contemporanea di Roma
MACRO - Museo dell'Arte Contemporanea di Roma
Via Nizza, 138, 00198 Roma RM

https://www.museomacro.it

Data

Set 20 2023
Evento passato

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Mostra

OPENING – Barrikadenwetter – Alexander Brodsky – Alvin Curran – Experimental Jetset

Il 20 settembre il MACRO apre la nuova stagione con l’inaugurazione di quattro mostre.
Con Profondità di campo l’architetto e artista Alexander Brodsky (Mosca, 1955) crea un’installazione che riflette gli ambienti immaginifici delle sue architetture di carta.
Barrikadenwetter. Atti visivi dell’insurrezione, a cura dell’Arsenale Institute, esplora il concetto e l’iconografia della barricata dalle sue origini tardo-rinascimentali ai nostri giorni.
Hear Alvin Here è una nuova opera sonora di Alvin Curran (Providence, Rhode Island, 1938), un percorso autobiografico di ascolto che attraversa la sua ricerca e il suo rapporto con Roma.
Lo studio di graphic design Experimental Jetset presenta una installazione dedicata all’”Italian sphere”, nata dallo studio di due diversi segni, creati da Michelangelo Antonioni ed Enzo Mari.

Barrikadenwetter – Atti visivi dell’insurrezione
A cura di Arsenale Institute, Venezia
20 settembre 2023 – 18 febbraio 2024
#STUDIOBIBLIOGRAFICO
Barrikadenwetter (tempo di barricate) è un termine coniato dall’anarchico Michail Bakunin nel giornale Dresdner Zeitung del 3 maggio 1849: denota il momento di transizione nel quale un soggetto rivoluzionario emerge nell’azione collettiva e si reifica come un ostacolo in opposizione all’ordine costituito. Partendo da un’indagine storica condotta dall’Arsenale Institute – gruppo di ricerca da anni impegnato in progetti legati alle arti visive e all’analisi critica delle politiche della rappresentazione – la mostra esplora la costruzione, il concetto e l’iconografia della barricata dai suoi inizi nel tardo Rinascimento fino ai giorni nostri, attraversandone le connessioni storiche con le radici dell’avanguardia del XX secolo.

Alexander Brodsky
Profondità di campo
20 settembre 2023 – 18 febbraio 2024
#POLIFONIA
Alexander Brodsky (Mosca, 1955) è un architetto-artista russo appartenente alla cosiddetta scuola moscovita dell’”Architettura di carta”. Il suo lavoro è spesso definito come un’”architettura dell’immaginazione”, che unisce un approccio storicista alla fantasia e alla realtà propria della pianificazione urbana sovietica e post-sovietica.
Brodsky, che fin dall’inizio del suo lavoro si è interessato alla profondità delle idee, della visione, e alla profondità di campo, per la sua prima mostra istituzionale in Italia trasformerà lo spazio espositivo in un paesaggio composto da diverse strutture di supporto, in cui opere e lavori che spaziano dagli anni Novanta a oggi convivono in una nuova installazione

Alvin Curran
Hear Alvin Here
20 settembre 2023 – 17 marzo 2024
#MUSICADACAMERA
In occasione della sua prima mostra istituzionaleil musicista e compositore Alvin Curran (Providence, Rhode Island, 1938) ripercorre oltre cinquanta anni della sua ricerca musicale e delle sue svariate collaborazioni, raccontando anche il rapporto con la città di Roma, in cui vive e lavora dal 1965.
Attraverso una nuova opera sonora, un mixtape che racchiude frammenti di numerosi brani e registrazioni, Alvin Curran accompagna il pubblico in un percorso autobiografico di ascolto che va dagli inizi della sua carriera nella metà degli anni Sessanta, fino ai suoi più recenti lavori.

Experimental Jetset
AUTONOMIARTEPOVERARCHIZOOMEMPHISUPERSTUDIOPERAISMO
20 settembre 2023 – 18 febbraio 2024
#IN-DESIGN
Experimental Jetset è uno studio di graphic design fondato ad Amsterdam nel 1997 da Marieke Stolk, Erwin Brinkers e Danny van den Dungen. Uno dei temi al centro della loro ricerca è il rapporto tra segno e città che, in occasione della mostra, risulta dall’analisi di uno specifico contesto italiano. Experimental Jetset propone così il racconto dell’“Italian sphere” attraverso l’analisi di due segni in particolare. Il primo è un logo al neon, o “non-logo”, che compare in una sequenza del film Blow-Up (1966) di Michelangelo Antonioni. Il secondo è la falce e martello decostruita da Enzo Mari nel corso di diversi progetti sviluppati tra il 1954 e il 1977.

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