Francesco Patanè | Imperfection Is Beauty
Francesco Patanè, artista siciliano di origini, romano di adozione, presenta la sua prima personale a Roma “Imperfection Is Beauty” dal 18 novembre al 25 novembre 2022, all’Associazione SinergieSolidali a Via Volsinio 21, nel quartiere Trieste.
Romano, classe 1986, materico, predilige l’uso di materiali “non convenzionali” per le sue opere come l’asfalto e la juta, la sua è una ricerca della perfezione nell’imperfezione: il contrasto di corpi e figure appena abbozzate che sembrano emergere dalla juta, la forza materica dell’asfalto, l’uso di materiali inconsueti, queste sono le caratteristiche pittoriche di Francesco Patanè.
In mostra circa 15 opere, alcune anche di formati imponenti, com’è d’uso dell’artista che in questa sua prima personale romana, strizza l’occhio anche al riuso e al riciclo, così in voga e oltre alla classica juta, si cimenta anche sul cartone e su altri materiali di scarto, mescolando con l’acrilico.
L’artista da sempre gioca sull’imperfezione, per far emergere la vera natura del soggetto raffigurato, la sua essenza profonda, il suo “io” nascosto, la sensibilità del singolo individuo a prescindere dall’aspetto fisico, il suo slogan infatti è: imperfection is beauty.
La sua arte è volta al recupero di un ideale primordiale di raffigurazione e il suo incentrarsi sui corpi o sui visi della gente comune è legato alla predilezione per le imperfezioni estetiche che, a suo avviso, sono la parte più affascinante ed enigmatica di ogni singolo individuo, la perfezione è nell’essere non nell’apparire.
Secondo Patanè l’arte deve riprodurre, evocare ed emozionare l’osservatore ma, cosa più importante, è nell’artista che l’opera d’arte deve riuscire a trasmettere quell’emozione.
Un figurativo riflessivo, ama definire il suo stile l’artista, poiché ad ispirare il suo immaginario più che soggetti definiti e armonici sono bozze di “persone”. Non semplici corpi, dunque, ma persone.
In contrapposizione alla “imperfezione” delle persone riprodotte, l’artista ha una minuziosa cura nella lavorazione dei materiali utilizzati, che lo portano ad iniziare addirittura dal telaio di legno sul quale sarà fissata l’opera, per poi passare alla lavorazione del sacco di juta, nel quale crea un’imprimitura con colla e acrilico e, alla fine, una volta asciugato il tutto, delinea il personaggio da riportare su tela. Successivamente procede con la colatura di asfalto catramoso per giungere alla realizzazione finale dell’opera.
Francesco Patanè Imperfection Is Beauty la prima personale a SinergieSolidali a Roma
18 novembre