ARCO Lisboa

Luogo

Camera Frigo
Via Filippo Re, 8a - Roma

Data

Mar 21 - 30 2023
Evento passato

Ora

18:30 - 21:00

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DANIELE VILLA ZORN: GLICONE o delle speranze mal riposte

Dal 21 al 30 marzo 2023 CAMERAFRIGO ospita GLICONE o delle speranze mal riposte, la personale dell’artista romano Daniele Villa Zorn, classe 1973, che ci racconta la storia di una truffa colossale, un “oracolo” dal corpo di serpente e dalla testa semiumanoide che in piena peste antonina (165-180 d.C.) spopolò in tutte le province romane dell’Asia Minore, fino a trasformare l’oscura città di Abonutico in meta di pellegrinaggio.
I collage, realizzati con frammenti di guide turistiche e libri di viaggio, diventano le matrici generative di una serie di poster in edizione limitata che conducono lo spettatore a riflettere sulla natura prodigiosa dell’immagine, e sul bisogno inesausto degli umani di sondare il mistero, la paura, la speranza, in un’era di guerre, pandemie e incertezze globali.

DANIELE VILLA ZORN (Roma, 1973) è un artista visivo che si esprime principalmente con la tecnica del collage. Con un background cinematografico come studioso, produttore e regista di documentari di creazione, ha un’attività performativa incentrata sulle performance character driven e sul live-collage.
Tra le mostre e performance più recenti: 2018-19, Addestramento Infruttuoso, MACRO Asilo, Roma; 2019, Inconsolable, MADE A.C., Mazatlan, Messico; 2021, The Divine Tourist, Leporello, Roma; 2022, Sulla Collina – quasi una residenza, AOCF58, Roma; 2022, Orquestra Criativa encontra Synchronotopy, Imaginarius, Santa Maria da Feira, Portogallo.

www.danielevillazorn.com
Instagram_@daniele villa zorn
Instagram & info  @condottoc_camerafrigo

“La storia di Glicone è la storia di un oracolo truffa del II sec. d.C.. Lo scrittore greco Luciano di Samosata racconta con sapidi dettagli la storia di un falso profeta, Alessandro, che in Grecia convince tutti di aver trovato una reincarnazione di Asclepio/Esculapio, Dio della Medicina. È solo un serpentello mansueto, ammaestrato, con una folta parrucca e due piccole orecchie posticce, ma Alessandro sa come essere persuasivo. Udienze nella penombra, veloci e furtive, giochi di prestidigitazione e trucchi di ogni tipo, ed ecco trasformato il nostro buon Glicone (questo il nome del serpentello) in un oracolo famosissimo.
Coperto d’oro e con i mariti che, convinti di propiziarne la fertilità, mandano le loro mogli a far l’amore con lui sotto la protezione di Glicone, Alessandro si gode la vita. Ed è così convincente che anche l’imperatore filosofo Marco Aurelio (!!!!) si affida – disastrosamente – all’oracolo di Glicone durante la spedizione in Pannonia del 169-171 contro i Marcomanni e i Quadi.
Luciano di Samosata ce lo racconta in modo satirico come monito (gustoso) contro la creduloneria.
Da tempo con il collage lavoro sull’idea della divinazione e dei monstra – manifestazioni eccezionali del divino – e la storia di Glicone mi è subito sembrata molto affascinante. Nel II secolo ci fu la peste antonina e iniziò proprio con questa l’abbandonarsi dei romani ad ogni tipo di culto che promettesse la salvezza. Come
quello di Glicone, associato ai poteri guaritivi di Esculapio, e come quelli di un certo Gesù Cristo. Ci è mancato poco che Glicone non ne prendesse il posto. Scherzo, ma in linea teorica è tutto vero.
In questo periodo di covid, guerre e grandi incertezze globali, ci affideremo anche noi a Glicone? Siamo sulla soglia di una nuova era? È già iniziata?
Poi ho scoperto che la Romania, la terra d’origine della mia compagna Catalina, ha dedicato ad una rarissima scultura di Glicone presente al museo di Costanza il fronte di una banconota da 10.000 Lei, e mi è sembrato un segno del destino.
Come se non bastasse, Alberto Savinio ha raccolto durante la seconda guerra mondiale una serie di scritti di Luciano di Samosata, e illustrato il volume, facendo un ritratto al nostro serpentello parruccato.
Io di mio volevo giocare con questo immaginario anche grottesco, ma devo confessarvi che nel cercare di divinare i segni degli Dei, mi sono reso conto che alla fine forse ci credo, a Glicone.

Per quanto riguarda le opere esposte, da qualche anno mi concentro maggiormente sul risultato che sui collage originali, analogici di partenza, che considero alla stregua di una matrice, generativa di una serie di stampe – o meglio, di poster. Da un lato è una sorta di processo di trasmutazione alchemica, in cui dalle stampe seriali da cui i frammenti utilizzati provengono (libri di viaggio, guide turistiche, ecc…), si giunge all’unicum del collage, per poi riconvertirlo alla stampa seriale. Dall’altro c’è
anche il desiderio di eliminare il feticcio dell’originale e rendere più democratico e sostenibile l’accesso all’arte, almeno alla mia. Quindi se volete, potete acquistare una stampa delle opere di Glicone, chiedete a Condotto C – Camera Frigo o contattatemi direttamente a villazorn@gmail.com. Sono in una edizione di 100 copie per immagine, indipendentemente dal supporto e dalla dimensione – ci concentriamo principalmente
su 30×40 cm e 50×70 cm.”
Daniele Villa Zorn

Un ringraziamento a Marco Bernardi, Ilari Valbonesi e Catalina Barbuceanu.

21 – 30 | 03. 2023
DANIELE VILLA ZORN
GLICONE o delle speranze mal riposte
Opening: 21 Marzo ore 18.30
CAMERAFRIGO – Via Filippo Re 8a – Roma

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