Yumi Karasumaru, Yumi's New School - a cura di Roberto Pinto. Ph. Francesco Biondi

Yumi’s New School- ユミの新しい学校. Poetico incontro tra occidente e oriente

Lo spazio bolognese di via Santo Stefano 43, Associazione Alchemilla, Palazzo Vizzani apre le porte per la prima volta una personale dedicata interamente ad un’artista donna: Yumi Karasumaru, mostra a cura di Roberto Pinto.

Nella scenografica cornice di Palazzo Vizzani, sede dell’associazione bolognese Alchemilla, sono allestite le opere d’arte dell’artista Giapponese Yumi Karasumaru; mostra a cura del critico d’arte e docente dell’università di Bologna Roberto Pinto. Venerdì 10 maggio si inaugura così la mostra intitolata Yumi ‘s New School – ユミの新しい学校 presso l’associazione non-profit Alchemilla, spazio pensato per ospitare artisti, performer, curatori e intellettuali, di passaggio o in residenza. La convinzione dell’associazione culturale Alchemilla è di come l’arte costituisca un valore umanistico e sociale, da queste basi si è sviluppata ed evoluta creando rapporti che hanno dato vita a progetti site specific, a nuove sinergie e sperimentazioni. Un luogo privato ma aperto al pubblico di natura ibrida e interdisciplinare è chiamata al sostegno degli artisti, alla ricerca e alle diverse e numerose iniziative legate alle arti visive e performative. Con queste prerogative non poteva che crearsi una perfetta connessione tra l’associazione Alchemilla e l’artista Giapponese Yumi Karasumaru, perché rendere fruibili questi lavori significa accogliere, divulgare e comunicare al fruitore un felice incontro tra arte e natura partecipativa. Nelle sale di palazzo Vizzani è possibile vedere di come le opere d’arte rese note al pubblico siano lo specchio della stessa autrice, poiché sono visibili gli intrecci e le relazioni fra le due culture: Occidente e Oriente si incontrano in un armonia di colori e ordini compositivi che fanno riflettere su come l’arte non abbia limiti e confini, tutto si con-fonde. Grazie alla distanza dalla sua terra d’origine, l’artista Yumi Karasumaru che vive e lavora a Bologna da parecchi anni, ha avuto la possibilità di ripercorrere ricordi, memorie, drammi collettivi e personali, riti e abitudini del Sol Levante, mantenendo uno sguardo meditativo e d’indagine, inoltre nelle sue opere-quadri, disegni e performance si scorge la volontà di creare un dialogo con gli spettatori mediante una contaminazione tra “Storia” e storie personali, tra collettivo e pubblico, intimo, e privato.  La mostra è stata inaugurata con una suggestiva ed inedita performance intitolata Pro-Memoria di Onda – l’ultimo samurai, rappresentazione introdotta dall’inno nazionale – Kimi ga yo e prosegue con l’incredibile vicenda di Hiroo Ono, soldato Giapponese, che non credendo alla fine della seconda guerra mondiale, rimase per circa trent’anni nascosto nella foresta di un’isola sperduta nell’arcipelago delle Filippine, narrazione che si chiude nuovamente con l’inno nazionale, inno che trae origine da una poesia “waka”, il cui contenuto vuole trasmettere un messaggio di eternità e un augurio al paese imperiale. In programma vi è prevista una seconda performance; il 22 maggio sarà presentata: The Double Pop Songs, di che si tratta? In questo caso saranno proiettate sul kimono bianco della performer le parole delle canzoni pop giapponesi accuratamente selezionate dall’artista. Sarà dunque possibile leggere sul corpo che muta in “schermo” i testi delle canzoni senza udirne il suono. Ma veniamo ora alle opere esposte; la mostra è fruibile da un percorso suddiviso in quattro sale, la prima ospita una decina di lavori selezionati dalla serie Facing Histories (2015),riguardanti l’occasione dell’anniversario dell’esplosione della bomba atomica sulle città di Hiroshima e Nagasaki, nella seconda stanza invece è presentata la nuova serie Learning from the past, si tratta di opere di medie dimensioni, realizzate con la china e la matita su tela e su carta che si rifanno al periodo Edo, mentre nella penultima sala è possibile vedere delle proiezioni video di alcune performance realizzate dall’artista durante la sua carriera, per poi proseguire nell’ultima stanza dove vi è ricreato temporaneamente l’atelier dell’artista, in questo caso si tratta di un luogo d’incontro, confronto, dialogo aperto con il pubblico e con gli appassionati ed esperti del settore, curiosi e non, nel cimentarsi alla realizzazione di opere d’arte, un laboratorio aperto a tutti con lo scopo di cooperare insieme. Questo spazio da al fruitore la possibilità di capire dall’interno la poetica di Yumi Karasumaru oltre che aver l’opportunità di disegnare accanto all’artista. L’associazione culturale Alchemilla ha organizzato durante il periodo di mostra (10 maggio – 1 giugno) un ciclo di incontri con professionisti del settore, pensati per approfondire il lavoro dell’artista. Il primo appuntamento si terrà il 16 maggio con l’intervento di Roberto Pinto (Critico d’arte, curatore e docente UniBo-DAR), il 23 dello stesso mese vedrà la partecipazione di Uliana Zanetti, (Storica dell’arte, curatrice e responsabile delle collezioni MAMbo) per concludersi il 30 maggio con Igort (fumettista, sceneggiatore, musicista e direttore della rivista Linus) tutti con inizio alle ore 18.00 presso Palazzo Vizzani, Associazione Alchemilla.

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