Transiti è il titolo scelto dalla curatrice Mariacristina Maccarinelli, per la mostra che vede protagoniste varie opere rappresentative del percorso di ricerca dell’artista Sonia Costantini, visibili dal 22 maggio al 2 ottobre 2022 alla Fondazione Vittorio Leonesio a Puegnano del Garda. Il verbo transitare, ha il significato di passare attraverso uno spazio. Il titolo quindi potrebbe simboleggiare oltre a un transitare interiore dettato dalle visioni delle cromie che si susseguono nelle sale di questa mostra, anche la potenza che sta dietro l’apparente delicatezza dei colori dell’artista. Essi impregnano, travalicano la superficie della tela che trasuda ogni volta emozioni nuove. Come scrive la critica: «Ed è attraverso il colore, nella sua essenza assoluta, che Sonia dialoga con gli spazi della Fondazione Vittorio Leonesio a Puegnago del Garda».
Sonia Costantini, quando spiega il suo lavoro, utilizza l’espressione “pittura di colore”. Questo rivela subito che quelle che a un primo impatto potrebbero essere percepite come tele monocrome, in realtà nascondono una dimensione cromatica che prevede l’uso di una pluralità di colori. Infatti, la costruzione del tono, avviene attraverso tante velature di più colori ad acqua. L’artista, una volta prescelta la pigmentazione che dia il senso all’opera stessa, si dedica a creare il corpo vero e proprio della materia pittorica. Questo passaggio avviene attraverso l’uso della pittura a olio che emula la stessa tonalità dello strato primario di acquarelli. È sufficiente avvicinarsi a una tela della Costantini per poter osservare che quell’apparente monocromia vibra di una luce bagnata, come questa mostra vuole sottolineare. L’artista satura l’intero perimetro della tela, attraverso un gesto ritmato, costante e meditato che arriva alla ritualità. Le sue opere dialogano con il sacro, perché spingono l’osservatore a immergersi completamente nella contemplazione di quella dimensione unica di colore, con tutti i suoi effetti di luce e le emozioni che provoca. Le sue superfici cromatiche non saranno mai una distesa piatta, semplice e banale di colore, infatti vibrano, palpitano, si muovono a seconda della luce o del buio che le va a sfiorare come si vede nelle sue tele, carte o tavole. Ecco che, la dimensione dell’invisibile è preponderante rispetto a quella dell’immediatamente visibile. Inoltre, la superficie se pur sottile a livello di spessore, dà l’idea di essere molto materica, composta da una pasta lucida e bagnata. Il legame di Sonia Costantini con la corrente della pittura analitica, in un certo senso permane costantemente, ma si allontana quando l’indagine si sposta dal come costruire un quadro e analizzare tutte le sue componenti, al porre l’attenzione sul suscitare le emozioni di chi si trova davanti ai suoi arancioni, rossi, blu, verdi, gialli, rosa…
Giuseppe Panza di Biumo, parlando dei lavori della Costantini affermava: «I quadri di Sonia Costantini non sono riproducibili. È una situazione comune a tutte le opere d’arte in cui il colore è il tema ultimo ed esclusivo. Una qualità poco visibile della superficie del quadro che solo un occhio attento può vedere. Ogni evoluzione è una nuova esperienza, richiede uno sforzo».
Sonia Costantini
Transiti
a cura di Mariacristina Maccarinelli
Fondazione Vittorio Leonesio a Puegnago del Garda
Dal 22 maggio al 2 ottobre 2022
Foto di Claudia Capelli
www.soniacostantini.it