Arte Fiera 2025

ONIRONAUTICA 2: Nello Taietti 

ONIRONAUTICA 2, è un progetto artistico multidisciplinare di Nello Taietti che mette insieme modalità espressive differenti tra arte performativa, musica e fotografia. In catalogo si trovano i testi critici di Roberto Mutti, Andrea Gardenghi e Paolo Cacciato. La mostra fotografica resta visibile dal 4 al 27 maggio 2023, presso la Fondazione Matalon di Milano.

“Onironautica 2” è un progetto dove il linguaggio fotografico introduce alla pièce teatrale svelando l’immaginario onirico del protagonista che racconta, in prima persona, tematiche e drammaticità del contemporaneo. È un vero e proprio viaggio attraverso i sogni che, inizialmente onirici, si tramutano poco alla volta in veri e propri incubi, intrecciandosi sempre più con le atrocità dei nostri tempi, senza più alcuna differenza tra il sogno e la veglia. L’artista, entra in scena con due attori e una performer accompagnati da una violinista e un pianista.

Nello Taietti

Nello Taietti  è a tutti gli effetti quello che viene definito come un “onironauta”, un artista, un uomo che vive di “sogni lucidi”. Essere un onironauta significa sognare, saper entrare e uscire dal sogno, riprenderlo e parzialmente modificarlo. Queste visioni, vengono influenzate dall’io più profondo e dall’ambiente esterno. Pandemia, guerra, catastrofi climatiche hanno influenzato le immagini oniriche dell’artista che se prima erano eteree e serene, adesso si tramutano in incubi violenti e drammatici. C’è la volontà di uscire dal tormento onirico ma poi ci si accorge che la realtà è ancora peggio del sogno e quindi sorge il dubbio se sia meno doloroso rientrare nel dormiveglia violento o uscire e affrontare il mondo esterno ancor più crudele. 

Si coglie il concetto surrealista di automatismo psichico ovvero quel processo in cui l’inconscio, quindi quella parte di noi che emerge durante i sogni, torna a galla anche quando siamo svegli e ci permette di associare liberamente parole, pensieri e immagini senza freni inibitori e scopi preordinati. L’automatismo psichico accompagna Nello Taietti sia nella vita che nell’arte, in particolar modo, nella fotografia. Si coglie sia l’intimo che l’istinto dell’artista nei suoi lavori e si percepisce questo confine molto labile tra il sogno come connotato positivo e la sua metamorfosi in incubo. L’incubo è continuamente formato da quelle drammaticità della vita che volenti o nolenti influenzano il nostro io sia nel giorno che nella notte. 

Un dettaglio molto raffinato è l’uso della rosa sia per indicare il cambio dei capitoli all’interno del catalogo della mostra, sia durante la performance avvenuta il giorno dell’inaugurazione. Essa, diviene simbolo ed esaltazione della femminilità, sia in negativo che in positivo. L’artista parla anche della distruzione della donna, tematica estremamente attuale, tramite alcuni scatti in cui dei corpi femminili sono buttati in mezzo alla spazzatura. La Rosa in sé è vitalità, bellezza interiore e sensualità. Anche in scena, Nello Taietti assume sempre una posizione di sottomissione rispetto alle Muse, per esaltare la figura femminile e la figura materna. 

In effetti, la performance per l’artista è essenziale per riflettere anche sul linguaggio del corpo. All’interno dei lavori fotografici e nella sua recitazione, si sente spesso quella che potrebbe essere definita come l’atmosfera tragica di un coro greco antico. Questo clima psicologico, si percepisce nelle posture, nei nomi dei personaggi che entrano in scena, nell’uso del mantello…

Inoltre, Nello Taietti rappresenta quella che è la soglia tra il sogno e la veglia tramite l’uso di immagini molto evanescenti circondate dalla nebbia o da una sorta di  foschia, che vanno a creare delle atmosfere sospese nel tempo. Le sue immagini sono libere di fluire, sembra quasi che evitino tassativamente le gabbie e i confini. 

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