Nell’anno in cui Torino diventa capitale internazionale del tennis con le Nitto ATP Finals, il centro di studio per la valorizzazione del patrimonio fotografico Camera ospita le fotografie di eventi sportivi dell’artista inglese Martin Parr.
La mostra ripercorre il lavoro creativo del fotografo contemporaneo dagli anni Ottanta ai nostri giorni, oltre a concentrarsi – su commissione dal Gruppo Lavazza – sui più importanti tornei di tennis recenti. I valori dello sport, il pubblico, ma soprattutto tutto ciò che circonda lo spettacolo sportivo, sono stati catturati dall’obiettivo di Parr. Il fotografo, nato nel 1952 a Londra, in una zona ben vivibile come Epsom, ha sviluppato uno spirito critico verso il ceto medio borghese che lo ha portato ad esprimere l’ambiguità politico-sociale nei suoi lavori fotografici. Da un lato è possibile riscontrare il gioco della provocazione, dall’altro troviamo un’ironia spietata che Parr porta quasi all’esagerazione con tecniche fotografiche che lo hanno reso inconfondibile. Con un’elevata saturazione e l’utilizzo del flash anche di giorno, Parr acuisce il kitsch della nostra quotidianità e si distingue con uno stile innovativo e del tutto personale, inserendosi nella cultura fotografica internazionale. Osservare le fotografie di Parr è come ascoltare una storia che racconta la sua visione di mondo globalizzato, con aspetti di stravaganza e tocchi di comicità, forse involontaria. La produzione artistica del fotografo inizia in Inghilterra, sviluppandosi presto negli Stati Uniti e, successivamente, nell’estremo Oriente e in Europa. Irlanda, India, Cina, Minnesota, Svizzera, Scozia, Sud Africa, Australia e Kentucky sono solo alcuni dei paesi in cui Parr ha imprigionato le atmosfere, le usanze, i costumi eccentrici attraverso principi compositivi sofisticati che Camera – Centro Italiano per la fotografia mette in scena per il pubblico in un percorso che introduce lo spettatore nelle fotografie in bianco e nero scattate in Irlanda, paese in cui viveva Parr negli anni Ottanta. Come dichiara l’artista, fotografare in bianco e nero “era d’obbligo per qualsiasi fotografo che volesse essere rispettato”. Nelle sale che seguono troviamo le pellicole a colori, riprese da Parr al suo ritorno in Inghilterra nel 1982. Ciò che si presenta allo spettatore non sono i movimenti dei giocatori, ma i tifosi appassionati, ammassati ed urlanti, il merchandising sportivo e la bizzarria degli outfit dei fanatici che fanno da cornice agli eventi sportivi. La quinta e la sesta sala sono completamente dedicate al tennis, con la riproduzione di un vero campo percorribile e grandi immagini che circondano lo spazio. Sono lavori che ritraggono i grandi obiettivi di fotografi sportivi, bambini con la bocca sporca per i dolciumi ed un pubblico esultante sulle tribune. Dal kayak al cricket, dal rugby alle corse di cavalli, dal sumo al nuoto in laghi ghiacciati, Parr ci mostra un punto di vista fotografico differente, con un’ultima parte dedicata alla spiaggia in cui i corpi sulla sabbia, gli smalti di colore acceso e i sandali con i calzini diventano una documentazione di un contrasto reso visibile grazie a Martin Parr, che ha dichiarato: “io fotografo la vita così com’è, se le foto vi sembrano grottesche è perché pensate che lo sia la vita. E’ così? Ognuno di noi è bello e brutto nello stesso tempo, piacevole e spiacevole. Così è fatto il genere umano.”
L’esposizione è stata realizzata in collaborazione con Gruppo Lavazza, partner istituzionale di CAMERA, e con Magnum Photos.

