La potenza del vulcano, la resistenza del fiore, la relazione tra uomo e natura: la mostra newyorkese parte dalle riflessioni leopardiane ma prende una direzione complementare, la ginestra diviene un simbolo di resilienza e non solo di debolezza. La natura è quindi vista in chiave creativa, non solo forza distruttrice ma, al contempo, capace di creare e generare nuova vita dalla distruzione. Se quella che è stata una delle ultimissime opere del poeta dell’Infinito portava alla conclusione di una natura indifferente nei confronti dell’uomo e della vita sulla terra, nelle opere della Hicks la vita non soccombe. Anzi, lo fa per poi rinascere e dare vita a un ciclo perpetuo di distruzione e rinascita della natura. la fragilità della condizione umana è quindi esaltata dalla designer e artista, capace di trasformare la ginestra in un simbolo di resistenza positiva.
Otto opere, due spazi distinti dell’Istituto. La galleria principale accoglie un grande arazzo di 2X2 metri in cui vediamo rappresentata una ginestra che esplode dalla bocca del Vesuvio, i petali ricamati che si spargono come lava, lapilli nati in un momento di distruzione creativa. Questa costante tensione tra movimento, vita e potenza della natura incarna perfettamente lo stile di Allegra Hicks, che esalta questo tipo di dialettica artistica. L’immagine devastante del vulcano è quindi portatrice di una forza generativa, che l’artista contrappone al messaggio leopardiano di natura quale “madre di parto e di voler matrigna”. La distruzione diventa atto di creazione anche nel trittico in mostra che esplora l’immagine della Ginestra da varie angolazioni, la forma che pian piano si dissolve verso l’astrazione. Una molteplicità di forme e colori attraverso cui l’artista esplora ed evidenzia l’esistenza di diverse percezioni della natura, che mai perde la propria essenza.
La lava viene ricamata da Allegra Hicks in modo tale da rappresentare una minaccia continua per il fiore, che però non si arrende ed emerge indenne. La Ginestra rinnova la propria battaglia contro la distruzione, senza però vincerla. L’installazione immersiva presentata nello spazio della Galleria Borghese conduce i visitatori dentro la bocca di un vulcano. Quattro tele in cui lapilli incandescenti dominano la scena su sfondi scuri e impetuosi, una costante sensazione di minaccia alleviata dalla ginestra di piccole dimensione che emerge al centro dell’opera. Realizzata in bronzo, la Ginestra è piccola e tenace, un “fiore del deserto” che è ferito dai colpi del vulcano ma che è anche vivo, coriaceo. La scelta del materiale non è casuale ed è anzi simbolica, utile a conferire al piccolo fiore una forza duratura nonostante la necessità di dover sopravvivere alle avversità esterne.
“Il mio lavoro è una risposta intima alla natura: in questa mostra, scelgo di accoppiare la capacità della natura di annientare alla sua potenza generativa”, afferma Allegra Hicks. Per l’artista come detto uomo e natura non sono in contrasto, bensì integrati in quel flusso vitale di cui l’uomo fa parte e che porta alla naturale trasformazione di tutto ciò che ha vita sulla terra. ‘”Siamo entusiasti di ospitare la mostra di Allegra Hicks all’Istituto di Cultura. Il tema della Ginestra e il Vesuvio è legato agli anni napoletani di Leopardi. Il vulcano e la ginestra sono simboli di una natura che da un lato distrugge e incenerisce, dall’altro fiorisce sulla cenere, e dunque rappresentano le ambiguità, le contraddizioni, le possibilità in cui viviamo quotidianamente” aveva precedentemente dichiarato il direttore dell’Istituto Fabio Finotti, che aveva poi aggiunto: ‘’Le opere della Hicks sono forme di un’arte che si appoggia alle grandi tradizioni dell’arazzo e della scultura in bronzo. Grazie a questa pluralità di strumenti espressivi, la mostra rappresenta perfettamente la capacità italiana di intrecciare linguaggi diversi: arte e letteratura, scienza e filosofia, design e artigianato”. La pluralità delle tecniche utilizzate dalla Hicks, tradizionali e contemporanee, come l’arazzo, la scultura in bronzo e il ricamo tridimensionale, è simbolo della volontà dell’artista di mettere in risalto i temi legati alla rigenerazione della natura e alla fragilità umana. Artigianato e design dialogano in una mostra in cui la fragilità del fiore e la forza distruttiva del vulcano reinterpretano la visione leopardiana e definiscono una nuova via di guardare al rapporto tra uomo e natura.
Allegra Hicks
La Ginestra e il Vesuvio
Istituto Italiano di Cultura, New York
dal 2 al 19 ottobre 2024.