Arco Madrid 2025
Sethembile Msezane – María Magdalena Campos-Pons

Luogo

Osart Gallery
Corso Plebisciti 12, 20129 Milano
Sito web
https://www.osartgallery.com/
Categorie

Data

Mar 27 2025 - Mag 30 2025

Ora

08:00 - 18:00

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Mostra

Weaverbirds: Rooted in Resilience

Osart Gallery, in collaborazione con la Galleria Giampaolo Abbondio, presenta Weaverbirds: Rooted in Resilience, una mostra che riunisce per la prima volta il lavoro delle artiste multidisciplinari María Magdalena Campos-Pons (Cuba, 1959) e Sethembile Msezane (Sudafrica, 1991). A partire dal concetto di post-colonialismo, inteso come momento cruciale che sancisce la fine del periodo coloniale e la necessità di ritrovare una chiave identitaria andata perduta, le due artiste indagano i temi della tradizione, della spiritualità, dell’identità e del ruolo femminile nella società contemporanea. Campos-Pons e Msezane, sebbene con trascorsi diversi in termini geografici e anagrafici, sono accomunate dalla volontà di rideterminare i confini del proprio io, saccheggiato da secoli di violenze, egemonia culturale e linguistica, e dal bisogno di restituire dignità alla propria comunità e di riconnettersi con la terra di origine. 

L’immagine dell’uccello tessitore, endemico dell’Africa subsahariana, è il totem che accompagna lo spettatore attraverso la pratica artistica di entrambe le autrici: Campos-Pons utilizza diverse specie di volatili nella sua iconica serie fotografica Nesting (anni 2000), mentre Msezane porta avanti la ricerca sulle tecniche di tessitura nei suoi Paintings su garza ricamati con filo, capelli ed elementi naturali (un’opera della stessa serie è stata finalista del Norval Sovereign African Art Prize 2024). 

Come l’uccello tessitore, le due artiste offrono una chiave di lettura personale sulla ricerca della propria identità di donne africane o con discendenza africana nella società contemporanea: María Magdalena Campos-Pons, le cui origini si perdono in una travagliata storia familiare che parte dalla Nigeria – da dove i suoi antenati furono deportati verso Cuba nel XIX secolo e resi schiavi nelle piantagioni di canna da zucchero – si concentra sull’importanza della rappresentazione delle minoranze etniche nell’arte e sul fare luce sulla tragedia della deportazione e della schiavitù; Sethembile Msezane incentra la sua ricerca sulla spiritualità e sull’ecologia dell’essere, attraverso l’analisi dei sogni e la trasmissione della memoria storica, interrogandosi sull’assenza del corpo femminile nero sia a livello narrativo che negli spazi fisici dedicati alla celebrazione della storia nazionale di diversi paesi africani. 

Nella poesia The Weaver Bird del ghanese Kofi Awoonor, l’uccello tessitore incarna metaforicamente la figura del colonialista, che costruisce il nido e depone le uova ‘sull’unico albero’, e che infine ne diventa signore e padrone, pretendendo che la popolazione locale obbedisca alle sue regole e predicando la salvezza a coloro che fino a poco prima erano gli unici abitanti di quel territorio. Questo volatile è considerato una specie coloniale, da cui l’accostamento all’immagine del colonialista. Ciononostante, l’uccello tessitore è anche colui che costruisce i nidi più elaborati e spettacolari del mondo animale, recuperando paglia e diversi materiali dai quali ricava meravigliose ed intricate architetture. 

Significativa per Sethembile Msezane l’opera che l’ha catapultata all’attenzione del grande pubblico, intitolata Chapungu – The Day Rhodes Fell – immortalata in un iconico scatto fotografico, che inscenò il 9 aprile 2015, quando la statua di Cecil John Rhodes, il controverso fondatore dello stato della Rhodesia (l’attuale Zimbabwe), venne rimossa dall’ingresso della University of Cape Town in Sudafrica. L’artista impersonava la figura del Chapungu, un rapace autoctono dello Zimbabwe ritenuto sacro, che apriva le ali nell’atto di ritornare alla terra di origine dalla quale era stato scacciato e perseguitato a causa della ferocia colonialista. Similmente, i riferimenti presenti nei lavori di María Magdalena Campos-Pons sono fortemente legati all’immagine degli uccelli e del nido, laddove i primi simboleggiano la costante ricerca delle proprie radici attraverso il volo, mentre il nido, spesso associato alla capigliatura afro e alle intricate acconciature di foggia africana, rappresenta l’unico luogo di pace e serenità, la terra madre restituita ai propri figli.

L’elemento naturale diventa quindi centrale sia nella pratica di Msezane sia in quella di Campos-Pons. Le due artiste celebrano le diverse componenti della Natura in un’ottica intimista e al tempo stesso legata alle pratiche spirituali della cultura di appartenenza, Yoruba per Campos-Pons, Zulu per Msezane: figure umane immerse in ambientazioni oniriche, collage di piante e cortecce d’albero, cascate di capelli adornati di conchiglie e impregnati di acqua marina, gouache, foglia d’oro. Ogni cosa è connotata da spiritualità e riti ancestrali che mantengono vive le tradizioni e la memoria collettiva, nell’intento di esorcizzare il trauma secolare dell’esperienza coloniale.