
Stazioni di meraviglia – Stefano Di Stasio
Sabato 5 Ottobre CASA TURESE arte contemporanea inaugura Stazioni di meraviglia, mostra personale di Stefano Di Stasio, a cura di Lorenzo Canova. L’evento espositivo, che segue le personali dell’artista al MART di Rovereto e nei mesi scorsi presso le Sale delle Arti della Venaria Reale (TO), presenta dieci dipinti inediti accompagnati da una serie di disegni su carta. L’artista di origini campane (è nato a Napoli nel 1948) torna ad esporre a Vitulano dopo la mostra Carta Canta del 2015, anche grazie ad un legame con Tonino e Tommaso De Maria iniziato dalla fine degli anni ’90 in occasione della sua prima mostra (1997) presso il Centro Art’s Events di Torrecuso, poi proseguito con la sua seconda mostra del 2011, Notizie dall’altrove.
“Stefano Di Stasio, dalla fine degli anni Settanta ha scelto la via della pittura d’immagine senza rinnegare le sue precedenti esperienze concettuali e, soprattutto negli ultimi anni, le sue ricerche giovanili nel campo dell’astrazione. Queste componenti si saldano ad una raffinatissima abilità nella composizione disegnativa e nella realizzazione pittorica, che permettono all’artista di costruire i meccanismi complessi delle sue rappresentazioni, vere e proprie “messe in scena” che mostrano con chiarezza gli elementi teatrali ed esaltano le molte suggestioni del suo lavoro. Di Stasio è uno dei pittori di maggiore forza evocativa degli ultimi decenni, autore di immagini di grande mistero che si fondano spesso su elementi quasi banali della nostra realtà quotidiana, sviluppando in questo senso un’ampia linea dell’arte del Novecento che, con difformità e consonanze, potrebbe partire dal Simbolismo e dalla Metafisica per toccare il Surrealismo, il Realismo magico e molti altri autori difficilmente collocabili in una precisa tendenza. L’artista, tuttavia, si inserisce in questo contesto in modo del tutto personale, raccogliendone alcuni spunti per trovare la misura di uno stile e di una visione originali che aprono a suggestioni che conversano con immaginari diversi, che portano anche al cinema e alla letteratura, che spesso il pittore sembra avere addirittura precorso. Nelle opere di questa mostra, dove l’artista si è confrontato con l’inafferrabile mistero di Vitulano e della sua conca, che qui è alluso dalla figura della Dormiente, la figura femminile coricata che sembra rinchiusa nel massiccio del Taburno e che nei quadri dell’artista (come Musica dormiente) ricorda il Polifemo di Nicolas Poussin e il Prometeo di Arnold Böcklin, con i loro corpi trasformati nelle cime di monti mediterranei. Non a caso, dunque, la Dormiente è indicata dal gesto profetico di San Menna nel Passo del santo del 2024, dove il bastone a forma di Tau dell’eremita, patrono di Vitulano, accompagna la strada notturna di un pellegrino contemporaneo, tagliando la notte e aprendo verso le luci del tramonto su cui si staglia il profilo femminile della montagna, luogo della solitudine, del deserto interiore e delle profezie. Ma il Sannio è anche terra di altri santi come San Pio da Pietrelcina o di sante come Flavia Abbamondi, una donna di grande carisma, non canonizzata ma riconosciuta e venerata come il cardine della spiritualità di Vitulano durante il Novecento. Nel quadro Dalla vita di Flavia, Abbamondi si trasforma in una figura di santa mistica e metafisica e il suo rosario sembra dialogare con la fioritura di rose del bastone di San Menna, Apparizione improvvisa dell’invisibile nel nostro mondo secolarizzato, irruzione della luce che squarcia le tenebre, ricorrenza e possibilità dell’enigma che s’insinua ancora nelle ore della nostra vita quotidiana”. (Lorenzo Canova, dal testo in catalogo LA TERRA DELLE APPARIZIONI)