Sheila Hicks | Cosmic Arrivals
Fin da giovanissima Sheila Hicks inizia ad osservare la natura e la potenza di cui è pervasa. Complici gli insegnamenti dell’artista e maestro Joself Albers e i suoi frequenti spostamenti verso il Sud America, l’artista inizia a riflettere sul ruolo centrale della Grande Madre, ad osservarne le forme, i colori, a cercare di approfondirne i dettagli.
“Nature determines everything. Climate and light influence space. Each of my works inhabit in a particular place, respects its history, its temperature, its architecture”.
Sheila Hicks capisce che per poter dare voce alla natura affascinante che osserva quotidianamente nell’America del Sud deve allontanarsi dalla pittura e sperimentare un nuovo medium. Lo trova nel cuore della cultura precolombiana: il tessuto.
Abbandonare la pittura è stata la causa e la conseguenza di un nuovo approccio che non poteva che risolversi in un nuovo mezzo. La pittura infatti impone al colore di posizionarsi sulla tela celando quest’ultima. Una relazione subalterna, dunque, che Sheila non poteva accettare. La passione per il filo impone un approccio completamente diverso e per questo Sheila ne è immediatamente attratta. Apprezza il suo potere estetico ma anche il suo ruolo sociale, culturale, politico, un valore che accumuna tutti i popoli del mondo. La tessitura rappresenta infatti un linguaggio comune, intimo, privo delle sovrastrutture che caratterizzano i linguaggi in uso. Non è un caso che essa affondi le sue radici proprio nella natura. Prima di divenire artificiali, le fibre tessili naturali sono parte della natura.
La fibra si disfa e si ricrea nelle sue mani. Il tessuto è dunque l’elemento portante di una teorizzazione nata sotto il segno del suo mentore Albers e continuata attraverso la ricerca di una nuova edificazione del colore e un reimpiego
di fibre tessili, spesso considerate funzionali o decorativi.
I materiali sono rappresentati dalla sensazione che ci regalano anche solo osservandoli. Lana, cotone, fibre naturali o artificiali sono ciò che copre e protegge i nostri corpi. La nostra pelle conosce le sensazioni che i tessuti ci donano e le riconosce muovendosi nello spazio cui Sheila dà vita. Sebbene l’arte di Sheila Hicks sia vista più frequentemente attraverso lo spettro della tessitura, il tema del colore è altrettanto importante. La scelta del tessuto potrebbe benissimo essere una propaggine della sua viscerale “cromofilia”.
Sheila tratta il colore come materia. Fibre e colori sono i soggetti della sua coreografia. E’ difficile trovare le parole per descrivere la più intima delle sensazioni e delle percezioni che le sue opere sono in grado di donare allo spazio e a chi lo attraversa e lo vive. Lo si potrebbe raccontare forse leggendo una poesia o ascoltando un brano musicale. A guidare Sheila sono rime baciate e un’armonia, una sorta di danza. Sheila infatti danzando colloca gli elementi nello spazio.
La loro correlazione crea un cosmo armonioso dove ogni elemento si trova in quel luogo per una ragione, come per le note in un pentagramma. Esse da sole evocano un suono, ed insieme diventano musica. “I need to make color dance”.
Cosmic Arrivals | Sheila Hicks
Mostra personale | fino al 17 luglio 2021 Galleria Francesca Minini Via Massimiano 25 20134 Milano
Informazioni e contatti T +39 02 26924671 info@francescaminini.it www.francescaminini.it