Runo Lagomarsino, No Remi, 2023, marmo e stagno, 60x60x60 cm.

Luogo

Francesca Minini
Via Massimiano, 25, 20134 Milano
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Data

Nov 23 2023 - Gen 13 2024
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Runo Lagomarsino | Nobody Forgets Nothing

Paula piange, perché i gabbiani sono scappati tutti via. La mamma la prende in braccio. È uno sforzo, la pancia le comincia a pesare, è incinta, anche se questo non ci viene detto. Ma è così, molte cose non sono dette, molti fili che uniscono momenti ed episodi nel tempo e nello spazio restano sospesi, si perdono nel tempo, come lacrime nella pioggia, o come fumo. Siamo fumo anche noi, tutti.
I gabbiani volati via cercano un posto dove poggiarsi, ma non ce ne sono. Sempre più monumenti, parapetti e balconi sono coperti di punte su cui posarsi fa male. C’è sempre qualcuno che pensa che i gabbiani vanno tenuti lontani, sporcano tutto, portano malattie. Ci rubano il lavoro, non parlano la nostra lingua, se ne stanno per la strada a non fare niente, fanno paura, non dicono mai grazie. Se ne dovrebbero tornare da dove sono venuti, non ha senso che vengano a chiedere asilo qui, non abbiamo abbastanza da mangiare neanche per noi, figuriamoci per tutti questi uccelli.
Asilo ed esilio sono parole simili. L’asilo si sogna, si implora e a volte è concesso; l’esilio una volta era una condanna, oggi il più delle volte è una scelta. Ma una scelta che in realtà non è veramente una scelta, perché è l’unica alternativa alla fame, alla paura, alle minacce, alla morte. Quando è cominciata l’età dell’esilio? Da anni, da decenni, da secoli? Qual è il paese a cui senti di appartenere quando nasci lontano da dove chi ti ha portato dentro di sé vorrebbe essere? 
Una lettera è intima, personale, riservata; una cartolina invece è quasi pubblica, chiunque la può leggere. Una cartolina è fatta per viaggiare. Magari per portare anche qualche notizia breve, fugace come il fumo, ma soprattutto per viaggiare, leggera. I suoi due lati hanno la stessa importanza, a prima vista si sarebbe portati a dire che l’immagine è il lato pubblico, e il retro, con i saluti, gli abbracci o i baci, è quello privato. Ma chi può dire veramente quale lato è pubblico e quale privato? La tragedia di chi cerca di attraversare lo stretto di Gibilterra di notte, su un gommone mezzo sgonfio, per esempio, è tanto privata quanto pubblica. L’età dell’esilio è l’età di un dramma in cui siamo implicati anche noi, tutti. Il fumo di una sigaretta è etereo, si arrotola nell’aria e poi scompare, ma a volte va negli occhi, li arrossa, diventa una buona scusa: non sto piangendo, mi è andato il fumo negli occhi… Il bronzo che si fonde sul fuoco non fa tanto fumo, di solito lo si scioglie per farlo scivolare in uno stampo e dargli una forma precisa, ma può succedere di volerlo sciogliere proprio per fargliela perdere, la forma. Per trasformare il messaggio che una forma trasmette nel suo opposto: in una rivolta, o almeno una protesta, pubblica o privata che sia. Dicono che Cristoforo Colombo ammaccò un uovo per farlo stare finalmente dritto e fermo. C’è una certa giustizia poetica a vederlo deforme, mezzo caduto, a puntare ancora il dito verso l’America. 
Ma l’America è lontana, dall’altra parte della luna. Così lontana che forse non esiste neanche, forse è solo un’idea, tanto astratta quanto un quadrato o un rettangolo. Quando Colombo disse che ci si poteva arrivare per un’altra strada non era neanche all’America che pensava, e comunque tutti risero, sembrava una provocazione, l’idea di un pazzo. Runo ed io ci siamo incontrati varie volte a metà strada. Lui andava e io tornavo, o viceversa, o forse nessuno dei due andava e nessuno tornava. Questo testo è un’altra tappa del viaggio, un testo scritto in prima persona, perché la prima persona è la più pubblica di tutte.
Jacopo Crivelli Visconti

Runo Lagomarsino (1977, Lund, Svezia). Vive e lavora a Malmö, Svezia.
Linguaggio, geografia, storiografia sono temi che Lagomarsino rivisita nella sua pratica artistica, utilizzando materiali che spesso evocano ricordi o una relazione con qualcosa, per poi chiederci di riflettere sulle condizioni che consentono queste connessioni. Il lavoro di Lagomarsino mette in luce le lacune e le crepe nei nostri modelli esplicativi, evidenziando le fondamenta precarie del linguaggio. Con spostamenti precisi e poetici, costruisce attriti, fratture, punti ciechi da cui raccontare altre storie. Profondamente consapevole delle implicazioni concettuali di una vasta gamma di materiali e mezzi, Lagomarsino si muove senza soluzione di continuità tra collage, disegno, installazione, performance e video.


Runo Lagomarsino
Nobody Forgets Nothing
Francesca Minini
Via Massimiano, 25 – Milano
24 novembre 2023 – 13 gennaio 2024
Opening: 23 novembre 2023

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