Psychopomp – Patrick Jacobs
La Andrea Nuovo Home Gallery presenta Psychopomp, prima personale a Napoli dell’artista newyorkese Patrick Jacobs. L’artista, da tempo conosciuto per le installazioni di micro mondi immaginifici e per la ricerca estetica di valore metafisico, nel corso della sua pratica recente ha intrapreso un percorso di esplorazione nel segno di una risemantizzazione di soggetti e di temi collegati all’alterazione della materia viva e alle pulsioni umane più primitive e di come esse, plasmate dal contrasto fra mezzi espressivi, tecniche ed elementi, agiscono rivelandosi ai limiti imposti dalla fisicità. La mostra, accompagnata dal testo critico di Bartholomew F. Bland, comprende 25 lavori inediti tra cui sculture, monotipie “viscose”, diorami e carte da parati realizzate a mano.
Psychopomp fa riferimento agli spiriti che guidano le anime nell’aldilà mentre varcano la soglia da un regno all’altro. Il desiderio psicologico di sicurezza e di guida dopo la morte – oppure verso altri stadi di trasmutazione – rappresenta ciò che Jacobs esplora come un bisogno umano elementare. Varianti della figura dello psicopompo come guida spirituale sono presenti in diversi fedi dall’antichità greca e romana (Caronte il traghettatore degli inferi) alle religioni ancora praticate (San Michele che accompagna le anime in paradiso). Benché l’artista attinga a svariati filoni tradizionali le sue sono creazioni che emergono come risultato di un prolifico intreccio della natura: umano, animale e vegetale.
Le scene boschive dei diorami di Jacobs sono aperture verso i mondi dell’alterità dove egli dà vita non solo a una foresta o a un paesaggio ma a qualcosa di spettrale, fantastico e drammatico, in un tempo sospeso e in luoghi non riscontrabili nella realtà ma al limite dei sogni. Nell’opera Yellow Owl dal predominante giallo acido prende forma un gufo – per l’artista metafora decisamente affine allo psicopompo – che riposa idillicamente su un ramo con alle spalle un mondo in toni fulgidi e caldi che preannuncia una prossima dimensione di delizie. La presenza di questo rapace echeggia anche nella serie di monotipie nelle quali però si innesca una sconvolgente trasformazione materica, cromatica nonché spaziale.
Nei lavori come Swamp thing blu o Moss Man appaiono creature blobulari, caotiche e indisciplinate che emanano un’energia maniacale appena contenuta dalla natura bidimensionale del loro supporto; sono esseri ambivalenti – rudi e morbidi – ma soprattutto pervasi da una quasi minacciosa valenza sessuale come a voler sprigionare il desiderio umano primordiale. Nella loro raffigurazione scultorea mutano ancora una volta, diventando spiritelli bronzei la cui fisicità compare inaspettata nel giardino della Home Gallery.
Il progetto espositivo, che nasce dal profondo studio dell’artista sulla dicotomia, delinea dunque un percorso multidimensionale e riflessivo che stimola e mette in moto la percezione della materia e dello spazio e guida lo spettatore nei possibili sentieri che si aprono su altri mondi di coscienza.