Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm, 1978. Acrilico su tela, 110×110 cm Courtesy A arte Invernizzi, Milano. Foto Bruno Bani, Milano

Luogo

A Arte Invernizzi
A Arte Invernizzi
Via Domenico Scarlatti, 12 - Milano
Sito web
https://www.aarteinvernizzi.it

La galleria è stata inaugurata nel 1994 con la mostra Dadamaino Morellet Uecker. La galleria partecipa al discorso artistico contemporaneo internazionale presentando artisti di diverse generazioni, alternando sia italiani che stranieri, per creare un dialogo-confronto. Le mostre vengono pensate dagli artisti e realizzate in stretta connessione con lo spazio espositivo e la galleria sviluppa una attività di primo mercato, essendo un punto di riferimento per il mercato internazionale. In occasione di ogni mostra viene pubblicato un catalogo bilingue, con un saggio introduttivo, la riproduzione delle opere installate in galleria e un apparato bio-bibliografico. Inoltre, la galleria è invitata da Musei, Fondazioni e istituzioni pubbliche, sia in Italia che all'estero, a collaborare alla realizzazione di mostre monografiche o collettive degli artisti che rappresenta ed è un punto di riferimento per direttori, curatori. La galleria rappresenta l'estate di Mario Nigro (1917-1992), Rodolfo Aricò (1930-2002) e Carlo Ciussi (1930-2012). Dal 1994 la galleria partecipa alle più importanti fiere d'arte internazionali. Artisti Rodolfo Aricò, Gianni Asdrubali, Francesco Candeloro, Nicola Carrino, Enrico Castellani, Alan Charlton, Carlo Ciussi, Gianni Colombo, Dadamaino, Riccardo De Marchi, Lesley Foxcroft, Bernard Frize, Riccardo Guarneri, Willi Kopf, Igino Legnaghi, John McCracken, François Morellet, Mario Nigro, Georg Karl Pfahler, Pino Pinelli, Bruno Querci, Ulrich Rückriem, Nelio Sonego, Mauro Staccioli, Niele Toroni, David Tremlett, Antonio Trotta, Günter Umberg, Grazia Varisco, Michel Verjux, Rudi Wach

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Data

Dic 04 2024 - Feb 12 2025
In corso...

Ora

18:00 - 20:00

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Mostra

Niele Toroni | A arte Invernizzi 

La galleria A arte Invernizzi inaugura mercoledì 4 dicembre 2024 alle ore 18 una mostra personale di Niele Toroni, uno dei principali protagonisti della scena artistica internazionale che, a partire dal 1967, ha saputo distinguersi grazie alla sua personale metodologia di intervento che prevede la reiterazione di impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm l’una dall’altra. 

Toroni ha da sempre inteso la pittura come una possibilità di dialogare con lo spazio, senza occuparlo o imporsi su di esso, ma rintracciandone e mostrandone possibili traiettorie attraverso la progressione delle impronte di pennello, sempre differenti ma cadenzate a intervalli regolari e ordinati. La mostra ripercorre l’intera vicenda artistica di Niele Toroni attraverso 25 opere realizzate su formati e supporti differenti come tela, carta, giornale, tela cerata, legno, a partire dall’opera Omaggio a Paolo Uccello del 1965, fino al recente album Impronte di pennello n.50 a intervalli di 30 cm “A nous la liberté”, che vede la presenza di impronte di pennello con cromie differenti susseguirsi sui singoli fogli, occupandone la superficie in una successione variata, fino ad un massimo di quattro impronte per foglio.

Al piano superiore della galleria sono presentati lavori su carta, poliplat e tela, creati in un arco temporale che va dai primi anni Ottantaagli anni dieci del Duemila, generatori di una relazione attiva con l’ambiente circostante come l’opera 4 impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm “Dire non basta, si deve vederla la pittura” del 2011, dove le impronte di pennello, ripetute su fogli di cartone posizionati sulla parete, ne ridefiniscono le coordinate attraverso la loro progressione ritmicaAccanto si trovano due opere del 2016 Impronte di pennello n. 50 a intervalli di 30 cm “Quando le impronte di pennello si manifestano sul loro manifesto”, in cui il gesto minimo di Toroni si relaziona alla riproduzione di alcuni suoi interventi realizzati per il Castello di Rivoli negli anni Ottanta.

La seconda sala del piano superiore è interamente dedicata agli anni Settanta con un’opera su tela del 1978, un lavoro su tela cerata del 1972 e l’opera Recuperation del 1971, composta da tre pannelli in legno sagomati recanti tre impronte di pennello ciascuno, che invitano lo spettatore a seguire la loro scansione con lo sguardo; il medesimo procedimento operativo, ripetibile nella sua progettualità ma unico nella sua concretezza, genera un lavoro partecipato e non teorizzato, da vivere nel momento.

Al piano inferiore sono esposte opere di grandi dimensioni realizzate tra la fine degli anni Novanta e i Duemila, che mostrano come gli esiti del singolo intervento mutano non solo in relazione alle morfologie spaziali e ideali maanche internamente, grazie all’articolazione delle differenti intensità e cromie delle singole impronte. Tra i lavori esposti figura una porta sulla cui superficie Toroni realizzò un intervento nel 2007, anno in cui in occasione della sua mostra personale ideò l’opera permanente visibile sulla porta di ingresso della galleria; sono tuttora visibili anche i due interventi realizzati sulle pareti del piano inferiore nel 2011.
Lo sguardo dello spettatore viene così guidato nella percezione dello spazio come campo attivo attraverso forme generatrici di fisicità e di nuove dimensioni spaziali, che intrecciano relazioni con l’ambiente della sala espositiva in relazione al suo sviluppo architettonico e strutturale.

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