Nello Petrucci | Ombre Sommerse
Nelle strade dell’antica Pompei, spesso mi ritrovo a riflettere sulla potenza evocativa dell’antico e sulle tracce indelebili che il passato lascia nella trama della nostra esistenza. L’impulso primordiale di lasciare un gesto, di tracciare insulti, di condividere passioni o semplicemente di eternare il proprio nome, ha sempre suscitato in me un profondo fascino e una connessione emotiva. Dietro queste scritte si nasconde una persona che non conosceremo mai della sua esistenza, eppure ha lasciato un’impronta che oggi possiamo ancora ammirare.
I graffiti non sono solo semplici iscrizioni, ma diventano voci ancestrali che narrano storie di vita quotidiana, di amori travolgenti, fatti di vendette silenziose, di elogi sentiti o di saluti effimeri. Queste scritture, sepolte dal tempo e conservate nelle loro sfumature originarie, sono testimoni mutevoli di un’epoca lontana che continua a parlarci mentre le emozioni corrono nel nostro presente.
Pompei, con i suoi circa diecimila graffiti, si presenta come un “twitter” dell’epoca antica. Esplorando questi graffiti, ci si immerge in tematiche universali e intramontabili: l’amore nella sua essenza più pura, la politica e il suo intricato gioco di potere, la religiosità e le superstizioni che ancora oggi ci affascinano e ci interrogano. Tuttavia, confrontando queste testimonianze con i graffiti delle nostre metropoli contemporanee, emergono nette differenze di contesto e di intenti, ma anche una profonda continuità nella ricerca dell’espressione e dell’identità. È sempre stata per me una fonte di ispirazione la capacità dei pompeiani ad esprimersi con autenticità e spontaneità, senza filtri o convenzioni, oggi li chiamiamo “tag” e spesso rappresentano un grido di ribellione o una denuncia delle ingiustizie, mentre i graffiti di Pompei mi parlano di un desiderio universale di esistere, di lasciare una traccia indelebile della propria presenza nel mondo.
Questo spunto di riflessione tra passato, presente e futuro, che in un’epoca in cui le parole tendono a perdersi nell’effimero o ad essere distorte, invece, nei graffiti di Pompei ci ricordano che le nostre storie, i nostri sogni e le nostre battaglie, restano impresse nel tessuto inestimabile della storia.
Ombre sommerse rappresenta per me un invito a immergersi nelle profondità del passato, a scoprire le storie nascoste e le emozioni intrappolate nelle antiche mura. È come una finestra spalancata sul mondo antico, ma anche uno specchio che riflette le sfide, dove quel che resta è quel segno che hanno lasciato, insieme alle passioni e alle speranze di una società in continua evoluzione e a un’umanità eternamente in cerca di significato e di connessione.
Nello Petrucci
Ombre Sommerse
Inaugurazione il 4 aprile dalle ore 18 alle ore 21
Dal 4 aprile al 18 maggio 2024
Ticinese Art Gallery | C.so San Gottardo, 37 – 20136 Milano – cortile interno