
Mimmo Iacopino | Pittura latente
La Galleria Melesi inaugura la mostra personale di Mimmo Iacopino dal titolo Pittura latente, un nuovo capitolo della collaborazione iniziata nel 2012 con una mostra collettiva.
La mostra Pittura latente sarà la terza esposizione personale di Mimmo Iacopino presentata nella galleria lecchese; la prima fu Misure Morbide nel 2013, mentre la seconda Chimere e… si tenne nel 2019. Il rapporto con Sabina Melesi, titolare dell’omonima galleria, dura dunque da oltre un decennio in cui l’artista ha avuto modo di presentare la sua ricerca che pur evolvendosi resta negli anni coerente, personale e riconoscibile grazie all’uso di materiale industriale decontestualizzato che strizza l’occhio al movimento Dadaista.
Nato a Milano nel 1962, dove tuttora vive e lavora, l’artista si forma nell’ambito della fotografia di still life (allievo di Studio Azzurro dal 1978 al 1985), esperienza che avrebbe determinato anche la sua particolare direzione artistica. Dal 1986 inizia infatti a sperimentare il linguaggio pittorico dapprima con i mezzi tradizionali, poi utilizzando diversi materiali. Seguendo il principio dadaista le sue opere accolgono infatti elementi compositivi insoliti, quali fili mouliné in cotone, nastri di velluto, di raso, metri da sarto, da banco, righelli, ritagli di spartiti musicali e di testi letterari. Materiali decontestualizzati rispetto al loro abituale campo di esistenza, assunti a elementi artistici e composti in trame e orditi geometrici o ispirati a modulazioni aritmetiche, seguendo regole matematiche di ordinata follia, come attentamente seppe leggere Maurizio Sciaccaluga in occasione di una sua personale tenutasi nel 2004.
Pittura latente indica proprio che l’artista non utilizza i classici strumenti del mestiere come i pennelli e i tubetti di colore, ma crea la sua personale tavolozza attingendo a metri per sarti, trecce da cucito, nastrini di raso o di velluto, fili mouliné o coda di topo e, ultimi ritrovati, i numeri della tombola, le tessere del domino e i biglietti elimina code. Il tutto sempre e rigorosamente su tela.
Le opere in mostra, 19 in totale, sono per lo più recenti, realizzate nel 2024, ma comprendono anche pezzi significativi di un passato recente, come Cotton Made in Italy? del 2016 o un’opera del 2014 realizzata con trecce da cucito. Questa selezione offre uno spaccato della versatilità e della coerenza dell’artista nel corso degli anni, dimostrando un’evoluzione che, pur mantenendo intatta l’identità stilistica, si nutre di nuove esperienze e riflessioni.
In occasione della mostra, saranno esposti anche tre lavori della serie Misure per sarti (2000/2010 e 2024) recentemente presentati al MAR Museo Archeologico Regionale della Valle d’Aosta nella mostra ART3 NUM3R0, curata da Angela Madesani. È proprio in occasione della curatela della mostra di Aosta che la storica dell’arte e curatrice milanese approfondisce la conoscenza con Iacopino e ora, su invito di Melesi, ne cura questa personale e scrive il testo nel catalogo edito da Vanilla Edizioni (formato cm 24 x 17, pagg. 48), che accompagnerà il percorso espositivo.