
Marion Baruch | Un passo avanti tanti indietro
Il Museo Novecento presenta da sabato 15 marzo a domenica 8 giugno Un passo avanti tanti dietro, la più ampia retrospettiva di Marion Baruch (Timisoara, 1929) in un’istituzione italiana, a cura di Sergio Risaliti e Stefania Rispoli. La mostra, omaggio a un’artista instancabile e cosmopolita, nata in Romania ma vissuta tra Israele, Francia e Italia, si estenderà anche negli spazi di Manifattura Tabacchi e di Polimoda, che hanno collaborato e contribuito generosamente alla realizzazione del progetto, dove saranno presentate diverse installazioni ambientali.
“Un’artista che indaga il tempo presente, in tutte le sue contraddizioni” ha detto l’assessore alla cultura Giovanni Bettarini. “La società dei consumi, il patriarcato, il tema del lavoro e quello del femminismo. Anche le discipline e le tecniche utilizzate sono varie e molto diverse tra loro. Siamo felici di ospitare un’artista che si muove tra discipline e temi diversi, tenendo sempre focalizzata la sua attenzione sulle trasformazioni della società che viviamo, accompagnandoci nella sua complessità”
Le sale situate al primo piano del museo ospitano la prima grande retrospettiva in un’istituzione italiana dedicata a Marion Baruch, artista eclettica, prolifica e cosmopolita, nata in Romania nel 1929 e vissuta tra Israele, Francia e Italia.
Fervente sostenitrice di un’autorialità priva di vincoli, nel corso della sua lunga carriera, Baruch ha esplorato con disinvoltura differenti media, materiali e discipline, dalle arti visive alla moda e al design. Ha così sviluppato un approccio del tutto personale al formalismo, creando un linguaggioespressivo che si concretizza in sculture, dipinti, installazioni, oggetti e immagini molto evocative e mai scontate. Le sue opere evidenziano l’influenza di movimenti e correnti che hanno segnato la storia dell’arte contemporanea degli ultimi decenni – dall’Arte Concettuale al Minimalismo, dalla Critica Istituzionale all’Arte Relazionale – eppure difendono un’indiscutibile autonomia.
In tanti anni, oltre sessanta, Baruch non ha mai smesso di interrogarsi sul significato della creazione artistica e sul suo posizionamento all’interno della società sviluppando un’estetica formalmente molto definita, asciutta e concreta allo stesso tempo, nonché densa di riflessioni legate alla realtà e alla dimensione politica e sociale dell’arte.
La mostra al Museo Novecento consente di ripercorrere in maniera non lineare la sua intensa attività, segnata da continui cambiamenti di rotta e nuove avventure. La disposizione delle opere non segue un ordine strettamente cronologico ma evidenzia la presenza di alcune riflessioni costanti, come quelle attorno al linguaggio, al lavoro, alla migrazione, al femminismo, al patriarcato, alla società dei consumi e a internet. Il percorso espositivo consente di esplorare dai primi lavori di metà degli anni Sessanta, passando per le sculture performative e le opere realizzate con designer come AG Fronzoni e Dino Gavina, la collaborazione con la Galleria Luciano Inga Pin di Milano, la nascita di NAME DIFFUSION negli anni Novanta, il periodo parigino con le opere relazionali e partecipative realizzate in collettivo, e, infine, i lavori in tessuto prodotti dopo il Duemila, con il suo ritorno in Italia a Gallarate, per i quali è ampiamente riconosciuta a livello internazionale. Il titolo dell’esposizione, Un passo avanti tanti dietro, prende ispirazione da un’opera in tessuto di recente produzione e rende omaggio all’attitudine dinamica, ricettiva e perseverante di questa artista, sempre connessa al tempo presente ma proiettata verso il futuro