Giorgio Ciam
APALAZZOGALLERY presenta la nuova mostra personale dell’artista italiano Giorgio Ciam (1941–1996) dal titolo GIORGIO CIAM. Pittura, scultura, stratificazioni, a cura di Elena Re.
La mostra, seconda personale dell’artista con la galleria, mette in luce la parte più matura e vibrante del lavoro di Ciam,quella relativa agli anni ’80. È questo un periodo in cui l’artista arriva pienamente a esprimere la sua anima di pittore e scultore, pur senza abbandonare il mezzo fotografico. Lavorando nel contesto della Body Art internazionale, lungo gli anni ’70 Ciam aveva affrontato il tema dell’identità a partire dal proprio corpo e soprattutto dal volto, utilizzando una fotografia performativa mediante cui rendere tangibile la ricerca infinita del sé. La libertà nello ‘stratificare’ immagini, tecniche, esperienze ed emozioni emerge però con forza all’esordio degli anni ’80, rivelandosi nel tempo come una pratica capace di aggiungere particolare profondità a questa sua ricerca. Attraverso una selezione di più di 40 opereprovenienti dall’Archivio Giorgio Ciam, la mostra intende dunque offrire un punto di vista tanto coinvolgente quanto inedito: pittura, scultura e stratificazioni come chiavi d’accesso alla vera identità dell’artista.
Come ha affermato Elena Re: “A partire dagli anni ’80 Ciam sviluppa la ricerca sul tema del corpo approfondendo lasua possibilità di invadere lo spazio, essere scultura. Ciò che in questo periodo lo impegna totalmente è il fatto che ilvolto possa proiettarsi sempre di più nella materia per incontrare forma, luce, ombra, per esprimere un’azione. Un altro se stesso, un nuovo labirinto in cui avventurarsi.” Le opere esposte negli spazi della galleria sono testimonianza di questo sentimento. Quello di Ciam è infatti un percorso basato sulla consapevolezza di non poter dare un’unica risposta, sulla coscienza della propria molteplicità e relatività. Per fare qualche esempio, l’artista sceglie dei calchi in gesso di sculture classiche – quelli utilizzati in Accademia per la copia dal vero. Quindi si appropria di una forma e la rende suaattraverso un lavoro da scultore. Aggiunge materia su materia, stravolge l’equilibrio della massa, astrae dallo specifico soggetto, e attribuisce così nuova vita alla forma stessa che si trasforma in una sua opera: Classico nascosto, 1983. Sulla base di tale esperienza, Ciam innesca un iter vorticoso in cui fotografa queste sculture, generando nuove opere. Talvolta interviene sulla fotografia con il disegno o la pittura, ottenendo altri lavori. Poi, in taluni casi, aggiunge colore eincolla frammenti di immagini sulla scultura stessa, producendo una composizione capace di sfidare il limite. E ancora, su questa scultura proietta immagini di altri suoi lavori e quindi fotografa il tutto, ottenendo da questa sintesi un ulteriore risultato: Stratificazioni, 1986. Le opere appartenenti al ciclo Ritratto in controluce, 1989–1991, rappresentanoil culmine di questa ricerca e la doppia data indica un passaggio preciso. Si tratta di lavori fotografici del 1989, a loro volta germinati da altri lavori in cui Ciam vede e rivede se stesso. Nel 1991 l’artista decide tuttavia di andare oltre e realizza un intervento pittorico su queste stesse opere, facendole ‘inghiottire’ dal colore nero e riscoprendo così un altro sé.
Nel commentare una simile pratica, Elena Re conclude dicendo: “Con questi lavori, duri e profondissimi, Ciam dichiaratutta l’intensità della sua emozione ma afferma anche il suo bisogno di pittura, di esistenza. Da queste opere fotografiche con intervento, appare dunque un volto. Il volto di Giorgio Ciam.”
Giorgio Ciam (1941, Pont-Saint-Martin, Italia – 1996, Torino, Italia) ha studiato all’Accademia di Belle Arti di Torino eha esordito come scultore, sperimentando un approccio performativo. La ricerca della propria identità è stato il tema che ha attraversato tutto il suo lavoro. Dai primi anni ’70 ha utilizzato la fotografia come protagonista della Body Art. Neglianni ’80 la sua fotografia performativa è entrata in forte relazione con la pittura e la scultura. Non ha mai smesso di sperimentare e rinnovarsi, pur rimanendo coerente con i propri valori essenziali. Dopo la sua scomparsa, la sua operaè stata presentata in varie mostre tra cui: 1968-1998 fotografia e arte in Italia, a cura di Walter Guadagnini e Filippo Maggia, Galleria Civica, Modena (1998); Ars Photographica. Fotografie und Künstlerbücher, a cura di Anne Thurmann-Jajes, Neues Museum Weserburg, Bremen (2002); Geografia senza punti cardinali. La fotografia nell’arte degli anni ’70 in Italia, a cura di Elena Re, Galleria Giorgio Persano, Torino (2010); Giorgio Ciam. Sulla pelle, a cura di Elena Re, APALAZZOGALLERY, Brescia (2013); Giorgio Ciam, a cura di Elena Re, Sotheby’s – Palazzo Broggi, Milano (2015); Surprise. Giorgio Ciam, a cura di Gregorio Mazzonis e Maria Teresa Roberto, GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino (2015); Giorgio Ciam. In Dialogue with Bacon, a cura di Artuner, Istituto Italiano di Cultura, London (2016); Tutto. Perspectives on Italian Art, a cura di Ingvild Goetz, Leo Lencsés, Karsten Löckemann, Letizia Ragaglia e Elena Re, Museion, Bolzano (2018-2019) – Sammlung Goetz, München (2019-2020).
Elena Re è critico d’arte e curatrice indipendente. Approfondisce l’arte italiana attraverso progetti culturali, mostre e pubblicazioni. Le sue ricerche spaziano dalla fotografia concettuale, all’architettura radicale, all’idea del multiplo. Su quest’ultimo tema ha presentato la mostra Arte Povera and “Multipli,” Torino 1970–1975 alla galleria Sprüth Magers(Berlin, 2014) e alla Fondazione ICA (Milano, 2019–2020). È direttore scientifico dell’Archivio Giorgio Ciam, segue ilpercorso di molti artisti, e ha contribuito al riconoscimento internazionale dell’opera di Luigi Ghirri. Fra i suoi libri, Luigi Ghirri – Project Prints. An Adventure in Thinking and Looking, JRP|Ringier, Zürich 2012, pubblicato in occasione dellamostra al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. Ha co-curato la mostra Tutto. Perspectives on Italian Art al Museion (Bolzano, 2018–2019) e alla Sammlung Goetz (München, 2019–2020) con catalogo edito da Hatje Cantz. Ha curato la mostra Gilardi: Tappeto- Natura a Magazzino Italian Art (Cold Spring, NY, 2022–2023) con catalogo edito da Magazzino Italian Art Foundation. Ha presentato l’esposizione 150 anni di Omaggio all’Ingegno. Mario Cresci perJacobacci & Partners a La Venaria Reale (Venaria Reale, Torino, 2022–2023). Dal 2003 cura la collezione Arte e Progetto di Jacobacci & Partners.